IL SAGITTARIO A TAVOLA:
L'APPETITO VIEN MANGIANDO
Dicembre: la natura si riposa. Il nostro piccolo seme, però, freme pieno di energia e progetti
per
il proprio futuro di pianta e, sorretto dal caldo del sole dell'estate
che lo ha generato, attende paziente - si fa per dire- che arrivi il
momento giusto per germogliare. Se l'idea dell'arco teso con la propria
freccia ben rende l'idea della vera natura della nostra piantina in spe,
non ci dobbiamo stupire se tale immagine è stata scelta per
rappresentare il segno del mese, il sagittario, segno di fuoco e
governato da Giove e Nettuno. Del primo il nativo ha l'innato ottimismo,
l'esuberanza e la cieca fiducia nelle proprie capacità; la
"giovialità", la gioia per la tavola e la vivacità intellettuale. Non di
rado il tutto sfocia nella tendenza a pontificare, a non considerare le
esigenze altrui, e -come i suoi compagni di fuoco ariete e leone - a
imporre candidamente la propria presenza e invadere lo "spazio vitale"
del compagno o monopolizzare una conversazione.
Deve però fare i
conti con il vacuo Nettuno, che tutt’altro offre che sicurezza e
stabilità, minando non poco l'ottimismo del segno. Da qui nasce
l'insoddisfazione latente per la realtà oggettiva che lo circonda, il
desiderio di scoprire nuovi orizzonti, la ricerca filosofica, lo
scoccare sempre nuove frecce nel cielo e seguirne la traiettoria.
Esterofilo per scelta, ama viaggiare e scoprire l'essenza di culture
diverse.
Come il seme, anche il nativo del sagittario è dotato di
un enorme patrimonio energetico e non di rado la costituzione
leggermente robusta ne evidenzia la presenza, anche se a volte Nettuno
può conferirgli un aspetto piuttosto mingherlino e ascetico. Ma non
dobbiamo farci trarre in inganno: il Sagittario è e rimane
fondamentalmente una buona forchetta e un amante del buon bicchiere.
Si
lascia trascinare a veri e propri tour de force gastronomici, non
tralasciando nulla che solo vagamente stuzzichi l'olfatto o la vista.
Banchetti o pranzi importanti, brunch o scampagnate improvvisate,
l'importante è stimolare il palato e offrirgli sempre nuove varietà di
sapori... senza limiti di quantità, purtroppo! Proprio per questo
parlare di enogastronomia e Sagittario rappresenta un argomento molto
delicato; non per quanto concerne la naturale passione per la buona
tavola - è il gourmet par exellence - ma concetti quali "dietetico",
"magro" e "leggero" sono veri tabù nel discorso. A farne le spese è
l’organo al quale affidato l'arduo compito di depurare l'organismo
appesantito: il fegato.
Intossicazioni,
calcoli, coliche o comunque un diffuso malessere generale
caratterizzato da spossatezza e intorpidimento sono sintomi di uno stato
di "stress" epatico. Bisognerà ricorrere a trucchi per convincere il
nativo a cambiare di: stuzzicanti insalate miste come antipasto, con
alto contenuto di fibre e cellulosa, riducono la sensazione di fame.
Occorre dimezzare le porzioni, far sparire stuzzichini e non abbondare
di pane a tavola; introdurre minestre contadine e piatti con un ridotto
contenuto di grassi. Per integrare l'enorme bisogno energetico basterà
assumere regolarmente pappa reale arricchita di polline, ricca di
proprietà galvanizzanti e remineralizzanti.
La ghiandola
pituitaria, governata dal segno, regolatrice dei processi di
accrescimento corporeo e quindi responsabile della costituzione fisico
del nativo e la crescita delle ossa necessita un apporto costante di
vitamina A e le vitamine del gruppo B, in particolare la B5. Si trovano
in lieviti, fegato, funghi, soia e verdure a pasta gialla, quali zucche e
carote. Quest'ultime contengono , inoltre, un alta percentuale di
ossido di silicio (Silicea), il sale cellulare del segno utile nel
processo di fissazione del calcio nelle ossa: è presente, inoltre, nella
bucce della frutta, in avena, ciliegie o prugne.
Arduo sarà
abituare il gaudente a controllarsi nel consumo di alcolici. Forte
bevitore, ama spaziare tra vini corposi e bianchi frizzanti, liquori e
distillati, aperitivi e digestivi.
Se,
invece, è il cuoco nativo del segno, prepariamoci a dei veri e propri
tour gastronomici attorno al globo: non importa se anatra alla
pechinese, bistecche al sangue stile Far West o cuscus tunisino, il
nostro poeta della tavola si dimostrerà un vero maestro dell'arte
culinaria, eccedendo purtroppo nel dosaggio delle spezie -un pizzico di
troppo - e nelle porzioni dalle dimensioni pantagrueliche.
Eccellenti
saranno i suoi vini, sempre all'altezza del piatto e, non dimentichiamo
la sua megalomania, dalle etichette prestigiose come un “FARNITO” della
Carpineto di Greve in Chianti.
Da "uomo - o donna- di
mondo" sarà un ospite brillante e piacevole, erudito e sempre pronto a
intavolare discorsi interessanti con una nota filosofica, dove tenderà,
tuttavia, a monopolizzare l'attenzione e fare sfoggio della propria
cultura poliedrica.
Non importa. Possiamo distrarci guardandoci
intorno scoprendo, in cucina o nella sala da pranzo, preziosi e insoliti
souvenir di viaggi lontani, libri di cucina introvabili nelle nostre
librerie, spezie insolite ma indispensabili per la preparazione di
piatti esotici. Non sarà certo l'ordine a metterci a nostro agio ma la
calda e confortevole luminosità dell'ambiente e la predominanza di
colori caldi delle tovaglie e delle stoviglie che ricordano i banchetti
di spezie dei suk orientali: giallo, arancione, ocra e le diverse
sfumature delle terra di Siena.
Daniela Mosena
LA RICETTA PER L’OSPITE SAGITTARIO.
Arance arrostite
Ingredienti:
6 arance, mezzo etto di pane gratuggiato, uno spicchio di aglio
tritato, una manciata di prezzemolo, tre cucchiai di olivo d’oliva extra
vergine, sale e pepe.
Preparazione: tagliate a metà le arance
lavate, liberatele dei semi e ponete in una ciotola parte della polpa
assieme all’aglio, il prezzemolo, l’olio e il pane gratuggiato.
Mescolate il tutto, correggendo di sale e pepe e farcite con il composta
le mezze arance. Arrostitele a fuoco di carbonella (o legna) adagiate
su di una graticola.
Servitele calde accompagnate da un buon “amarone”, uno splendido rosso di Villa Girardi
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