Sempre più turisti interessati
ai cammini etici morali culturali
Piacenza, anche nel 2023 come secoli orsono, si caratterizza per essere una città e un territorio “ di passo” come diceva Leonardo Da Vinci quando venne in città per partecipare al bando della Cattedrale che poi non vinse!. Come Comitato Tratta Piacenza, grazie al supporto di CevesUni, Aikal e Iusve di Mestre, abbiamo interpellato diversi organismi, guide e camminatori che “passano” lungo la pianura padana, il fiume Po e, in particolare, gli operatori del settore del turismo e accoglienza lungo le vie Romee e via Francigena. In sintesi, quello che emerge è:- continua il forte incremento del turismo lento, sloway, ma non solo, anche in bicicletta, a piedi, in moto, con camper, in pullman. Tutti i mezzi vanno bene;- in crescita l’attenzione ai luoghi ambientali e minori e diminuiscono sempre più le vacanze lunghe;- molto più voglia di conoscere l’Italia da parte degli italiani ma con molta attenzione ai costi sia fissi (trasporti e ricettività) che variabili (cibo e bevande), ma non cala la attenzione alla qualità dei luoghi, dei prodotti e dei servizi.A Piacenza, da febbraio a giugno 2023, in 8 risposte su 10 totali, c’è la richiesta di un “turismo di passaggio”, ma qualificato, soprattutto chi mira al territorio, paesaggio, ambiente, clima e servizi alle persone più che alle cose. I dati ufficiali del turismo piacentino (presenze e arrivi come previsto per legge regionale) secondo i nostri dati non corrispondono alla realtà dei numeri: sulla base del campione intervistato fra attori collettivi e individuali, si stima nel 2023 un 20% in più delle presenze e addirittura più che raddoppiati (110%) gli arrivi, rispetto ai conteggiati. Purtroppo la legge regionale non calcola i “ transiti”: non sono registrati, ma sono turisti a tutti gli effetti. Per questo che Piacenza figura agli ultimi posti nelle graduatoria regionale……Di riscontro la permanenza sul territorio è molto breve (va da 8 ore a 36 ore a massimo), ma il 61% delle risposte dichiarano che in un anno sono minimo 3 le “puntate” nel piacentino. Ovviamente vince alla grande la collina e montagna e i torrenti di valle, rispetto alla pianura e al fiume Po: un set tennistico 6 a 1. Molte richieste anche per il fiume Po, soprattutto quando abbiamo chiesto chi, fra tutti gli intervistati fra attivi e organizzatori (965 risposte su 1676 domande inviate), conosceva o frequentava o aveva “usufruito” negli ultimi 12 mesi del traghetto o guado o taxi del fiume Po a Calendascao o da altro punto di partenza (come Cremona o Bocca d’Adda).Quasi tutti i quesiti posti vertevano sull'’”uso” pedonale e ciclopedonale dei percorsi/itinerari segnalati della via Francigena passando per Piacenza-Città, da est a ovest e fra nord a sud. A parte la manifesta non conoscenza dei punti di riferimento e di info pubbliche e private sulle “tante” vie/cammini storici e culturali praticabili da parte dei turisti generici e dagli stessi “pellegrini cristiani” che possono firmare le credenziali, circa 2/3 delle risposte hanno segnalato - a conferma di quanto sollevato da anni dal Comitato - la mancanza di attrazione, di comunicazione, di interesse locale per catalizzare, di stradario di servizi, di cartellonista, di strumenti utili. I “cammini” storici etici morali e culturali non hanno una stagionalità vacanziera, ma il bel tempo, i servizi, la assistenza, le comodità… sono fattori determinanti se “entrare” in Piacenza o se bypassare la città. Ad ogni modo Piacenza “ è attrattiva” dichiara più del 50% delle risposte. Purtroppo il confronto invece che località confinanti, segnala alcuni buchi neri.Per circa il 91% delle risposte, quindi la stragrande maggioranza, le vie piacentine più attrattive restano quelle che portano verso le colline e le montagne, compreso gli appassionati di moto e camper alla ricerca di “parcheggi sicuri” per proseguire a piedi. Buona la presenza di stranieri, soprattutto nord Europa e di italiani “che ritornano in Italia” (turismo di ritorno) che sono dipendenti del web e delle cartografie. La parte più consistente dell’incoming escursionistico “ di passo” è dato dai “turisti padani” che puntano alle carraie e stradelli in mezzo ai boschi, verso i laghi di montagna e lungo i torrenti e i crinali che portano a osterie tipiche e a luoghi dove fare “sosta” vuol dire tranquillità, frescura, acqua, aria fresca. Su questo occorre fare promozione forte!In particolare i “pellegrini-turisti” segnalano la mancanza sul territorio di una cartellonistica europea; piazzuole di sosta localizzate in funzione dei luoghi e borghi; la reperibilità di mezzi pubblici e privati di trasporto su tragitti brevi; segnalazione e riferimento di servizi igienici, sanitari e assistenziali alle persone; la sicurezza del percorso in termini anche di assicurazione infortuni e problemi.La domanda di “escursionismo” è molto ampia e diversificata: dalla famiglia con bambini a pensionati appassionati di escursione. Mete preferite - sempre lungo le vie Romee antiche - sono la zona dell’alta val d’Aveto e val Trebbia con arrivo in Liguria grazie alla via degli Abati, i monti Oramara e Gottero, il passo del Tomarlo, i laghi Rudo, Gallo, Nero e le sorgenti dei torrenti. Destinazione sempre più gettonate sono il passo di Cento Croci e la valle del Vara che porta direttamente alle 5 Terre, val del Magra a scoprire gli storici confini, ancora attuali e saldi, della Diocesi Piacenza-Bobbio. Giampietro Comolli
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