Calata la produzione dei biscotti cantuccini Igp con il 2022 che segna una flessione del 12,7% rispetto al 2021, con un volume di produzione certificata nel 2022 di 3.597 tonnellate, ma le prospettive restano buone. Per il presidente di Assocantuccini Giovanni Belli, si tratta solo di «un episodio di assestamento in una crescita che altrimenti perdurava ininterrotta dal conseguimento dell'Igp nel 2016». La «diminuzione era attesa, quasi fisiologica - afferma Belli. Negli anni passati la quota di export era salita dal 37% al 50%, ci siamo affacciati su mercati prima inesplorati, abbiamo conquistato nuovi importanti clienti. Tuttavia, le tensioni internazionali e il conflitto russo-ucraino agiscono da fattori di perturbazione e alcune posizioni commerciali non hanno potuto essere consolidate per ovvie ragioni. Non giovano neppure gli alti tassi di interesse, che hanno raffreddato l'economia dell'area euro e purtroppo anche la domanda interna».
Le esportazioni, si spiega, hanno mantenuto e semmai accresciuto la quota sulla produzione complessiva, passando nel 2022 dal 50 al 52%, con un aumento delle esportazioni fuori dalla Ue (passate dal 9 al 14%), trainate da Usa e Svizzera. In flessione invece i mercati europei di riferimento, Germania e Olanda in particolare. Per Belli è venuto il tempo anche per Assocantuccini di fare un salto di qualità, puntando con decisione sulla promozione del cantuccino toscano in Italia e all'estero: «Stiamo lavorando alacremente alla trasformazione in Consorzio di tutela», «contiamo di poter procedere alla trasformazione entro l'anno». Dalla IV Conferenza regionale dell'agricoltura in programma domani e giovedì Belli si augura che «i prodotti Dop e Igp trovino adeguata attenzione nella programmazione regionale per il periodo 2023-2027: le aziende agroalimentari hanno necessità di incentivi per il miglioramento qualitativo delle produzioni, per gli investimenti in sostenibilità, per l'acquisto di materie prime biologiche. Se poi la Toscana decidesse anche di supportare le aziende anche nella promozione sui mercati esteri, organizzando una presenza collettiva nelle fiere più importanti e stanziando contributi per le singole imprese partecipanti, ne saremmo entusiasti. Dopo il periodo della pandemia, è tempo di un ritorno al presidio diretto dei mercati». Iat
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