Agrifood One,
il fondo di investimento
per promuovere
l’alimentare italiano
Nuovi orizzonti per il settore agroalimentare: Garnell e Slow Food lanciano Agrifood One, il fondo di investimento finalizzato a promuovere la sostenibilità e l'innovazione delle imprese agroalimentari italiane
Garnell, gruppo milanese attivo nella finanza d'impresa e nella consulenza a grandi investitori e Slow Food Italia, hanno stretto un accordo per la nascita di Agrifood One, un fondo di investimento destinato a promuovere e valorizzare l'economia reale, l'innovazione e la sostenibilità nell'ambito del settore agroalimentare italiano. Coniugare il business con agricoltura e sostenibilità, questo il principale obiettivo della partnership strategica tra i due soggetti.
Il momento è favorevole, per dati di mercato, per valore del Made in Italy di qualità, per lo sviluppo costante del settore agroalimentare. Negli Stati Uniti, Bill Gates ha annunciato da pochi giorni, un fondo da un miliardo di dollari per la sostenibilità in agricoltura. E in Italia, dove il mondo dell'agricoltura e del food hanno sempre più bisogno di stimoli positivi per continuare, nasce quindi una nuova opportunità per il settore agroalimentare allargato anche agli imprenditori della ristorazione, della produzione e della trasformazione.
«Viene dalla storia di un veliero australiano che doveva trasportare legname da Melbourne a Bumbury. Il comandante trovò venti molto forti e per arrivare a destinazione decise, per le avverse condizioni del mare, di compiere l'intero giro del mondo, ci mise 76 giorni, ma il carico giunse a destinazione. La metafora racconta lo spirito di questo soggetto finanziario “anche in condizioni avverse mai perdere gli obiettivi”».
«Nel 2004 - prosegue La Scala - nasce Garnell, nel 2008 entra nel settore delle energie rinnovabili ed efficienza energetica. Nel 2015 compiamo un passo ulteriore per divenire veri e propri investitori istituzionali e oggi nasce Agrifood One. La logica è quella di andare sull'economia reale, con fondi di private equity, un asset class che ha grande futuro. Punto di incontro tra esigenze degli investitori ed economia reale».
«Avevamo intenzione di investire nell'agroalimentare. In Slow Food abbiamo trovato attenzione e interesse non scontati, e competenze da integrare. La finanza non è solo interessata alla massimizzazione di un ritorno a qualsiasi costo e con questa partnership valorizziamo i territori con una visione complementare. Il compito di Slow Food sarà significativo in ciascuna fase dei processi di investimento. Nella fase di selezione così come in quella operativa, entrando nelle aziende e valutando le potenzialità».
«Pianificare poi interventi mirati - conclude La Scala - per dare all'azienda una crescita che porti vantaggi nel settore con la massima attenzione alla sostenibilità. I parametri di investimento e rischio sono quelli tradizionali. Vogliamo infine introdurre modalità semplici per capire e scegliere questo tipo di investimento, una sorta di etichetta trasparente, comprensibile a tutti».
«Tutte le ragioni di filosofia e di valori per cui siamo qui sono quelle che ispirano Slowfood dalla sua nascita», commenta Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food e per lungo tempo presidente Slow Food Italia. «La prima volta abbiamo incontrato Garnell diciotto mesi fa, anche il percorso di intesa è stato slow. Oggi il settore è molto differente dalle origini di Slow Food, quando ancora si chiamava Arcigola, allora il settore agricolo perdeva addetti. Oggi l'agricoltura traina invece un'economia debole, e la fa crescere per occupazione, fatturato, export».
«In settori del beverage - esemplifica Burdese - come la birra, sono nati mille birrifici in pochi anni perché si è aperto un mercato e una domanda dei consumatori. Ci sono dunque prospettive e numeri che sostengono la fiducia nel comparto. Non sono tutte rose e fiori se il Made in Italy tira, i problemi però non mancano. Ci sono opportunità inespresse, occasioni che non si raccolgono. A volte a causa del passaggio generazionale aziendale o per difficili momenti congiunturali. Oppure aziende giovani, animate da giovani con importanti prospettive, nate però in un periodo storico che offre meno possibilità. Non manca né la tradizione, né la capacità di innovare. C'è il mercato per il Made in Italy in tutto il mondo».
«Abbiamo trovato molti punti in comune con Garnell - conclude Il presidente di Slow Food - ora si comincia con la missione di aiutare le aziende a partire dalle piccole, ma aperti a tutto il mondo del Made in Italy di qualità. E ci auguriamo che ci sarà nel futuro un “sequel” con Agrifood Two».
Dal punto di vista economico finanziario, il fondo propone investimenti che puntano sulla crescita della redditività e sullo sviluppo di benefici sociali e ambientali che l'agroalimentare può generare nel nostro Paese. Gli investitori potranno accedere a un portafoglio di investimenti diversificato: dalla produzione agricola, alla trasformazione alimentare, dalle macchine per la produzione e trasformazione alla distribuzione. Infine Garnell metterà a frutto i capitali inagiti per sostenere direttamente le imprese nei processi di crescita, sviluppo e innovazione.
Se la finanza, ma soprattutto gli investitori saranno capaci di comprendere il valore del settore agroalimentare quale economia trainante del Made in Italy e daranno realmente supporto alle aziende, la crescita ci sarà, sia occupazionale che di fatturato. Slow Food e Garnell ne sono convinti, la fiducia va concessa.
Il momento è favorevole, per dati di mercato, per valore del Made in Italy di qualità, per lo sviluppo costante del settore agroalimentare. Negli Stati Uniti, Bill Gates ha annunciato da pochi giorni, un fondo da un miliardo di dollari per la sostenibilità in agricoltura. E in Italia, dove il mondo dell'agricoltura e del food hanno sempre più bisogno di stimoli positivi per continuare, nasce quindi una nuova opportunità per il settore agroalimentare allargato anche agli imprenditori della ristorazione, della produzione e della trasformazione.
Filippo La Scala e Roberto Burdese
Slow Food incontra un mondo finanziario pragmatico e innovativo. Non è solo una collaborazione ma un'unione di idee per contaminarsi con l'economia reale attraverso scelte innovative per i risparmiatori. In comune tra i partner: tempo, pazienza, e visione a lungo termine, oltre alla comune scommessa di investire sul futuro. Filippo La Scala, amministratore delegato di Garnell e fondatore, apre il discorso dall'origine del nome Garnell.«Viene dalla storia di un veliero australiano che doveva trasportare legname da Melbourne a Bumbury. Il comandante trovò venti molto forti e per arrivare a destinazione decise, per le avverse condizioni del mare, di compiere l'intero giro del mondo, ci mise 76 giorni, ma il carico giunse a destinazione. La metafora racconta lo spirito di questo soggetto finanziario “anche in condizioni avverse mai perdere gli obiettivi”».
«Nel 2004 - prosegue La Scala - nasce Garnell, nel 2008 entra nel settore delle energie rinnovabili ed efficienza energetica. Nel 2015 compiamo un passo ulteriore per divenire veri e propri investitori istituzionali e oggi nasce Agrifood One. La logica è quella di andare sull'economia reale, con fondi di private equity, un asset class che ha grande futuro. Punto di incontro tra esigenze degli investitori ed economia reale».
«Avevamo intenzione di investire nell'agroalimentare. In Slow Food abbiamo trovato attenzione e interesse non scontati, e competenze da integrare. La finanza non è solo interessata alla massimizzazione di un ritorno a qualsiasi costo e con questa partnership valorizziamo i territori con una visione complementare. Il compito di Slow Food sarà significativo in ciascuna fase dei processi di investimento. Nella fase di selezione così come in quella operativa, entrando nelle aziende e valutando le potenzialità».
«Pianificare poi interventi mirati - conclude La Scala - per dare all'azienda una crescita che porti vantaggi nel settore con la massima attenzione alla sostenibilità. I parametri di investimento e rischio sono quelli tradizionali. Vogliamo infine introdurre modalità semplici per capire e scegliere questo tipo di investimento, una sorta di etichetta trasparente, comprensibile a tutti».
«Tutte le ragioni di filosofia e di valori per cui siamo qui sono quelle che ispirano Slowfood dalla sua nascita», commenta Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food e per lungo tempo presidente Slow Food Italia. «La prima volta abbiamo incontrato Garnell diciotto mesi fa, anche il percorso di intesa è stato slow. Oggi il settore è molto differente dalle origini di Slow Food, quando ancora si chiamava Arcigola, allora il settore agricolo perdeva addetti. Oggi l'agricoltura traina invece un'economia debole, e la fa crescere per occupazione, fatturato, export».
«In settori del beverage - esemplifica Burdese - come la birra, sono nati mille birrifici in pochi anni perché si è aperto un mercato e una domanda dei consumatori. Ci sono dunque prospettive e numeri che sostengono la fiducia nel comparto. Non sono tutte rose e fiori se il Made in Italy tira, i problemi però non mancano. Ci sono opportunità inespresse, occasioni che non si raccolgono. A volte a causa del passaggio generazionale aziendale o per difficili momenti congiunturali. Oppure aziende giovani, animate da giovani con importanti prospettive, nate però in un periodo storico che offre meno possibilità. Non manca né la tradizione, né la capacità di innovare. C'è il mercato per il Made in Italy in tutto il mondo».
«Abbiamo trovato molti punti in comune con Garnell - conclude Il presidente di Slow Food - ora si comincia con la missione di aiutare le aziende a partire dalle piccole, ma aperti a tutto il mondo del Made in Italy di qualità. E ci auguriamo che ci sarà nel futuro un “sequel” con Agrifood Two».
Dal punto di vista economico finanziario, il fondo propone investimenti che puntano sulla crescita della redditività e sullo sviluppo di benefici sociali e ambientali che l'agroalimentare può generare nel nostro Paese. Gli investitori potranno accedere a un portafoglio di investimenti diversificato: dalla produzione agricola, alla trasformazione alimentare, dalle macchine per la produzione e trasformazione alla distribuzione. Infine Garnell metterà a frutto i capitali inagiti per sostenere direttamente le imprese nei processi di crescita, sviluppo e innovazione.
Se la finanza, ma soprattutto gli investitori saranno capaci di comprendere il valore del settore agroalimentare quale economia trainante del Made in Italy e daranno realmente supporto alle aziende, la crescita ci sarà, sia occupazionale che di fatturato. Slow Food e Garnell ne sono convinti, la fiducia va concessa.
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