Senigallia,
Da Ciccio
si trasforma
Da chiosco
a ritrovo
gourmet
Claudio Giacomelli |
Il ristorante Da Ciccio è quasi in riva al mare, sulla cosiddetta Spiaggia di velluto, dove l’arenile ritrova il suo fascino, senza cabine e a ridosso delle dune.
Nel 1968 c’era un piccolo chiosco sulla spiaggia e babbo Enzo insieme a suo fratello Peppe lo trasformò prima in un baretto dove vendeva bibite e preparava panini con le spuntature ai turisti, poi in un ristorantino dove cucinava il pesce che pescava con le sue due piccole barchette. In cucina zia Romana e mamma Maria Nice che trasformò il figlio Claudio Giacomelli in cuoco ben preparato e ospitale. Claudio, che subentrò nel 1988, ha le idee ben chiare e il locale, aperto tutto il giorno, si nota per il candore delle pareti e l’ampia sala vetrata.
Uno dei piatti nel menu
Lo spettacolo naturale è stupendo, con i colori del mare e del cielo cangianti secondo l’ora della giornata, dal chiarore dell’alba, all’intensità del mezzogiorno, al tramonto rosato, alle romantiche notti di luna piena allo scirocco che spinge le nubi. Si apprezza il contrasto con l’arredo moderno, le sedie chiare, i tavoli quadrati ben distanziati, le tovaglie chiare.Claudio si fa preparare la pasta all’uovo, secondo necessità, dalla cugina che ha un laboratorio specializzato: dalle tagliatelle alle chitarrine ai passatelli; nel contempo i suoi collaboratori in cucina sgusciano a mano le vongole fresche e anche un semplice piatto di pasta risulta perfetto.
Il locale
I piatti del menu sono selezionati, cambiano secondo stagione e opportunità di mercato; il pesce è sempre fresco e si cucina in tre modi: fritto, alla griglia, al forno; risulta gustoso e leggero, con la voglia di ritornare. Squisiti gli antipasti di mare, di campagna e marinari quelli caldi come cozze alla tarantina, vongole in sautè, raguse. Poi risotti, ciavattoni, gnocchetti, pennette, tortellini con vari e gustosi condimenti. Anche tagliata, bistecca e piatti per bambini.
Un altro piatto del menu
I vini sono una cinquantina, i migliori marchigiani, bollicine e una buona rappresentanza dalle regioni vitivinicole più importanti cui si accostano due doc, Bianchello del Metauro e Verdicchio di Matelica. Interessante la carta delle birre artigianali. Claudio dimostra accortezze inusuali: staccare con la cucina per qualche giorno e stare in sala; scegliere con cura i vini tenendo ben in conto i gusti del commensale. Se gli si chiedono vini naturali, senza solfiti, può proporre una piccola carta di 15 etichette che è in continua evoluzione; infatti se gli fai una richiesta si allontana dal tavolo e ritorna con 4 o 5 bottiglie fra le braccia, per una scelta anche fisica.
di Claudio Riolo
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