giovedì 2 luglio 2015

IN PRINCIPIO FU IL VINO... POI VENNE L'ETICHETTA

In principio era il vino 
poi… venne l'etichetta

Una delle etichette di successo: Dogajolo
Determinante è l'etichetta! Estensione del vino a cui ... manca solo la parola! ...
ed ecco quel "foglietto". Unica parte di una bottiglia in grado di comunicare con il potenziale consumatore.
E lo fa con la parte più vera e più istintiva di chi lo guarda: i suoi sensi.
Se ciò che vede lo colpirà, se sarà capace di suscitare un'emozione che lo sorprenda e lo solletichi, la curiosità scatterà e sarà probabile la scelta di quella bottiglia, per avere conferma dell'emozione provata.
É chiaro che a questo punto è stato fatto solo il primo passo: negli scacchi è l'insieme delle mosse che conta, come in altri giochi è la squadra, o meglio quell'insieme di elementi, strategie, innovazioni, soluzioni, coraggio e genialità, che la passione per il proprio vino produce e che fa produrre un buon vino.
La creazione di un uvaggio, di una cuvée, il primo vino di un nuovo podere, o di un giovane vigneto, porta una grande tensione. La stessa che viene poi trasmessa a chi si deve occupare di rappresentare con coerenza la nuova confezione.
Sempre più un errore di progettazione si paga caro.
Essere attenti e con occhi bene aperti su ciò che ci circonda, con la curiosità di approfondire tutti gli stimoli e le richieste del mondo attuale, ci farà subito individuare i cambi di tendenza del mercato e quindi potremo elaborare, analizzare e maturare delle offerte di successo. É un iter complesso, che porta anche noi, che comunichiamo per immagine, ad essere fondamentali in quel gioco di squadra. Con grande coinvolgimento e grande piacere, soprattutto dove c'è forte coesione fra le parti, diventiamo partners che partecipano alle vicende dei produttori e dei loro impegnativi figli: i loro vini.
Occuparsi di ciò vuol dire scegliere questa nicchia di mercato per passione.
Se il vino è buono...
Pianificare un progetto d'immagine significa " vivere" quell'azienda in quel momento, per quel prodotto, carpire le sensazioni e analizzare gli intendimenti e le aspettative per quel vino.
Spesso mi sono ritrovata dopo i briefings di rito a passeggiare da sola nell'azienda, con il naso all'aria, annusando l'odore del mosto, o il vino delle botti, oppure ad osservare le barriques allineate, il colore dei legni e leggerne la disparata provenienza, immaginando come se fosse una magia, che cosa potrà produrre il contatto fra i due elementi.
La campagna, le colline e anche i vigneti, il bosco, i rumori e le voci del luogo producono sensazioni importanti che porto via e che ritrovo sempre al momento di realizzare il progetto.
Mi aiutano ad interpretare con rigore lo spirito di quel vino e del suo creatore.
É naturale che tutto ciò si traduca operativamente in: proposte di bottiglia, layouts dell'etichetta, in numero e foggia tali da consentire di scegliere la linea grafica che convince di più. Seguirà l'analisi e la creazione di tutti gli elementi di quel famoso marketing mix, naturalmente imprescindibile.
La moda nei progetti d'immagine? C'é, eccome!
Occorre sempre tenere presente a quale mercato ci si rivolge, perché le scelte sono, fino ad ora, diverse: parlo di paesi che sono molto lontani dall'Italia e dall'Europa, con abitudini al consumo di vino più o meno giovani. Una analisi ancora più attenta alla loro cultura permetterà un buono standard di penetrazione, perché il prodotto sarà facilmente capito e accettato.
É possibile che in futuro ciò possa essere superato: lo sviluppo delle possibilità di comunicazione di tutti noi con tutto il mondo forse ci avvantaggerà, perché le culture altrui saranno vicendevolmente conosciute, anche se saremo sempre più impegnati a tenere il passo con l'aggiornamento.
Ma la moda, come dicevo, c'é. La tendenza alla creazione colorata, molto costruita, si alterna sempre ad un periodo in cui si amano le soluzioni meno elaborate, monocromatiche, " classiche". Come é logico aspettarsi, dopo qualche anno di escalation, l'occhio e la mente non recepiscono più volentieri queste immagini che ci saturano e non ci danno più sensazioni. É il momento dello stacco e del cambio di tendenza, appunto.
Già da un paio d'anni cerco, dove è possibile farlo, di proporre delle linee d'immagine coordinata che abbiano colori - non colori, etichette così grafiche, ma con grande ricerca di equilibrio e molta attenzione a soluzioni raffinate, da essere quasi etichette -non etichette, ma solo comunicazione immediata e di buon livello.
Con soddisfazione, ma solo da qualche tempo, la richiesta è proprio in questo senso. Fine dell'era " barocca"? No, ogni stile, come ogni persona e ogni cosa può avere un grande fascino, basta trovarlo al momento giusto...

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