Dario Franceschini:
Tutelare i patrimoni
dei nostri centri
storici è un dovere
Il Ministro Dario Franceschini esprime la sua soddisfazione in merito al provvedimento del comune di Firenze che obbliga gli esercizi alimentari del centro storico a vendere, al 70%, prodotti tipici toscani
Il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) Dario Franceschini (nella foto) ha espresso il suo apprezzamento per la delibera promossa dal Comune di Firenze per tutelare il centro storico imponendo ai nuovi negozi di alimentari che vogliono aprire nell'area di tenere almeno il 70% di prodotti tipici locali e di filiera corta.
«Firenze ha approvato una delibera improntata a questo principio: proteggere il naturale tessuto economico dei nostri centri storici - ha detto Franceschini - credo che pensare al turismo sostenibile sia anche questo: tutelare e valorizzare i patrimoni delle nostre città».
Dopo l’applicazione, circa due mesi fa, del “Regolamento Unesco”, in base al quale il centro storico di Firenze ha messo fine alla somministrazione di alcolici a tutte le ore della notte, la giunta guidata dal sindaco Dario Nardella ha fatto un altro passo avanti per la tutela del patrimonio enogastronomico fiorentino. I ristoranti, i negozi di alimentari e anche le paninoteche che apriranno nel centro storico di Firenze dovranno dunque mettere in vendita una quantità pari almeno al 70% di prodotti tipici toscani.
I nuovi locali che non rispetteranno questa disposizione dovranno passare al vaglio di una commissione comunale di 5 saggi, che avrà la possibilità di concedere deroghe in base al singolo progetto. Di certo la notizia divide e si è fatto sentire il malcontento da parte di alcuni esercenti che, seppur fedeli alla tradizione fiorentina, ritengono che la percentuale sia troppo alta, e che non si possano chiudere gli occhi davanti alla globalizzazione che sta avanzando anche nel settore della ristorazione.
Il Ministro Franceschini ha espresso l'opinione nel corso di un incontro dedicato ai temi del turismo nel capoluogo toscano, e chissà che il talk show del prossimo 2 aprile, nell’ambito del Premio Italia a Tavola - a cui lo stesso Ministro presenzierà in qualità di relatore - non sarà l’occasione per approfondire la questione; ricordiamo infatti che il tema del talk show sarà “L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare”.
«Firenze ha approvato una delibera improntata a questo principio: proteggere il naturale tessuto economico dei nostri centri storici - ha detto Franceschini - credo che pensare al turismo sostenibile sia anche questo: tutelare e valorizzare i patrimoni delle nostre città».
Dopo l’applicazione, circa due mesi fa, del “Regolamento Unesco”, in base al quale il centro storico di Firenze ha messo fine alla somministrazione di alcolici a tutte le ore della notte, la giunta guidata dal sindaco Dario Nardella ha fatto un altro passo avanti per la tutela del patrimonio enogastronomico fiorentino. I ristoranti, i negozi di alimentari e anche le paninoteche che apriranno nel centro storico di Firenze dovranno dunque mettere in vendita una quantità pari almeno al 70% di prodotti tipici toscani.
I nuovi locali che non rispetteranno questa disposizione dovranno passare al vaglio di una commissione comunale di 5 saggi, che avrà la possibilità di concedere deroghe in base al singolo progetto. Di certo la notizia divide e si è fatto sentire il malcontento da parte di alcuni esercenti che, seppur fedeli alla tradizione fiorentina, ritengono che la percentuale sia troppo alta, e che non si possano chiudere gli occhi davanti alla globalizzazione che sta avanzando anche nel settore della ristorazione.
Il Ministro Franceschini ha espresso l'opinione nel corso di un incontro dedicato ai temi del turismo nel capoluogo toscano, e chissà che il talk show del prossimo 2 aprile, nell’ambito del Premio Italia a Tavola - a cui lo stesso Ministro presenzierà in qualità di relatore - non sarà l’occasione per approfondire la questione; ricordiamo infatti che il tema del talk show sarà “L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare”.
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