A Pasqua crescono
gli italiani al ristorante (6 milioni), ma...
i locali aperti sono meno
Secondo la Fipe, la spesa complessiva sfiorerà i 400 milioni di euro. Il numero delle attività aperte risulta in leggero calo rispetto allo scorso anno. Tra i clienti attesi la maggior parte è composta da residenti. Per l’occasione, il 68,2% dei ristoranti prevede un menu degustazione composto da 6 portate a un prezzo medio di 62 euro bevande incluse
Pasqua con chi vuoi, ma al ristorante! Saranno, infatti, 6,4 milioni gli ospiti dei ristoranti italiani per questa Pasqua 2023, un numero in crescita rispetto al trend registrato lo scorso anno ma soprattutto tornato ai livelli del 2019. A rivelarlo è l’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, che ha pubblicato un’indagine sulle aspettative dei ristoratori italiani per la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta. Gettonatissimi gli agriturismi dove secondo Campagna Amica Terranostra saranno oltre mezzo milione le presenze degli italiani spinti dalla voglia di stare all’aria aperta alla ricerca del buon cibo. Un’offerta che traina anche i piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.
In leggero calo i ristoranti aperti a Pasqua
Nello specifico, il numero delle attività aperte risulta in leggero calo rispetto allo scorso anno, con l’88,2% dei Pubblici Esercizi che ha deciso di rimanere operativo durante il fine settimana di festività. Tra i clienti attesi nelle sale dei ristoranti italiani, la maggior parte è composta da residenti (65%), il 28,2% da turisti provenienti da altre città della Penisola, mentre il 6,8% da visitatori stranieri.
Menu degustazione di 6 portate in più della metà dei ristoranti
Per l’occasione, il 68,2% dei ristoranti prevede un menu degustazione composto da 6 portate a un prezzo medio di 62 euro bevande incluse. Il restante 31,9% offrirà, invece, un menu a la carte a un prezzo medio di 55 euro per tre portate (bevande escluse). Nel complesso, la spesa è stimata in 395 milioni di euro.
In generale, comunque, nel 76,3% dei casi i menu si caratterizzeranno per un forte legame con la tradizione del periodo pasquale. Tra i primi piatti, ad esempio, sarà la pasta fresca a farla da padrone: tagliatelle, ravioli e lasagne saranno i protagonisti della tavola. Tra i secondi non mancherà ovviamente l’agnello, mentre per il fine pasto, oltre ai dolci della tradizione (pastiera, cassata, colomba etc.), andranno per la maggiore anche le mousse, la bavarese o il millefoglie.
In tavola vince la tradizionePasquetta 2023 in linea con il 2022
Le previsioni per il lunedì di Pasquetta sono in linea con il 2022, sia per quanto riguarda il numero delle attività aperte (il 79,5% del totale) sia per il numero di clienti attesi, che viene stimato in 4,9 milioni con il 44,2% rappresentato dai turisti italiani e stranieri.
Menu di Pasqua a la carte
Il menù, a differenza di quanto rilevato per il pranzo di Pasqua, sarà soprattutto a la carte. Una scelta, questa, che riguarda il 71,6% dei ristoranti, mentre per il menu “degustazione”, previsto dal 28,4% dei Pubblici Esercizi, si spenderanno poco più di 60 euro in media. Per il lunedì dell’Angelo, gli analisti di Fipe-Confcommercio stimano in 234 milioni di euro la spesa complessiva.
«I consumi attesi nella ristorazione per i giorni di Pasqua e Pasquetta confermano il percorso di ripresa che il settore ha intrapreso già dallo scorso anno, come è emerso anche dal Rapporto Annuale presentato da Fipe nei giorni scorsi - ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio - Se, da un lato, questi dati confermano la rinnovata disponibilità degli italiani a concedersi dei momenti di convivialità nonostante le criticità dell’attuale contesto economico e il ritorno del turismo internazionale, dall’altro le sfide per la ristorazione rimangono impegnative, soprattutto sotto l'aspetto della gestione dei costi».
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