L'OLIO “NOVELLO”
... NON ESISTE
Su alcune bottiglie e sul collarino dell'olio extra vergine
di oliva della nuova campagna olearia possiamo
trovare la dicitura “novello”. Tale dicitura non è però prevista da alcuna normativa e può anche indurre in
errore.
Al contrario del vino novello, prodotto con procedure diverse da quello del vino comune, l'olio dichiarato
novello è infatti prodotto allo stesso modo del restante extra vergine. La dicitura “novello” è quindi passibile
di sanzione, ai sensi dell'articolo 7 del regolamento comunitario 1169/2011 sull'etichettatura dei prodotti
alimentari.
Se l'olio novello non esiste, l'olio nuovo, ovvero della campagna olearia avviata da qualche settimana in tutta
Italia, non solo esiste ma è particolarmente apprezzato e ricercato. L'intenso fruttato, l'amaro e il piccante
sono caratteristiche tipiche dell'olio appena estratto e la bruschetta con l'olio nuovo è una tradizione
dell'autunno.
Spesso l'extra vergine venduto in queste prime settimane di campagna olearia non è filtrato né decantato e
si presenta particolarmente torbido. Man mano che passano le settimane, però, le sostanze in sospensione,
che conferiscono torbidezza, si vanno a depositare nella bottiglia e possono fermentare, dando luogo a difetti
organolettici.
Non è quindi consigliabile conservare l'olio nuovo torbido per più di qualche settimana.
Come dimostrato da molte ricerche, tra le ultime quelle del Laboratorio Chimico di PromoFirenze, la
degradazione nel tempo è più marcata per l'olio non filtrato che, al termine del periodo di conservazione,
risulta più impoverito nelle componenti nutrizionali caratteristiche dell'extra vergine, come i polifenoli.
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