Sulle orme
di Mario Soldati,
alla riscoperta
del cibo genuino
"Piave" ORO Lattebusche |
Chi avrebbe mai pensato che un cacciatore di sapori potesse diventare un eroe? Che uno scrittore potesse passare dalla penna alla forchetta, creando un epico viaggio nel cuore culinario dell'Italia? Ma è così che si fa la storia. E in questa storia, c'è un uomo che ha preso il bisturi del gusto e ha sezionato l'anima del nostro Paese: Mario Soldati (morto il 19 giugno 1999). Questo audace narratore, con un piede nel mondo letterario e l'altro ben piantato nei campi di pomodori, ha fatto della sua missione scoprire, assaggiare e divulgare le meraviglie della cucina italiana. Con il suo programma "Viaggio nella valle del Po", andato in onda sulla Rai, tra il 1957 e il 1958, Soldati non si è limitato a descrivere piatti e ricette: ha raccontato storie, tradizioni, vite. Ha scoperchiato la pentola della cultura italiana e ci ha mostrato cosa bolliva al suo interno. Era un tempo in cui il “Programma nazionale” della tv in bianco e nero offriva solo Varietà e poco più, ma Soldati scelse di spazzare via il glamour e portarci nel cuore pulsante della produzione enogastronomica. E mentre tutti sgranavano gli occhi davanti a piatti e prodotti che sembravano usciti da un film di fantascienza, Soldati ci ricordava che il vero cibo è quello che si può toccare, annusare, assaggiare.
Il giornalista e scrittore Mario Soldati, un eroe inaspettato della cucina italianaCon Mario Soldati un viaggio
nella cultura gastronomica italiana
Un viaggio lungo 652 chilometri, dalle sorgenti alla foce del Po, tra sapori autentici e storie di vita quotidiana, di lavoro e di passione. Un viaggio che non era solo un reportage, ma un racconto, un romanzo a puntate in cui il cibo diventava protagonista.
Soldati era un visionario, un sognatore che ha trasformato la nostra comprensione del cibo. Un vero pioniere, che ha esplorato il paesaggio italiano alla ricerca dei sapori più autentici, intervistando i produttori e i cuochi, mettendo in luce le storie che rendono il nostro cibo così unico.
Soldati, vedere oltre le apparenze
per riscoprire il valore del cibo
Oggi, a distanza di quasi settant'anni, quel viaggio è ancora attuale. Anzi, è più attuale che mai. Tra cibo diventato merce e sapori soffocati dal clamore del marketing, il messaggio di Soldati risuona forte e chiaro: dobbiamo tornare alla genuinità, dobbiamo tornare a valorizzare il nostro patrimonio enogastronomico, dobbiamo tornare a mangiare con gusto, ma anche con consapevolezza e responsabilità.
Eppure, nonostante le apparenze, non si tratta di un messaggio nostalgico. Non si tratta di tornare indietro, di rinunciare ai progressi fatti, di chiudersi in una sorta di mausoleo del gusto. Al contrario, si tratta di andare avanti, di guardare al futuro con uno sguardo nuovo, capace di coniugare tradizione e innovazione, qualità e sostenibilità. Si tratta di un messaggio di speranza, di fiducia nella capacità dell'uomo di riscoprire e valorizzare la ricchezza della propria cultura, di contribuire a costruire un futuro più giusto e sostenibile attraverso le proprie scelte alimentari.
La modernità del messaggio di Soldati
La modernità di Soldati non sta tanto nelle sue parole, quanto nel suo sguardo, nel suo modo di affrontare e interpretare la realtà. Uno sguardo critico, ma anche curioso e appassionato. Uno sguardo che non si accontenta delle apparenze, che va oltre, che cerca, che indaga, che svela. Uno sguardo che non è mai neutro, ma che è sempre coinvolto, partecipe, empatico. Uno sguardo che, ancora oggi, ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi, a scoprire il valore delle piccole cose, a riconoscere la bellezza e la dignità del lavoro dell'uomo, a rispettare la natura e i suoi ritmi.
Riscoprire Soldati, qui ed oggi, significa riscoprire il valore del cibo come strumento di conoscenza e di condivisione, come veicolo di cultura e di identità, come espressione di un territorio e di una comunità. Significa riscoprire il piacere di sedersi a tavola, di gustare un piatto, di ascoltare una storia, di condividere un momento.
Ma amare Soldati, sempre qui, sempre oggi, significa anche dare importanza alla parola, alla narrazione, alla comunicazione. Significa credere nel potere dirompente delle storie, nella forza delle immagini. Significa mettere al centro l'arte di raccontare, di condividere, di coinvolgere.
Il ricordo di Mario Soldati,
un invito a “rallentare”
Il messaggio di Soldati è un invito a rallentare, a concederci il lusso di saper gustare, di apprezzare e di meditare su ciò che ci circonda. È un richiamo alla riscoperta del valore intrinseco del tempo, della quiete e della solitudine. È un invito a guardare dentro noi stessi, a ritrovare la nostra identità e a riabbracciare la nostra essenza.
“Non di solo pane vivrà l’uomo”, ma è la vita che prende forma attraverso storie, emozioni, incontri e scoperte. Siamo esseri fatti di viaggi, avventure e sogni. Siamo mossi da passioni, curiosità e desideri. Sì, viviamo di cibo, ma non solo come mero nutrimento per il corpo. Il cibo, per noi, è un nutrimento profondo per l'anima, è un tessuto di cultura, è una narrazione di storie, è un simbolo della vita stessa.
Quindi, in questa ricerca del cibo autentico, non possiamo fare altro che calcare i sentieri tracciati da Mario Soldati. Percorsi che ci portano attraverso le strade nascoste della nostra terra, che ci fanno assaporare i gusti e i profumi della nostra cucina, che ci immergono nelle storie e nelle tradizioni del nostro popolo. Queste tracce ci guidano alla scoperta di noi stessi, della nostra identità e del nostro spirito italiano.
Perciò, alziamo i calici e brindiamo a Soldati, il geniale cavaliere del cibo italiano. Alla sua missione, alla sua passione, al suo coraggio. E promettiamo di fare del nostro meglio per continuare il suo viaggio, per portare avanti il suo messaggio, per onorare la sua eredità. E allora, buon viaggio e buon appetito!
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