Marche, servono
aiuti per l’Horeca
Dai ristoratori
una raccolta firme
Nella regione in proporzione più colpita a livello territoriale dall’epidemia di coronavirus, le Marche, i ristoratori della provincia di Pesaro-Urbino hanno lanciato una petizione per chiedere aiuti economici immediati alle amministrazioni locali e al governo, in modo da garantire la possibilità di tenere in vita attività che hanno una storia e un legame con il territorio.
Anche se i numeri complessivi non sono elevati come nelle regioni del Nord, nelle Marche il Covid-19 ha un’incidenza drammatica a livello territoriale. Il totale dei decessi dall’inizio del contagio ammonta a 283, con un totale di casi accertati che è arrivato a 2.736. La Provincia di Pesaro e Urbino conta 1.371 casi, quella di Ancona 751, Macerata 368, Fermo 139 e Ascoli 64. 43 i casi provenienti da fuori regione. 5.397 le persone in isolamento domiciliare, tra cui 557 operatori sanitari.
Tra i settori più colpiti dallo stato di calamità c’è quello dell’accoglienza. Per questo motivo Flavio Cerioni, titolare del Ristorante Albergo Alla Lanterna di Fano (Pu), e i ristoratori di Pesaro-Urbino si sono uniti per lanciare una raccolta firme, nel tentativo di sollecitare le istituzioni locali e il governo centrale ad adottare misure di sostegno economico per l’Horeca.
Di seguito il testo integrale della petizione:
“
Tutto il settore Horeca Italia (Hotellerie-Restaurant-Café) per poter sopravvivere a questa dolorosa e non comune pandemia (COVID-19), chiede al governo un’attenzione sostanziale per evitare un tracollo certo. La nostra situazione di ASSOLUTA EMERGENZA. Non è nella nostra intenzione salvare le nostre aziende mettendo in crisi i bilanci pubblici o facendo sopportare deficit finanziari ai nostri Comuni o a tutti gli Enti preposti a garantire servizi essenziali quali acqua, energia elettrica, gas... Non parliamo quindi di azzeramento fiscale ma di una sospensione momentanea, e di un aiuto concreto e nell’immediato, chiediamo solo la possibilità di continuare a lavorare con le nostre attività, recenti ma anche aperte da mezzo secolo, con l’amore del nostro territorio e per nostra unica biodiversità agroalimentare, e soprattutto attraverso quella grande passione che è la molla di questo durissimo lavoro.
CHIEDIAMO UN’AZIONE IMMEDIATA PER RIPARTIRE
Desideriamo proporre all’attenzione delle nostre Amministrazioni e al nostro Governo i seguenti punti:
1) UNA FORMA DI SOSTEGNO ECONOMICO
In una percentuale quantificabile attraverso gli studi settore della nostra categoria e basati sui fatturati mensili aziendali e riferito ai costi in comprimibili dell’anno precedente. Tale richiesta trae fondamento da questi studi settoriali conclamati e ottenuti dividendo i ricavi totali in:
- 30% spese per personale
- 35% spese di materie prime e il restante (percentuale da riconteggiare in quanto le nostre imprese hanno chiuso prima di affrontare tale onere, a causa del decreto emergenza sanitaria COVID-19. Da tale quota, parametrata ai ricavi mensili del 2019, potranno essere detratte tutte quelle agevolazioni che gli enti locali, nel frattempo, hanno messo in atto o cui decideranno di dare attuazione)
- 35% dai ricavi per costi generali (manutenzione, tasse, servizi, utenze, ecc.)
- utili aziendali.
2) UNA SENSIBILE RIDUZIONE DEI TRIBUTI E DELLE IMPOSTE
Dalla riapertura delle nostre attività e per un tempo utile fino a tornare ad un regime di normalità stabile.
3) ACCESSO SPECIALI A LINEE DI CREDITO
Un supporto importante nel momento in cui ci sarà un numero ridotto di clienti all’apertura.
4) RIFORMULAZIONE DELLA CONTRATTUALISTICA
Per il lavoro dipendente e costo del lavoro Inps.
5) ALLEGGERIMENTO BUROCRATICO
In considerazione della assoluta eccezionalità della situazione è fondamentale allentare la morsa burocratica delle pratiche amministrative passate e future pur mantenendo assoluta trasparenza delle procedure.
6) FAVORIRE E SOSTENERE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E DI COMUNICAZIONE
Dei pubblici esercizi, nel dopo COVID-19, e per rilanciare l’intero comparto.
7) CONTATTI E RELAZIONI CON LA REGIONE PER FAVORIRE
Finita l’emergenza COVID-19, insieme ad un gruppo preposto dalle nostre Amministrazioni, occorre trovare una linea per la tutela e la rinascita della filiera e dell’intero comparto legato soprattutto al territorio e al turismo.
8) BANDI REGIONALI PER INVESTIMENTI MIRATI ALLA RIPARTENZA DOPO IL CORONAVIRUS
”
La locandina della petizione
Tra i settori più colpiti dallo stato di calamità c’è quello dell’accoglienza. Per questo motivo Flavio Cerioni, titolare del Ristorante Albergo Alla Lanterna di Fano (Pu), e i ristoratori di Pesaro-Urbino si sono uniti per lanciare una raccolta firme, nel tentativo di sollecitare le istituzioni locali e il governo centrale ad adottare misure di sostegno economico per l’Horeca.
Di seguito il testo integrale della petizione:
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Tutto il settore Horeca Italia (Hotellerie-Restaurant-Café) per poter sopravvivere a questa dolorosa e non comune pandemia (COVID-19), chiede al governo un’attenzione sostanziale per evitare un tracollo certo. La nostra situazione di ASSOLUTA EMERGENZA. Non è nella nostra intenzione salvare le nostre aziende mettendo in crisi i bilanci pubblici o facendo sopportare deficit finanziari ai nostri Comuni o a tutti gli Enti preposti a garantire servizi essenziali quali acqua, energia elettrica, gas... Non parliamo quindi di azzeramento fiscale ma di una sospensione momentanea, e di un aiuto concreto e nell’immediato, chiediamo solo la possibilità di continuare a lavorare con le nostre attività, recenti ma anche aperte da mezzo secolo, con l’amore del nostro territorio e per nostra unica biodiversità agroalimentare, e soprattutto attraverso quella grande passione che è la molla di questo durissimo lavoro.
CHIEDIAMO UN’AZIONE IMMEDIATA PER RIPARTIRE
Desideriamo proporre all’attenzione delle nostre Amministrazioni e al nostro Governo i seguenti punti:
1) UNA FORMA DI SOSTEGNO ECONOMICO
In una percentuale quantificabile attraverso gli studi settore della nostra categoria e basati sui fatturati mensili aziendali e riferito ai costi in comprimibili dell’anno precedente. Tale richiesta trae fondamento da questi studi settoriali conclamati e ottenuti dividendo i ricavi totali in:
- 30% spese per personale
- 35% spese di materie prime e il restante (percentuale da riconteggiare in quanto le nostre imprese hanno chiuso prima di affrontare tale onere, a causa del decreto emergenza sanitaria COVID-19. Da tale quota, parametrata ai ricavi mensili del 2019, potranno essere detratte tutte quelle agevolazioni che gli enti locali, nel frattempo, hanno messo in atto o cui decideranno di dare attuazione)
- 35% dai ricavi per costi generali (manutenzione, tasse, servizi, utenze, ecc.)
- utili aziendali.
2) UNA SENSIBILE RIDUZIONE DEI TRIBUTI E DELLE IMPOSTE
Dalla riapertura delle nostre attività e per un tempo utile fino a tornare ad un regime di normalità stabile.
3) ACCESSO SPECIALI A LINEE DI CREDITO
Un supporto importante nel momento in cui ci sarà un numero ridotto di clienti all’apertura.
4) RIFORMULAZIONE DELLA CONTRATTUALISTICA
Per il lavoro dipendente e costo del lavoro Inps.
5) ALLEGGERIMENTO BUROCRATICO
In considerazione della assoluta eccezionalità della situazione è fondamentale allentare la morsa burocratica delle pratiche amministrative passate e future pur mantenendo assoluta trasparenza delle procedure.
6) FAVORIRE E SOSTENERE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E DI COMUNICAZIONE
Dei pubblici esercizi, nel dopo COVID-19, e per rilanciare l’intero comparto.
7) CONTATTI E RELAZIONI CON LA REGIONE PER FAVORIRE
Finita l’emergenza COVID-19, insieme ad un gruppo preposto dalle nostre Amministrazioni, occorre trovare una linea per la tutela e la rinascita della filiera e dell’intero comparto legato soprattutto al territorio e al turismo.
8) BANDI REGIONALI PER INVESTIMENTI MIRATI ALLA RIPARTENZA DOPO IL CORONAVIRUS
”
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