venerdì 23 giugno 2023

Sempre più turisti interessati ai cammini etici morali culturali

 Sempre più turisti interessati 

ai cammini etici morali culturali 


Piacenza ideale per escursionisti “di passo” come scriveva Leonardo Da Vinci. Tratta Piacenza via Francigena pro Unesco. Sondaggio fra pellegrini moderni:”…ma più sicurezza, servizi e adeguamento percorsi anche per la calura estiva in pianura” 


Piacenza, anche nel 2023 come secoli orsono, si caratterizza per essere una città e un territorio “ di passo” come diceva Leonardo Da Vinci quando venne in città per partecipare al bando della Cattedrale che poi non vinse!. Come Comitato Tratta Piacenza, grazie al supporto di CevesUni, Aikal e Iusve di Mestre, abbiamo interpellato diversi organismi, guide e camminatori che “passano” lungo la pianura padana, il fiume Po e, in particolare, gli operatori del settore del turismo e accoglienza lungo le vie Romee e via Francigena. In sintesi, quello che emerge è:
- continua il forte incremento del turismo lento, sloway, ma non solo, anche in bicicletta, a piedi, in moto, con camper, in pullman. Tutti i mezzi vanno bene; 
- in crescita l’attenzione ai luoghi ambientali e minori e diminuiscono sempre più le vacanze lunghe;
- molto più voglia di conoscere l’Italia da parte degli italiani ma con molta attenzione ai costi sia fissi (trasporti e ricettività) che variabili (cibo e bevande), ma non cala la attenzione alla qualità dei luoghi, dei prodotti e dei servizi. 

A Piacenza, da febbraio a giugno 2023, in 8 risposte su 10 totali, c’è la richiesta di un “turismo di passaggio”, ma qualificato, soprattutto chi mira al territorio, paesaggio, ambiente, clima e servizi alle persone più che alle cose. I dati ufficiali del turismo piacentino (presenze e arrivi come previsto per legge regionale) secondo i nostri dati non corrispondono alla realtà dei numeri: sulla base del campione intervistato fra attori collettivi e individuali, si stima nel 2023 un 20% in più delle presenze e addirittura più che raddoppiati (110%) gli arrivi, rispetto ai conteggiati. Purtroppo la legge regionale non calcola i “ transiti”:  non sono registrati, ma sono turisti a tutti gli effetti. Per questo che Piacenza figura agli ultimi posti nelle graduatoria regionale…… 

Di riscontro la permanenza sul territorio è molto breve (va da 8 ore a 36 ore a massimo), ma il 61% delle risposte dichiarano che in un anno sono minimo 3 le “puntate” nel piacentino. Ovviamente vince alla grande la collina e montagna e i torrenti di valle, rispetto alla pianura e al fiume Po: un set tennistico 6 a 1. Molte richieste anche per il fiume Po, soprattutto quando abbiamo chiesto chi, fra tutti gli intervistati fra attivi e organizzatori (965 risposte su 1676 domande inviate),  conosceva o frequentava o aveva “usufruito” negli ultimi 12 mesi del traghetto o guado o taxi del fiume Po a Calendascao o da altro  punto di partenza (come Cremona o Bocca d’Adda). 

Quasi tutti i quesiti posti vertevano sull'’”uso” pedonale e ciclopedonale dei percorsi/itinerari segnalati della via Francigena passando per Piacenza-Città, da est a ovest e fra nord a sud. A parte la manifesta non conoscenza dei punti di riferimento e di info pubbliche e private sulle “tante” vie/cammini storici e culturali praticabili da parte dei turisti generici e dagli stessi “pellegrini cristiani” che possono firmare le credenziali, circa 2/3 delle risposte hanno segnalato - a conferma di quanto sollevato da anni dal Comitato - la mancanza di attrazione, di comunicazione, di interesse locale per catalizzare, di stradario di servizi, di cartellonista, di strumenti utili. I “cammini” storici etici morali e culturali non hanno una stagionalità vacanziera, ma il bel tempo, i servizi, la assistenza, le comodità… sono fattori determinanti se “entrare” in Piacenza o se bypassare la città. Ad ogni modo Piacenza “ è attrattiva” dichiara più del 50% delle risposte. Purtroppo il confronto invece che località confinanti, segnala alcuni buchi neri.  


Per circa il 91% delle risposte, quindi la stragrande maggioranza, le vie piacentine più attrattive restano quelle che portano verso le colline e le montagne, compreso gli appassionati di moto e camper alla ricerca di “parcheggi sicuri” per proseguire a piedi. Buona la presenza di stranieri, soprattutto nord Europa e di italiani “che ritornano in Italia” (turismo di ritorno) che sono dipendenti del web e delle cartografie. La parte più consistente dell’incoming escursionistico “ di passo” è dato dai “turisti padani” che puntano alle carraie e stradelli in mezzo ai boschi, verso i laghi di montagna e lungo i torrenti e i crinali che portano a osterie tipiche e a luoghi dove fare “sosta” vuol dire tranquillità, frescura, acqua, aria fresca. Su questo occorre fare promozione forte! 

In particolare i “pellegrini-turisti”  segnalano la mancanza sul territorio di una cartellonistica europea; piazzuole di sosta localizzate in funzione dei luoghi e borghi; la reperibilità di mezzi pubblici e privati di trasporto su tragitti brevi; segnalazione e riferimento di servizi igienici, sanitari e assistenziali alle persone; la sicurezza del percorso in termini anche di assicurazione infortuni e problemi. 

La domanda di “escursionismo”  è molto ampia e diversificata: dalla famiglia con bambini a pensionati appassionati di escursione. Mete preferite - sempre lungo le vie Romee antiche - sono la zona dell’alta val d’Aveto e val Trebbia con arrivo in Liguria grazie alla via degli Abati, i monti Oramara e Gottero, il passo del Tomarlo,  i laghi Rudo, Gallo, Nero e le sorgenti dei torrenti. Destinazione sempre più gettonate sono il passo di Cento Croci e la valle del Vara che porta direttamente alle 5 Terre, val del Magra a scoprire gli storici confini, ancora attuali e saldi,  della Diocesi Piacenza-Bobbio. Giampietro Comolli
 

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