L'Italia diventa il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia cronica. La legge, approvata alla Camera a maggio e ottenuto ora il via libera anche dal Senato, prevede campagne di sensibilizzazione, programmi di formazione per medici e studenti, un osservatorio nazionale dedicato e fondi per la prevenzione. Per il programma nazionale sono previsti 700mila euro nel 2025, 800mila nel 2026 e 1,2 milioni annui dal 2027. Sono inoltre stanziati 400mila euro annui dal 2025 per formazione e aggiornamento del personale sanitario.
Obesità in Italia: i numeri
Nel Paese oltre 6 milioni di persone convivono con l’obesità, condizione che può comportare conseguenze gravi come diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Nonostante ciò, è ancora diffusa la percezione che si tratti solo di un problema estetico o di un rapporto sbagliato con il cibo.
Lea ancora in sospeso: il nodo delle risorse
Le opposizioni si sono astenute, chiedendo che l’obesità venga subito inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), per garantire cure gratuite e accessibili a tutti. «Aver approvato una legge contro l'obesità è un segno di civiltà» ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Sul tema Lea ha aggiunto: «Valutiamo. Nei Lea ci sono tante cose da inserire, ma questa legge dimostra l’attenzione alla salute pubblica». Secondo la Federazione Italiana Associazioni Obesità (Fiao), si tratta di «un punto di partenza e non di arrivo», che dovrà tradursi in azioni concrete e in risorse dedicate.
Una Giornata nazionale contro il body shaming
Il Senato ha anche approvato il ddl a firma Martina Semenzato che istituisce il 16 maggio come Giornata nazionale contro la denigrazione dell’aspetto fisico. In questa occasione saranno organizzate iniziative di sensibilizzazione per prevenire comportamenti offensivi e discriminatori. Il colore scelto è il fucsia, simbolo di «ottimismo dinamico ed evoluzione personale».
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