mercoledì 28 agosto 2019

Piatti pronti al supermarket Business da 1,3 miliardi di euro

Piatti pronti 

al supermarket 
Business 

da 1,3 miliardi 

di euro



Il cosiddetto “food to go” piace sempre di più agli italiani. Nell’ultimo anno le vendite della Grande distribuzione sono cresciute del 12,3%. Accontenta tutti i gusti e si presta a diverse modalità di consumo. Un’indagine dell’Osservatorio Nielsen rivela che questi prodotti hanno più calorie, grassi e proteine e meno carboidrati e zuccheri. 

È ideale per un pasto veloce fuori casa, oppure anche per il pranzo o la cena di un single o di chi non ha voglia di mettersi ai fornelli. Parliamo del “food to go”, ovvero dei piatti già pronti che è possibile acquistare al supermercato. Un settore che vale ormai 1,3 miliardi di euro e che è in continua ascesa: nel 2018 l’incremento delle vendite rispetto all’anno precedente si è attestato al 12,3%.

Piatti pronti per tutti i gusti e le esigenze (Piatti pronti al supermarket Business da 1,3 miliardi di euro)
Piatti pronti per tutti i gusti e le esigenze

A fotografare l’andamento del fenomeno è l'Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che ha dedicato un approfondimento al boom dei prodotti alimentari confezionati ready-to-eat acquistati in supermercati e ipermercati di tutta Italia.

Un risultato che si deve all’impegno dei produttori alimentari e delle catene distributive nel modulare l’offerta in modo da cogliere molte e diverse occasioni d’uso. E sempre più spesso, soprattutto nelle aree urbane, rappresentano una “soluzione pasto” comoda, sfiziosa e conveniente in tante situazioni, dalla pausa pranzo lavorativa al consumo in viaggio. L’Osservatorio Immagino ha realizzato anche un’analisi nutrizionale dei prodotti ready-to-eat presenti nel suo basket, arrivato ora a 72.100 prodotti alimentari confezionati di largo consumo.

Ne è emerso che questi prodotti hanno più calorie, grassi, proteine e fibre rispetto al prodotto alimentare medio venduto nella grande distribuzione (il “metaprodotto Immagino”) e meno carboidrati e zuccheri semplici. Anche se sono proprio questi due ultimi nutrienti ad essere cresciuti maggiormente nel 2018, principalmente per l’aumento delle vendite di primi piatti pronti, snack salati, cereali, sushi e zuppe pronte.

Monitorando le confezioni dei prodotti a scaffale, l’Osservatorio ha rilevato che un quarto del valore delle vendite è generato dai prodotti “senza” alcune sostanze o ingredienti, che accomuna il 22,4% dei prodotti a scaffale. Ed è anche il segmento a maggior crescita annua (+13,6%). Tra i più diffusi ci sono quelli “senza additivi” e “senza glutammato”, presenti soprattutto sulle confezioni di zuppe pronte e secondi piatti pronti.

Il secondo segmento a valore è quello dei prodotti accompagnati da un claim legato allo stile di vita, in particolare vegetariano (+14,4% di vendite rispetto al 2017) e halal (+94,4%). A questo paniere si deve il 22,8% delle vendite del food to go, in aumento del 9,7% rispetto al 2017, e il 22,1% dei prodotti in commercio. Un altro 16,6% di vendite proviene da quel 13,8% di prodotti che richiama l’italianità in etichetta e che ha registrato un aumento annuo del +3,9%. Il claim più diffuso è “prodotto in Italia”, presente soprattutto su primi piatti pronti, primi pronti vegetali e pizza.

Il quarto “universo” per contributo alle vendite è quello dei prodotti “ricchi di”, con una quota del 16,4% e un tasso di espansione del giro d’affari del +9,2% sul 2017. I più forti presenti (16,5% dei prodotti a scaffale) sono quelli relativi al contenuto di vitamine, fibre e calcio, e sono tutti cresciuti nel corso del 2018. Meno diffusi sono i claim “integrale” e “Omega 3”. I prodotti adatti a chi soffre di intolleranze alimentari coprono il 13% del sell-out e il 14,7% dell’assortimento. E l’anno scorso hanno messo a segno un brillante +12,2% annuo come sell-out. Il claim trainante è “senza glutine”, particolarmente presente in secondi piatti pronti, snack e frutta secca senza guscio.
Italiaatavola

Per informazioni: www.osservatorioimmagino.it

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