venerdì 23 novembre 2018

“Il cibo è donna” 600mila imprenditrici nell’agroalimentare

“Il cibo è donna” 

600mila 

imprenditrici

 nell’agro

alimentare


Da sempre, le donne sono custodi della cultura alimentare. E non più soltanto in ambito domestico: in Italia sono oltre 600mila quelle alla guida di un’impresa agroalimentare, il 29% del totale della filiera. 

L’imprenditoria al femminile e le sue declinazioni nel settore food sono stati al centro dell’evento “Il Cibo è Donna - Il Fattore Rosa secondo Pink Lady”, occasione per presentare i risultati di una ricerca nazionale che l’Associazione Pink Lady Europe ha commissionato alla società di ricerca Swg, in modo da analizzare un fenomeno attualissimo. La presentazione si è svolta presso il ristorante “Alice” della chef stellata Viviana Varese, al secondo piano di Eataly Milano Smeraldo, alla presenza di altre quattro donne che si sono fatte strada nell’agroalimentare: Isabella Potì, chef neostellata del ristorante leccese Bros’, Sonia Peronaci, blogger e scrittrice, Angela Valeria De Pellegrin, dirigente dell’azienda agricola emiliana De Pretis Dario, e Immacolata Palombo, imprenditrice napoletana.
L’indagine che, come riferito da Maurizio Pessato, presidente Swg, ha interessato un campione di imprenditrici e un campione di donne di età compresa tra i 29 e i 65, parte da un dato confortante. In Italia, nel 2017 le imprese al femminile erano oltre 1.331.000, pari al 21,86% del totale: 10mila in più rispetto all’anno precedente e quasi 30mila in più rispetto al 2014. Ma uno dei problemi emersi è e resta il cosiddetto ”gender gap”: infatti, secondo i dati raccolti dalla Commissione Ue, nei 28 paesi membri le donne titolari d’impresa guadagnano in media il 6% in meno dei colleghi uomini.

(Il cibo è donna 600mila imprenditrici nell’agroalimentare)

La padrona di casa Viviana Varese, a cui il successo in rosa sorride almeno dal 2011, anno della stella Michelin, ci conferma che anche l’alta ristorazione è un campo dove alle donne tocca sgomitare per affermarsi. «Sarà per questo - dice Viviana - che qui ad “Alice” presso Eataly arrivano soprattutto curriculum femminili: si sarà sparsa la voce che da me non si tollera né il nonnismo né il rifiuto dell’altrui identità, e posso assicurare che in cucina non è raro trovarlo. È inutile tutto questo parlare odierno di codice etico degli chef se non si sconfiggono l’intolleranza e la paura dell’altro: nella mia squadra di 56 persone le relazioni interpersonali vengono prima di ogni altra cosa, e vorrei fosse questo il mio segno distintivo».

Viviana Varese (Il cibo è donna 600mila imprenditrici nell’agroalimentare)
Viviana Varese
Un altro segno della chef è senz’altro la fantasia provocatoria, unita ad una ricerca puntigliosa dell’equilibrio tra i gusti, ben riconoscibile in ognuno dei tre piatti presentati, e cioè: “Senza via di scampo”, scampi marinati allo yuzu, tapioca, gel di scampi su brodo di mela Pink Lady e granita di yuzu; “Mela-nzana”, tortello con melanzana scottata, pomodoro fresco, mela Pink Lady, acqua di mozzarella di bufala, menta e basilico; “A me la mela non piace”, crostatina ripiena di mela Pink Lady, vaniglia del Madagascar, cremoso e sfoglia di mela.

La mela in questione, naturalmente, è stata di volta in volta protagonista o comprimaria delle tre ricette di Vivana Varese, che ama questa particolare varietà, rosa e croccante, proprio perché non farinosa e piacevolmente acida. Pur provenendo dall’Australia, dall’anno di prima ibridazione (1973) ad oggi è diventata molto popolare dall’altra parte del mondo, tanto è vero che il marchio Pink Lady in tutta Europa ora associa circa 2.800 frutticoltori, di cui 1.900 in Italia, che si sono autoimposti un modello equo- sostenibile di filiera, finalizzato all’ottimizzazione delle risorse naturali e alla riduzione dello spreco alimentare. Tutti i produttori e confezionatori associati, infatti, sono obbligati ad aderire ad un rigido disciplinare. In Italia, per la stagione 2018/19, la produzione a marchio Pink Lady si attesterà stabile sulle 84.750 tonnellate, per un totale di 2.244 ettari di coltivazione, suddivisi tra Trentino Alto Adige con 1.055 ettari, ed Emilia Romagna con 1.189.

E siccome le tonnellate fanno intravedere solo un’idea della crescita complessiva, l’associazione Pink Lady ha voluto presentare anche un’iniziativa di comarketing programmata per il 2019 insieme a Frida’s - una catena innovativa di 18 fiorerie in cui lo stile classico e lo stile moderno si fondono dando al fiore una nuova immagine. “Pink Hug” è il frutto di questa inedita collaborazione, un abbraccio di rose sfumate, avvolte in carta personalizzata, che richiama le tonalità cromatiche della mela Pink Lady, ideato per emozionare e stupire i propri amati con il dono floreale d’amore, in occasione della festa di San Valentino. Per tutta la settimana dedicata agli innamorati, “Pink Hug”, corredato dalla mela Pink Lady, sarà acquistabile sullo shop online www.fridas.it con consegna a domicilio.
di Guido Gabaldi
Per informazioni: www.mela-pinklady.com

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