venerdì 12 luglio 2024

Balneari in Italia: legittimi gli espropri a fine concessione

 

Balneari in Italia: 

legittimi gli espropri 

a fine concessione 

per l’Europa

La Corte di giustizia europea con una sentenza dà ragione al demanio italiano sugli espropri senza indennizzo - a scadenza di contratto - delle strutture inamovibili: «Legittimi gli espropri a delle opere non amovibili»


Lo Stato può espropriare gli stabilimenti balneari al termine delle concessioni. Nel dettaglio: opere inamovibili gratuite allo Stato alla fine della concessione, ma resta aperta la possibilità di indennizzi per le imprese. È quanto emerge dalla sentenza della Corte di giustizia europea sul caso balneare italiano, che ha sollevato reazioni contrastanti tra il plauso di chi auspica una riforma del settore e la rabbia di chi teme per il futuro degli stabilimenti.

Balneari in Italia: legittimi gli espropri a fine concessione per l’Europa

Balneari, per la Corte di giustizia Ue: «Legittimi gli espropri a fine concessione delle opere non amovibili»

Balneari: la decisione della Corte Ue

La Corte Ue si è pronunciata sul ricorso della Società Italiana Imprese Balneari (Siib) contro il Comune di Rosignano Marittimo, che aveva acquisito gratuitamente le opere non amovibili realizzate dalla società nel suo stabilimento balneare al termine della concessione. La Corte ha stabilito che questa pratica è conforme al diritto europeo in quanto:

  • Le opere inamovibili realizzate su demanio marittimo sono considerate parte del demanio stesso e quindi non possono essere oggetto di proprietà privata.
  • Le concessioni balneari sono di natura precaria e revocabile, il che significa che gli stabilimenti balneari non hanno un diritto automatico al rinnovo della concessione.
  • L'acquisizione gratuita delle opere inamovibili da parte dello Stato alla fine della concessione non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento delle imprese balneari.

La Corte Ue ha, dunque, dato ragione all'Italia, affermando che la norma in questione non rappresenta una restrizione alla libertà di stabilimento in quanto si applica in modo uniforme a tutti gli operatori del settore e non discrimina nessuno. Inoltre, la Corte ha sottolineato che il principio dell'inalienabilità del demanio pubblico comporta che le autorizzazioni di occupazione del demanio stesso, come le concessioni balneari, abbiano carattere precario e revocabile. La Siib, secondo la Corte, era a conoscenza di questo principio fin dalla stipula del contratto di concessione e, pertanto, non può lamentare la perdita delle opere al termine della stessa.

Balneari: le reazioni alla sentenza della Corte Ue

La sentenza ha avuto un'accoglienza contrastante. Da un lato, Fratelli d'Italia e Lega hanno espresso soddisfazione, vedendo nella decisione della Corte Ue un'opportunità per riformare il settore balneare in senso più liberale. Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d'Italia, ha addirittura annunciato la presentazione di una proposta di legge per introdurre indennizzi a favore delle imprese balneari.

Dall'altro lato, le associazioni di categoria come Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare hanno espresso forte preoccupazione per la possibile perdita di investimenti e hanno chiesto al governo di intervenire per tutelare il settore. Secondo la Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia, la sentenza «legalizza di fatto l'esproprio delle nostre imprese» e rappresenta «un pericoloso precedente che minaccia la libertà imprenditoriale in Europa».

Balneari, Indennizzi all'orizzonte?

Nonostante la sentenza non preveda esplicitamente indennizzi per le imprese balneari, la Corte Ue ha lasciato aperta la possibilità che gli stati membri possano stabilirli a livello nazionale. In Italia, la legge sulla concorrenza approvata dal governo Draghi prevedeva proprio l'introduzione di indennizzi per le imprese balneari, ma questa norma è stata sospesa in attesa di un pronunciamento della Corte Ue.

Il futuro del settore balneare

La sentenza della Corte Ue rappresenta un punto di svolta per il settore balneare italiano. Ora spetta al governo decidere se e come intervenire per adeguare la normativa nazionale alla luce della nuova giurisprudenza europea. Le opzioni sul tavolo includono:

  • Introdurre indennizzi per le imprese balneari che perdono la concessione.
  • Riformare il sistema di assegnazione delle concessioni balneari per renderlo più trasparente e competitivo.
  • Prorogare le scadenze delle concessioni balneari in essere.

Il governo italiano ha annunciato che valuterà attentamente la sentenza della Corte Ue e che avvierà un confronto con le categorie interessate per definire il futuro del settore balneare. La prossima tappa sarà l'insediamento della nuova Commissione europea, che potrebbe avere un ruolo importante nel definire la cornice normativa europea per il settore.

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