giovedì 21 giugno 2018

Condizioni meteo estreme?!


Condizioni meteo 
estreme...
nel nostro futuro?!
Una ricerca condotta in 571 città europee ha valutato il probabile impatto di inondazioni, siccità e ondate di calore nella seconda metà di questo secolo.Zagabria sotto l’acqua  

Se le alluvioni colpiranno soprattutto le città dell’Europa nord-occidentale, quelle dell’Europa meridionale andranno incontro a lunghi periodi di siccità e a prolungate ondate di calore: queste le conclusioni di uno Studio che è stato pubblicato alla vigilia della Conferenza di Edmonton (Canada) su “Città e Cambiamenti Climatici” (“Cities and climate change”), organizzata dall’IPCC e in collaborazione con il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC)  e che si è tenuta dal 5 al 7 marzo.
Scopo dell’evento era quello di valutare lo stato delle conoscenze accademiche connesse alle città e ai cambiamenti climatici, creando un’agenda di ricerca globale basata sull’individuazione comune di come i cambiamenti climatici influenzeranno le città e di come muterà il ruolo delle città per affrontarli.

 “Un obiettivo chiave della conferenza – ha affermato il prof. Richard Dawson della School of Engineering dell’Università di Newcastle (Regno Unito) e membro del Comitato scientifico direttivo della Conferenza – è stato quello di riunire e catalizzare l’azione di ricercatori, responsabili politici e industria per affrontare l’urgente questione della preparazione delle nostre città, della loro popolazione, degli edifici e delle infrastrutture ai cambiamenti climatici”.
Il percorso dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici è ormai la questione fondamentale di questo secolo, dal momento che anche le ultime ricerche scientifiche sottolineano come gli eventi meteorologici estremi aumenteranno in modo significativo, anche se gli impegni assunti con l’Accordo sul clima di Parigi del 2015 fossero rispettati.
In occasione della Conferenza e quale contributo alle discussioni previste nelle sessioni tematiche in programma, il prof. Dawson assieme ad altri colleghi dell’Università di Newcaslte ha pubblicato sulla rivista “Environmental Research Letters” i risultati di una ricerca condotta in 571 città europee, che per la prima volta ha valutato il probabile impatto di inondazioni, siccità e ondate di calore nella seconda metà di questo secolo, utilizzando le proiezioni di tutti i modelli climatici disponibili, associati allo scenario RCP8.5 (Representative Concentration Pathway 8.5) ovvero BAU (Business-as-Usual), preso in considerazione dall’IPCC, che vede un elevato consumo di combustibili fossili e un elevato livello di concentrazione di gas serra in atmosfera, con conseguente aumento della temperatura globale compreso tra 2,6 °C e 4,8 °C.
Il gruppo ha realizzato tre possibili futuri scenari che hanno chiamato a basso, medio e alto impatto, sottolineando tuttavia che “anche il più ottimistico di questi prevede per tutte le città europee l’aumento sia del numero di ondate di calore che delle temperature massime come delle alluvioni”. Lo Studio dal titolo Future heat-waves, droughts and floods in 571 European cities evidenzia in particolare:
– un peggioramento delle ondate di calore per tutte le 571 città;
– l’aumento di prolungati periodi di siccità, in particolare nell’Europa meridionale;
– un aumento delle alluvioni, specialmente nelle città europee nord-occidentali;
– un aumento di tutti i rischi correlati per la maggior parte delle città europee.
“Stiamo già verificando in modo diretto le implicazioni connesse agli eventi meteorologici estremi nelle nostre capitali – ha sottolineato Dawson – A Parigi la Senna (il rifermento è alle alluvioni di fine gennaio 2018) è salita di oltre 4 metri sopra il normale livello d’acqua. E mentre Città del Capo si prepara a non chiudere i rubinetti, questa ricerca evidenzia che tali eventi climatici possono succedere anche nelle città europee”.
Roma e Stoccolma, secondo lo Studio, sembrano essere le città che potrebbero vedere il maggiore aumento del numero di giorni di ondate di calore, mentre Praga e Vienna durante sarebbero quelle che dovrebbero andare incontro ai maggiori aumenti di temperatura.
L’85% delle città inglesi, compresa la capitale Londra,


correrebbero seri rischi di inondazioni fluviali, ma anche Dublino, Helsinki, Riga, Vilnius e Zagabria saranno colpite da inondazioni estreme.
Lisbona e Madrid sarebbero le principali capitali che avrebbero il maggior aumento di periodi siccitosi, ma anche nello scenario a basso impatto le città meridionali della penisola iberica, come Malaga e Almeria, dovrebbero registrare nel periodo 2051-2100 anche nello scenario a basso impatto, valori di siccità più che doppi rispetto al periodo 1951-2000. Mentre per lo scenario ad alto impatto, il 98% delle città europee dell’Europa meridionale potrebbe in futuro sperimentare periodi di siccità fino a 14 volte peggiori rispetto ad oggi.
“Anche se le regioni dell’Europa meridionale si adattassero a far fronte alla siccità, il livello di cambiamento potrebbe superare il punto di non ritorno – ha spiegato Selma Guerreiro, principale autrice della ricerca – Inoltre, la maggior parte delle città subirà notevoli cambiamenti per più di un pericolo, evidenziando la notevole sfida che le città devono affrontare nella gestione dei rischi climatici”.

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