lunedì 26 novembre 2018

Bollicine e festività Brindisi da 90 milioni di bottiglie

Bollicine 

e festività
Brindisi 

da 90 milioni 

di bottiglie

Da segnalare un trend positivo nel mercato del vino con incrementi interessanti in produzione, consumi ed export per le bollicine italiane. Nel 2017 il nostro Paese ha prodotto 670 milioni di bottiglie di spumante, grazie soprattutto al “Sistema Prosecco”, togliendo il primato - ventennale - alla Germania. 

Siamo diventati il più grande produttore di bollicine al mondo. La Germania resta il primo consumatore al mondo.
Con l’arrivo delle festività di fine anno, un periodo ricco di momenti celebrativi, di incontro e di regali, abbiamo chiesto a Giampietro Comolli, fondatore dell’Ovse - Osservatorio economico su mercati e consumi di vini effervescenti-speciali, alcune previsioni sui consumi.
«Verranno stappate 90 milioni di bottiglie di spumanti italiani, di cui almeno la metà nella sola notte di Capodanno. Leggermente superiore il consumo in casa (45%), ma ottimi segnali ci giungono dall’Horeca che si sta preparando a creare gli abbinamenti per i menu delle feste. A fare da traino il metodo tradizionale nazionale Franciacorta, Trento, Alta Langa, Alto Adige, Oltrepò, Lambrusco e tutti quelli regionali. Negli ultimi tempi sono nate nuove etichette soprattutto al Centro-Sud con vitigni innovativi. Ricordiamoci che l’Italia si differenzia da altri Paesi produttori perché rispetto ai 3-7 vitigni internazionali utilizzati, per dare un’impronta unica, può contare su 30-35 autoctoni. E il metodo tradizionale si presta molto bene a queste varianti varietali che rispondono ai desideri dei consumatori più curiosi. Purtroppo in crescita, al consumo finale, anche i prezzi. Il giro di affari stimato a fine anno per il periodo natalizio sarà pari a 700 milioni di euro».

In Italia oggi possiamo contare circa 200 etichette di bollicine tra metodo tradizionale e metodo italiano di ottima qualità (560 brand aziendali e 2.100 etichette totali) prodotte lungo tutto lo stivale dalla Valle d’Aosta alle falde dell’Etna, senza dimenticare zone come Colli Romani, Sardegna, Puglia e Marche.

(Bollicine e festività Brindisi da 90 milioni di bottiglie)

Viene rilevata una propensione verso gli spumanti a denominazione; sicuramente i consumi saranno trainati dal Prosecco Doc e Docg che può contare alcune etichette di Cartizze versione Brut di recente produzione indicate ad accompagnare l’intero pasto, che si affiancano alla più classica e antica versione Dry.

Il Vinitaly 2018 ha confermato l’interesse nei confronti del Lambrusco, una tendenza che rimane confermata: possiamo parlare di una riscoperta delle bollicine rosate (con entrambi i metodi di produzione) che si presentano come vini moderni adatti alle nuove tendenze di consumo, versatili, che si prestano ad una notevole varietà di abbinamenti, dalle minestre come i tortellini o anolini in brodo alle carni bianche, per non parlare delle diverse carni di maiale. Altre novità sono legate alla spumantizzazione di vitigni non tradizionalmente dedicati a questo processo, come la Spergola, la Uva d’Oro, l’Ortrugo, il Sangiovese… per restare solo in Emilia!

Primo compleanno per l’Asti Secco Docg, la nuova denominazione da uva Moscato bianco, nata proprio lo scorso anno con una tecnica di spumantizzazione che prevede particolari condizioni di fermentazione del mosto con lieviti selezionati. Un prodotto che porta nel panorama degli spumanti secchi qualcosa che non esisteva, grazie al suo profilo aromatico molto ricco che lo rende perfetto per l’aperitivo, ma anche a tutto pasto.

(Bollicine e festività Brindisi da 90 milioni di bottiglie)

Rimanendo in Piemonte sta facendo parlare di sé un metodo classico pregiato ottenuto dalle punte dei grappoli di Nebbiolo, vinificate in bianco, dei vigneti più vocati alla produzione di grandi vini. Il Nebbione, frutto di un progetto nato nel 2010, è un vino spumante prodotto con il metodo tradizionale della rifermentazione in bottiglia che prevede la sosta minima di 40 mesi sui lieviti, ma alcune aziende stanno già sperimentando permanenze più lunghe con ottimi risultati. Non esiste una zona di produzione, ma un territorio, quello dove viene allevato il Nebbiolo. Si spazia quindi dai territori granitici della Val d’Aosta e Gattinara, per arrivare a quelli calcareo-argillosi della Langa.

Una perla enoica che sta registrando un buon consenso è il Durello ottenuto con il metodo tradizionale, prodotto con il vitigno Durella nella zona dei Monti della Lessinia, compresa tra le province di Verona e Vicenza dalla forte personalità, piccante acidità, fresco e di grande temperamento.
di Piera Genta
Per informazioni: www.ovse.org

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