domenica 22 marzo 2020

Signorelli (docente al S. Raffaele): Solo un centinaio vittime per virus

Signorelli 

(docente al S. Raffaele):
Solo un centinaio 

vittime per virus


Dibattito su metodi di conteggio e strategie per il contenimento. Per il professore a fine emergenza saranno 100 le vittime a causa solo del virus. Intanto l'Italia pensa di seguire la Corea del Sud per il monitoraggio.

"La strada per tornare a una vita normale è questa. Molti test, tracciamento digitale dei contatti, isolamento rigoroso dei malati e dei sospetti". Lo ha scritto su Twitter il virologo Roberto Burioni, citando quanto fatto dal governo della Corea del Sud che ha sviluppato una specie di "cabina telefonica" dove poter testare in sicurezza le persone per il coronavirus in soli 7 minuti. Al parere si è convertito anche Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza che ha dato il suo consenso a far partire il progetto.

Quanto sono veritieri i numeri italiani? - Il docente del S.Raffaele, Signorelli Solo un centinaio vittime per virus

Quanto sono veritieri i numeri italiani?

Il dibattito sui metodi di contenimento e di conteggio, sui tamponi e sui decessi resta aperto e gli stessi esperti si sono scontrati più volte e continuano a farlo. Da qualche giorno abbiamo iniziato a chiederci perché l'Italia sia il Paese più colpito e, al di là di indagini di tipo prettamente sanitario, ce ne sono altre di tipo più “statistico”. Questo perché ogni Paese ha deciso di adottare strategie di conteggio diverse. L’Italia, ad esempio, conta nei decessi anche coloro i quali sono deceduti con il coronavirus ma essendo portatori di gravi patologie.

Ne ha parlato anche Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità Pubblica all’università Vita e Salute del San Raffaele di Milano. Circa i decessi e i contagi che continuano a salire Signorelli dice: «Facendo un’accurata ricostruzione temporale direi che i 793 morti sono la fotografia di un contagio avvenuto mediamente 16 giorni fa. Tra tempo d’incubazione del virus (circa 6 giorni), altri 5 tra l’accertamento della positività e il ricovero e altrettanti dal ricovero al decesso. È un’ondata, perciò, che arriva da prima della stretta del governo. Ora a breve dovremmo vedere il picco».

Quindi si viene subito al punto e al confronto con gli altri Paesi: «In Italia - dice - abbiamo deciso di segnalare tutti i morti portatori di coronavirus a prescindere dalle patologie pregresse. Per questo il numero è così alto. Nella scheda di morte di una persona ci sono di solito tre voci: causa iniziale, causa intermedia e causa finale. Prendiamo il caso di un malato di tumore che muore con il coronavirus. La causa iniziale resta il cancro. Se non c’era quello, la persona non moriva. Ora, tra qualche tempo, quando sarà possibile distinguere i casi, sono sicuro che i morti che hanno avuto per causa iniziale, unica, il coronavirus, vedrete che non saranno molti. Rispetto ai numeri che abbiamo oggi, direi un centinaio forse. La Spagna e la Francia stanno facendo come noi, la Germania invece credo che li stia contando così: su 21mila casi, si registrano appena 75 decessi. Evidentemente, cioè, considerano solo i morti di coronavirus come causa unica. Non mi do altre spiegazioni».

Ma sulle scadenze c’è ancora molta incertezza. Per Signorelli il picco è vicino, ma non è certo. L’ipotesi che non possa essere così prossimo esiste e allora bisognerebbe ricominciare da zero e trovare altre cause e quindi altre contromisure. Addirittura il restare chiusi in casa, in famiglia, potrebbe essere un’ulteriore motore attivo per il diffondersi del contagio. In ultimo l’altro nodo cruciale: quanto conta il clima? Per Signorelli, non poco se si considera che al Centro-Sud ci sono molti meno casi che al Nord e che in Africa il virus non si sia diffuso nonostante i contatti con la Cina.
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