Neve programmata,
manna per il turismo
Certo non ci sarà neve, ma di acqua sotto i ponti degli impianti sciistici ne è passata parecchia. Non ci riferiamo tanto all’acqua degli invasi costruiti appositamente per garantire l’innevamento programmato (grazie al quale si può oggi sciare in condizioni ottimali sulle piste della gran parte delle stazioni italiane, soprattutto di quelle aderenti al Dolomiti Superski), quanto a quella in cui annegavano le lamentele e le polemiche degli anni passati quando (non è una novità del 2015) sotto Natale le piste erano praticamente pascoli senza bovini. E il corollario erano richieste di cassa integrazione e disdette negli alberghi.
Se ci fosse bisogno di una dimostrazione che per avere un buono stato di salute del turismo bisogna avere buoni imprenditori, capaci di investire e di anticipare i problemi, i cannoni sparaneve sembrano uno degli esempi più precisi. Grazie a questi impianti, all’esercito di gatti delle nevi e a un personale fra i più preparati al mondo, in questi giorni si può sciare in sicurezza e tranquillità sulle piste più belle dell’arco alpino. E gli alberghi, con tutti i servizi a cascata (dalle spa alla ristorazione) sono per lo più all’insegna del tutto esaurito.
Certo non mancano le sterili polemiche di chi è contrario a prescindere all’innevamento programmato (è il caso di certi cripto-ecologisti che parlano di inquinamento della falda nonostante i gestori degli impianti e le istituzioni assicurino che non ci sono additivi chimici, ma solo tanta, tanta tecnologia e un minimo di freddo...), ma nel complesso la soddisfazione è generale. Solo fra Trentino e Alto Adige sono aperte almeno la metà delle piste, con neve di ottima qualità prodotta dai cannoni. E tanti sono i complimenti dei turisti per la neve che non l’inverno ma la tecnologia ha portato sulle piste ancora asciutte dei più grandi comprensori montuosi alpini.
Oggi si può fare più neve coi cannoni consumando meno energia (idroelettrica) e il risultato è una spinta all’economia che garantisce ai turisti (italiani e non) di godere le vacanze sulle nostre montagne, mettendo definitivamente in sordina gli anni di crisi. Questo significa che il turismo può contare su dei punti fermi che garantiscono servizi, posti di lavoro e professionalità. Per molti giovani delle località più rinomate il vivere sulla loro terra è un fatto ormai scontato e non si parla più di abbandono delle montagne. Gli alberghi potenziano le strutture, negli anni si sono diffusi i ristornati gourmand e stellati. E in molte località anche nei rifugi si mangiano piatti di grandi cuochi e si organizzano manifestazioni enogastronomiche.
Il tutto grazie a questa neve programmata che, mentre si posa a terra dopo essere stata sparata dai cannoni, sembra davvero una manna dal cielo.
Se ci fosse bisogno di una dimostrazione che per avere un buono stato di salute del turismo bisogna avere buoni imprenditori, capaci di investire e di anticipare i problemi, i cannoni sparaneve sembrano uno degli esempi più precisi. Grazie a questi impianti, all’esercito di gatti delle nevi e a un personale fra i più preparati al mondo, in questi giorni si può sciare in sicurezza e tranquillità sulle piste più belle dell’arco alpino. E gli alberghi, con tutti i servizi a cascata (dalle spa alla ristorazione) sono per lo più all’insegna del tutto esaurito.
Certo non mancano le sterili polemiche di chi è contrario a prescindere all’innevamento programmato (è il caso di certi cripto-ecologisti che parlano di inquinamento della falda nonostante i gestori degli impianti e le istituzioni assicurino che non ci sono additivi chimici, ma solo tanta, tanta tecnologia e un minimo di freddo...), ma nel complesso la soddisfazione è generale. Solo fra Trentino e Alto Adige sono aperte almeno la metà delle piste, con neve di ottima qualità prodotta dai cannoni. E tanti sono i complimenti dei turisti per la neve che non l’inverno ma la tecnologia ha portato sulle piste ancora asciutte dei più grandi comprensori montuosi alpini.
Oggi si può fare più neve coi cannoni consumando meno energia (idroelettrica) e il risultato è una spinta all’economia che garantisce ai turisti (italiani e non) di godere le vacanze sulle nostre montagne, mettendo definitivamente in sordina gli anni di crisi. Questo significa che il turismo può contare su dei punti fermi che garantiscono servizi, posti di lavoro e professionalità. Per molti giovani delle località più rinomate il vivere sulla loro terra è un fatto ormai scontato e non si parla più di abbandono delle montagne. Gli alberghi potenziano le strutture, negli anni si sono diffusi i ristornati gourmand e stellati. E in molte località anche nei rifugi si mangiano piatti di grandi cuochi e si organizzano manifestazioni enogastronomiche.
Il tutto grazie a questa neve programmata che, mentre si posa a terra dopo essere stata sparata dai cannoni, sembra davvero una manna dal cielo.
Italiaatavola
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