QUANTO DURA
IL VINO IN BOTTGLIA
(APERTA O CHIUSA)
Provate a pensare un
attimo ai diversi casi in cui si acquista il vino:
- una bottiglia che una
volta aperta viene consumata in un certo arco temporale (da un giorno a una
settimana);
- una o più bottiglie che
devono essere incantinate per un periodo più o meno lungo (da uno a cento anni
e oltre).
Nel primo
caso dovrete solo sperare che sia buona, negli altri due il problema si complica:
occorre sapere quanto tempo può durare
il vino a bottiglia aperta e/o a bottiglia chiusa.
il vino a bottiglia aperta e/o a bottiglia chiusa.
Il
consumo lento
a bottiglia aperta
a bottiglia aperta
In tempi in cui il
consumo del vino al calice è in ascesa, per consentire a chi non sa rinunciare
ai piaceri materiali della vita di averlo anche quando pranza solo e ai curiosi
di fare nuove esperienze senza aprire un mutuo in banca, per il ristoratore è fonda- mentale sapere quanto dura e come
evolve una bottiglia che via via si svuota di vino e si riempie di aria, un gas
che contiene oltre il 21 di ossigeno. Vero è che
oggi esistono sistemi capaci di saturare l'ambiente con gas inerte, ma quanto
incide il loro costo sull'incasso del vino a bicchiere?
E, soprattutto, siamo
sicuri che per un determinato periodo l'aria non faccia bene al vino?
In Piemonte si usa
chiamare "il goccio del prete" la ridotta aliquota di un gran buon
vino che rimane per ore nella bottiglia e si arieggia. E' così chiamata in onore alla riconosciuta competenza che avevano (o hannor) i preti nell'individuare il meglio del creato.
Dunque, da questo punto di vista, sarebbe bene lasciare alcuni vini respirare per un po'
di tempo, lentamente, a temperatura moderata (in pratica quella di servizio: anche un
grande rosso non deve mai andare oltre i 18°C), invece di berli subito o di sottoporli
allo scaraffamento. E' questa un'operazione di cui in genere si abusa: dovrebbe infatti
essere eseguita solo quando abbiamo fondi nella bottiglia che potrebbero, durante le
operazioni di mescita, intorbidire una quantità notevole di vino prezioso sottraendo lo
al consumo. Ma solo in questo caso, non va mai generalizzata come si fa normalmente per certi vini di alto lignaggio (Barolo, Barbaresco, Brunello ecc.), perché in genere è troppo violenta e, oltretutto, fa perdere il piacere della confezione originale, per
quanto possa essere mantenuta in mostra.
Molto meglio utilizzare bicchieri di grande capienza e di foggia adatta che consentono
di godere dell' evoluzione che presenta il vino durante il centellinare del consumatore
saggio, o godersi la bottiglia per più giorni.
vino che rimane per ore nella bottiglia e si arieggia. E' così chiamata in onore alla riconosciuta competenza che avevano (o hannor) i preti nell'individuare il meglio del creato.
Dunque, da questo punto di vista, sarebbe bene lasciare alcuni vini respirare per un po'
di tempo, lentamente, a temperatura moderata (in pratica quella di servizio: anche un
grande rosso non deve mai andare oltre i 18°C), invece di berli subito o di sottoporli
allo scaraffamento. E' questa un'operazione di cui in genere si abusa: dovrebbe infatti
essere eseguita solo quando abbiamo fondi nella bottiglia che potrebbero, durante le
operazioni di mescita, intorbidire una quantità notevole di vino prezioso sottraendo lo
al consumo. Ma solo in questo caso, non va mai generalizzata come si fa normalmente per certi vini di alto lignaggio (Barolo, Barbaresco, Brunello ecc.), perché in genere è troppo violenta e, oltretutto, fa perdere il piacere della confezione originale, per
quanto possa essere mantenuta in mostra.
Molto meglio utilizzare bicchieri di grande capienza e di foggia adatta che consentono
di godere dell' evoluzione che presenta il vino durante il centellinare del consumatore
saggio, o godersi la bottiglia per più giorni.
Quanti
anni dura
il vino in bottiglia?
Ancora
più importante è poter prevedere i tempi di
incantinamento. Pensiamo ai ristoratori e agli enotecari che desiderano fare buoni
affari durante gli acquisti o arricchirela loro collezione, al produttore che tesaurizza le annate migliori o
semplicementeil vino in bottiglia?
all' amatore che investe per la propria enoteca privata o
regala una bottiglia preziosa per
l'età che può vantare.
l'età che può vantare.
Nasce spontanea una domanda: quanto tempo può durare in
bottiglia quel determinato vino?
Certi produttori possono fare stime piuttosto precise in
base allo storico e alla conoscenza maturata con l'esperienza, purché impianti
e tecnologie rimangano costanti nel tempo. Ma il margine di incertezza è molto più ampio di quanto si possa pensare,
perché il mutamento climatico e altre variazioni di filiera incidono ben più di quanto si
possa ipotizzare. Ecco che le generalizzazioni sulla durata dei vini i~ base alla tipologia,
perché il mutamento climatico e altre variazioni di filiera incidono ben più di quanto si
possa ipotizzare. Ecco che le generalizzazioni sulla durata dei vini i~ base alla tipologia,
ampiamente riportate in
una bibliografia generata dal voler compiacere una curiosità
importante, sono fortemente devianti.
importante, sono fortemente devianti.
Cosa cambia
nel tempo
Il tempo, la luce, la
temperatura e l'ossigeno devono essere considerati i quattro fattori concorrenti
al cambiamento del vino, ma agiscono anche da soli. Ci spieghiamo meglio: la
totale mancanza di luce e di ossigeno non impedisce comunque al vino di
evolvere, anche se il processo sarà enormemente più lento, così come la riduzione
della temperatura può ridurre quasi a zero le reazioni tipiche
dell'invecchiamento. Occorre infatti pensare che la ricchezza tipologica delle
molecole che compongono il vino ne comprende una serie che si modificano da sole
e altre che si combinano e ricombinano anche in assenza di un apporto esogeno
di ossigeno. Ovviamente le peggiori condizioni si manifestano quando abbiamo un
forte assorbimento di ossigeno e 1'esposizione alla luce a temperature elevate.
Le variazioni sensoriali rilevabili con il decadimento sono molteplici. La più
eclatante e facile è senza dubbio il cambiamento dell'aspetto, con il sorgere
dei riflessi aranciati nei vini rossi e dei toni ambrati nei bianchi. Ma prima
ancora variano i profumi e gli aromi, incidenti poi, per via sinestesica, su caratteristiche
tattili e gustative.
Abbandoniamo i bianchi per concentrarci sui rossi, sui quali abbiamo svolto tre anni di ricerche.
Abbandoniamo i bianchi per concentrarci sui rossi, sui quali abbiamo svolto tre anni di ricerche.
Il cambio
del profilo aromatico
La descrizione dei vini attraverso i metodi quantitativi di analisi sensoriale, anche quelli a elevata utilità informativa dell'ultima generazione, offre risultati attendibili per ogni parametro considerato e compara attraverso questi prodotti diversi, ma in tale modo di operare resta una zona d'ombra importante.
Usiamo una metafora per spiegarci meglio. Se di un volto noi valutiamo l'ampiezza della bocca, la lunghezza e la forma del naso e mille altri dettagli avremo un profilo più o
meno definito, che è già un buon risultato. Ma quanto varia la percezione degli altri elementi variandone uno? E a livello di simpatia o bellezza, quale può essere la differenza
modificando il rapporto tra gli elementi?
Così è pure per quanto
riguarda il profumo e l'aroma di un vino. Interessante notare la
differenza tra due vini in fatto di floreale, fruttato, vegetale, speziato ecc., ma come
risulterà percepito il prodotto cambiando i rapporti di valore dei descrittori primari?
Vediamo quindi cosa è emerso dalla sperimentazione.
differenza tra due vini in fatto di floreale, fruttato, vegetale, speziato ecc., ma come
risulterà percepito il prodotto cambiando i rapporti di valore dei descrittori primari?
Vediamo quindi cosa è emerso dalla sperimentazione.
Un indice per determinare
l'evoluzione del vino
l'evoluzione del vino
Ecco che per rispondere alle domande precedenti,
utilizzando l'analisi sensoriale che
resta l'unico metodo per comprendere ciò che percepirà il consumatore, abbiamo messo a punto un indice derivato dall'elaborazione statistica di dati ottenuti in diversi test
eseguiti su vini italiani e francesi a bottiglia appena aperta e a bottiglia smezzata per 24,
96 e 144 ore.
resta l'unico metodo per comprendere ciò che percepirà il consumatore, abbiamo messo a punto un indice derivato dall'elaborazione statistica di dati ottenuti in diversi test
eseguiti su vini italiani e francesi a bottiglia appena aperta e a bottiglia smezzata per 24,
96 e 144 ore.
Tale indice, denominato OB, prende in considerazione
lo scostamento dei vari descrittori determinando poi l'evoluzione dal punto di
vista aromatico e della struttura. Tanto
più l'indice finale è alto e tanto più il vino presenta evoluzioni positive sia degli aromi,
sia della struttura. L'evidenza è lasciata a una rappresentazione grafica in grado di spiegare 1'evoluzione del prodotto: nello schema a bolle utilizzato più la sfera è posizionata
a destra e maggiore è l'indice OB ottenuto, più si trova in alto nel grafico e maggiore è
l'evoluzione positiva aromatica, più la bolla è ampia e maggiore è l'evoluzione positiva
della struttura del vino. Dai grafici riportati si evince con molta facilità che sotto il profilo della tenuta nel tempo, come succede negli umani, i vini sono estremamente diversi e pare che elementi quali la gradazione alcolica e il contenuto in polifenoli abbiano
un'importanza molto più relativa di quanto si è portati a pensare. Insomma, proprio attraverso l'indice, che considera una quarantina di parametri, si può rilevare che l'unico
metodo per capire cosa succede a bottiglia smezzata è di fare un test, vino per vino.
Ma almeno ora abbiamo un test e un indice. Con quest'ultimo si può generare uno
storico incrementabile di anno in anno, ma soprattutto dare una prova seria al cliente.
più l'indice finale è alto e tanto più il vino presenta evoluzioni positive sia degli aromi,
sia della struttura. L'evidenza è lasciata a una rappresentazione grafica in grado di spiegare 1'evoluzione del prodotto: nello schema a bolle utilizzato più la sfera è posizionata
a destra e maggiore è l'indice OB ottenuto, più si trova in alto nel grafico e maggiore è
l'evoluzione positiva aromatica, più la bolla è ampia e maggiore è l'evoluzione positiva
della struttura del vino. Dai grafici riportati si evince con molta facilità che sotto il profilo della tenuta nel tempo, come succede negli umani, i vini sono estremamente diversi e pare che elementi quali la gradazione alcolica e il contenuto in polifenoli abbiano
un'importanza molto più relativa di quanto si è portati a pensare. Insomma, proprio attraverso l'indice, che considera una quarantina di parametri, si può rilevare che l'unico
metodo per capire cosa succede a bottiglia smezzata è di fare un test, vino per vino.
Ma almeno ora abbiamo un test e un indice. Con quest'ultimo si può generare uno
storico incrementabile di anno in anno, ma soprattutto dare una prova seria al cliente.
Luigi Odello e
Gian Paolo Braceschi
Gian Paolo Braceschi
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