venerdì 28 maggio 2021

Sugar tax, ufficiale da gennaio 2022. Assobibe non ci sta: «Non ha senso»

 

Sugar tax, ufficiale 

da gennaio 2022. 

Assobibe non ci sta: 

«Non ha senso»


Giangiacomo Pierini
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo, la tassa sulle bevande zuccherate entrerà in vigore dall'1 gennaio. Un colpo per i produttori di bevande analcoliche che nel 2020 hanno perso il 40% di vendite. Giangiacomo Pierini: «Colpite tutte le bevande dolci, in sostanza, viene tassato il sapore. Ha senso?»

Imondo delle bevande analcoliche è in sobbuglio. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo della sugar tax, il rischio è che l'ulteriore balzello fiscale del +28% per ogni litro prodotto in arrivo dall'1 gennaio 2022 impatti su un settore che ancora si lecca le ferite della pandemia. Nel 2020, infatti, il volume di vendita delle aziende associate ad Assobibe è crollato del -40%. Ammanco che, secondo le stime più rosee, non sarà comunque recuperato prima della fine del prossimo anno. Insomma, il rischio è che per contrastare l'obesità e promuovere una corretta alimentazione si mettano in difficoltà le piccole e medie imprese del settore. Le stesse che, negli ultimi anni, hanno ridotto del -27% il contenuto di zuccheri presenti nelle proprie bevande grazie a un'intensa attività di ricerca e sperimentazione. Ma allora, a cosa serve la sugar tax? Lo abbiamo chiesto direttamente al presidente di Assobibe, Giangiacomo Pierini.

Che obiettivi ha la sugar tax?
Nelle intenzioni di chi l’ha pensata, lo scopo dovrebbe essere quello di ridurre il consumo di zuccheri per contrastare obesità e patologie correlate. Il Governo Conte ha deciso di iniziare con le bevande gassate, per poi passare, immagino, agli altri alimenti contenenti zucchero, visto che la tassa sancisce il principio che fa male, sempre e comunque. In realtà, per come è stata formulata, si colpiscono tutte le bevande dolci, compresi i prodotti senza zucchero e senza calorie. In sostanza, viene tassato il sapore. Ha senso? All’estero la tassa è stata introdotta in Paesi che registravano significativi aumenti dei consumi, senza peraltro produrre alcun risultato in termini di riduzione dell’obesità. In Italia, le vendite di bibite zuccherate sono in calo da decenni, in particolar modo tra i più giovani che sono poi la fascia di età con un maggiore tasso della patologia. Questo significa che non sono le bibite la causa del problema. Dal canto nostro, negli ultimi dieci, abbiamo ridotto del 27% il contenuto di zucchero e aumentato del 41% le bevande con ridotto o nullo contenuto calorico. Sono stati introdotti formati più piccoli, per facilitare un consumo moderato ed è stata applicata una severa autodisciplina in materia di marketing e promozioni dirette ai bambini.

Che impatto avrà dunque la sugar tax sul comparto bibite analcoliche? Quanto inciderà sul conto economico delle aziende?
In modo devastante: la sugar tax è di 10 centesimi al litro, un aggravio del 28% della fiscalità. A questo si aggiungeranno i costi per gli adeguamenti burocratici. Questo avrà luogo quando la ripresa dovrebbe essere iniziata e le aziende dovrebbero poter investire nel rilancio dei consumi e nelle attività industriali, ma poiché le imprese non vendono ai consumatori direttamente e dovranno versare l’imposta al momento della cessione del prodotto, anche nell’ipotesi trasferiscano a valle l’intera tassa, dovranno comunque anticiparne i costi per 30-60 giorni, che sono i tempi di pagamento. Crediamo che in un momento così critico, per un settore che nel 2020 ha perso il 40% in volumi, drenare liquidità sia folle e pericoloso, soprattutto per le piccole e medie imprese italiane.

Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe


È questo il motivo per cui la sugar tax, prevista per luglio 2021 è stata rinviata?
La tassa è stata rinviata in considerazione del difficile momento che il Paese stava attraversando causa pandemia, ma non ha subito modifiche. Pandemia i cui effetti continuano e che, lo dice la Commissione Europea, si protrarranno per tutto il 2022.

Cosa deve attendersi il consumatore finale? Qualche rincaro di prezzo?
L’incremento per noi produttori è di 10 centesimi, ma il prezzo finale di vendita al consumatore non lo facciamo noi, quindi non è possibile stimare quale sarà l’impatto finale sul prezzo che pagheranno i consumatori.

Possiamo comunque immaginare delle ricadute per la filiera?
Le ricadute più pesanti si avranno sulle imprese più piccole, che rappresentano una fetta importante del settore, molte delle quali rischiano di passare da un utile a una perdita con un risultato operativo negativo e conseguenze rilevanti sull’occupazione diretta e indiretta e sugli equilibri del comparto/filiera.

Alla fine dei conti, quindi, a quanto ammonterà il gettito fiscale generato?
Il gettito stimato dal Governo è di 300 milioni di euro, ma si consideri che la sugar tax è stata formulata in epoca pre-pandemica su volumi di vendite del 2017 che non sono quelli attuali. Le stime reali, alla fine dei conti, non superano i 100 milioni. Rifaccio quindi la domanda posta prima, so di ripetermi: ma ha senso introdurre la sugar tax?
italiaatavola
di Nicola Grolla
Nicola Grolla


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