mercoledì 27 giugno 2018

Rimac Concept Two belva silenziosa


Rimac Concept Two  
belva silenziosa


 Continua a sorprendere il costruttore, imprenditore croato dell’anno. Alza l’asticella tra le sempre più frequenti vetture ad alte prestazioni mosse da motori elettrici.
Il suo nuovo modello è un vero punto di svolta nelle hypercar, un capolavoro ingegneristico nato in Croazia che con i suoi 1.914 cavalli arriva a 300 km/h in 11 secondi





Meravigliosa (seconda) creatura del genio croato: Mate Rimac scalda i motori e raddoppia la sfida, scommettendo ancora sulle auto alla spina. 
Al Salone dell’auto di Ginevra, circa un mese fa, è sceso in pista con la Concept Two, nuova variante dell’hypercar elettrica, dotata di una potenza elevatissima di quasi 2.000 CV (più che sufficienti a tenere testa alla sua concorrente americana per definizione, quella Tesla Roadster di seconda generazione). Batteria agli ioni di litio da 120 kWh, per una capacità di ricarica annunciata del 33% superiore al modello precedente, vicina ai 650 chilometri di autonomia dichiarata. E cartellino da 1,3 milioni di dollari, per quella che si preannuncia una sportiva elettrica a due posti. Per il primo anno, Rimac vorrebbe estendere la produzione fino ad almeno 100 esemplari, coi primi 20 che dovrebbero essere commercializzati già nel corso del 2018, mentre l’auto sarà costruita anche in una variante pensata esclusivamente per la pista nei mesi successivi e non mancherà una versione a cielo aperto. 

Nel frattempo, per chi non conoscesse la Rimac, sappia che fornisce batterie agli ioni di litio per la Koenigsegg Regera e ha un contratto per la fornitura delle batterie per velocissima Aston Martin Valkyrie che sarà costruita in collaborazione con il capo dei progetti di F1 Red Bull Adrian Newey. Classe 1988, nasce a Livno (Bosnia ed Erzegovina) cresce tra Francoforte e Samobor e già ai tempi della scuola media superiore vince premi grazie alle sue innovazioni. La sua famiglia, emigrata in Germania (il padre lavora nel campo dell’edilizia, la madre fa la cameriera d’albergo), si trasferisce a Samobor nel 2000 e il padre Ivan fonda la ditta  RIMC (costruisce per le grandi catene commerciali), che ben presto arriva a un fatturato di 40 milioni di euro, all’undicesimo posto tra le imprese edilizie in Croazia. Il giovane Rimac ha il pallino dell’elettrotecnica e dell’automobilismo. Il primo brevetto (tesi di maturità) arriva nel 2006, lo chiama iGlove (dispositivo che sostituisce tastiera e mouse) e si aggiudica l’Uovo di Tesla, il premio VIDI e-novation per il miglio prodotto ICT in Croazia. I riconoscimenti gli consentono il salto a livello internazionale. Grazie ai premi, acquista una vecchia BMW E30 323i (del 1986) e nel garage della casa di famiglia a Sveta Nedelja (nelle vicinanze di Samobor, Regione di Zagabria) – , ricalcando l’aneddotica sulle startup della Silicon Valley – si mette all’opera, modificando l’automobile e dotandola di un sistema di trazione elettrico. Seguono anni di test, gare e record. La sua società nasce nel 2009 e oggi impiega 350 dipendenti. La prima voce dei ricavi è rappresentata dalla fornitura di componenti per la mobilità elettrica ai grandi costruttori. Rimac Automobili esce allo scoperto al Salone di Francoforte 2011, evento in cui mostrala Concept S, un prototipo di supercar elettrica da 1.314 CV. Nel 2016 il costruttore croato annuncia la produzione di serie del modello derivato dalla concept presentando la Concept One, capace di 1.088 CV (portati a 1.224 CV nella veste aggiornata mostrata al Salone di New York 2017) con una produzione limitata a soli 8 esemplari.


   Solo per pochi
Dopo il primo modello di serie, la casa di Mate Rimac alza ulteriormente l’asticella della potenza e delle prestazioni, oltre a proiettarsi nel mondo produttivo rispetto ai numeri precedenti. Non che la Concept One fosse da meno. La ricordiamo protagonista di una puntata di “The Grand Tour”, il popolare show di Amazon Prime, e l’incidente accorso a Richard Hammond durante la registrazione della puntata. L’auto aveva perso aderenza finendo fuori pista e prendendo fuoco e solo la velocità del celebre protagonista del vecchio Top Gear gli permise di uscire dall’abitacolo illeso. L’impatto mediatico dell’incidente che è quasi costato la vita al simpatico conduttore inglese è stato notevole. Proprio a tal proposito, la casa croata ha scherzato definendo la Rimac Concept Two “a prova di Hammond”, tanto da porre sulla coda un bell’estintore con tanto di indicazione “da usare in caso di gare in salita”.
Le prestazioni sono davvero da brivido. La Rimac Concept Two ha una potenza tale che le permette di superare agilmente i 400 km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in 1,97 secondi e soli 11,8 secondi per arrivare a 300 km/h partendo da fermo. La velocità massima è di 412 km all’ora. Tutto ciò è possibile grazie alle batterie a litio da 120 kW, collegate a quattro motori a zero emissioni da 1.914 CV di potenza massima complessiva e 2.300 Nm di coppia motrice. Ogni propulsore è montato in una ruota, in modo da garantire alla Rimac C Two la trazione integrale. L’autonomia dichiarata è pari a 650 km e si può ripristinare l’80% dell’energia immagazzinata nell’accumulatore in meno di 30 minuti se si sfrutta un sistema di ricarica a 250 kW. La C Two è lunga 4,75 metri, larga 1,98. Non meno importante, prestazioni a parte, è la sicurezza raggiunta. Dal quartier generale di Rimac fanno sapere che, grazie a 8 telecamere, 6 radar, 1 o 2 lidar e 12 sensori a ultrasuoni, la Concept Two sarà in grado di raggiungere un livello di guida autonoma di livello 4.
“È chiaro che i nostri modelli non sono per le masse. Servono però a dimostrare cosa possono fare le auto elettriche”, spiega Mate Rimac. “C’è chi fissa la quota di mercato dei veicoli elettrici al 20% nel 2040. La verità è che oggi siamo all’1% del venduto e nessuno ha la sfera di cristallo. Ma negli ultimi anni sono piovuti miliardi di investimenti sull’elettrico. E in 10 anni il costo delle batterie è sceso da 700 a 100 dollari/kWh. I grandi costruttori si sentono sotto pressione, ormai consapevoli che se non arriveranno prima loro, lo faranno le startup”
Gli ordini in previsione 2020 sono già aperti, ma per avere uno degli esemplari occorrerà mettere pesantemente mano al portafogli. Serviranno oltre 1,3 milioni di euro, prezzo che la avvicina, per fascia di mercato, ai modelli di Bugatti, Pagani e degli svedesi di Koenigsegg che realizzano hypercar esclusive a tiratura limitata. La Camel Group Ltd, azienda cinese che produce le batterie a ioni di litio utilizzate sulla C Two, ha versato circa 30 milioni di euro, sotto forma di fondi in partecipazione societaria, a Rimac per sostenere lo sviluppo di accumulatori che garantiscano maggiore autonomia, anche rispetto ai 300 chilometri attribuiti alla C One.
I critici rilevano che il design è meno estremo e decisamente meno originale nelle forme della C One. Lunga 4,75 metri, la nuova vettura è costruita attorno a una monoscocca in fibra di carbonio e vanta sospensioni a doppi triangoli, assetto con ammortizzatori a controllo elettronico e impianto frenante con dischi in carboceramica Brembo CCMR. Il dispositivo R-AWTV (Rimac All-Wheel Torque Vectoring) provvede a controllare stabilità e trazione e consente di variare la dinamica di guida a seconda delle esigenze del pilota.
Insieme con il Gruppo Camel, Rimac Automobili ha annunciato investimenti anche in Cina, dove entro la fine dell’anno sorgerà una fabbrica di motori elettrici e batterie del valore di un 158,2 milioni di dollari. Rimac ci metterà il know how e 5 milioni di euro, ottenendo il 40 per cento della proprietà della ditta, che si chiamerà Zhongke Luo Rui Technology Co. L’attenzione sarà rivolta esclusivamente al mercato cinese. L’impianto si sta costruendo nella città di Xiangyang, nella provincia centrale dello Hubei, con una popolazione di 5,5 milioni di persone. Il mercato cinese, spiega Rimac – proclamato imprenditore dell’anno in Croazia – offre  innumerevoli possibilità, considerato che il Paese nei trasporti punta sempre di più sulle vetture elettriche

Roland Bugnar  
ora più «mobile»
Non solo automobili di lusso per gli sfizi dell’élite dei ricchi sfondati. L’imprenditore di Sveta Nedelja svela anche il suo volto umanitario: ha regalato una nuova vita al 28.enne Roland Bugnar “Rolly” di Apriano. Colpito a due anni da atrofia muscolare spinale – patologia rara, caratterizzata da degenerazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale cui consegue atrofia e debolezza dei muscoli del tronco e degli arti – dal 2014, proprio grazie alla batteria Rimac, è più mobile e oggi guarda ad orizzonti ben più lontanti rispetto a prima. Con la sua carrozzina elettrica.
In passato, con la batteria di serie (quella avauta in dotazione gratuitamente, per la sua disabilità), e che durava circa un anno, poteva compiere appena una decina di chilometri, per arrivare fino al garage dell’amico Erik Milat. È stato proprio lui a suggerirgli di rivolgersi a Rimac, nel 2013. La ditta gli ha risposto subito, mettendosi a lavoro per realizzare una nuova batteria e quattro anni fa, sotto Natale, ha avuto la bella sorpresa. Ora, ha quasi sessanta chilometri di autonomia con un pieno. La batteria ha una durata di dieci anni.
Per lui, spirito avventuriero e amante degli sport adrenalinici – come le corse automobilistiche e il parapendio –, è stata una rinascita. Grazie alla nuova batteria, in tre anni ha percorso oltre 2.200 km, si reca spesso a Vragna (Vranja), che dista da Apriano circa 16 km, per comperare il latte e il formaggio che preferisce, ritornando agilmente a casa. Sempre in carrozzina, è salito sulla vetta del Monte Maggiore, a 1394 metara, pratica lo sci, effettua voli in parapendio biposto nella zona del Lago di Garda, partecipa a mezze maratone...

Ilaria Rocchi

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