Capodanno, i ristoranti nel vortice
delle cancellazioni:
già saltate il 25-30%
Il dato è stato diffuso dalla Federazione italiana pubblici esercizi. Un cambio repentino: prima di Natale erano 4 milioni gli italiani pronti a passare l'ultimo dell'anno al ristorante. Diversi i locali pronti a rivedere i piani. A repentaglio l'evento clou di dicembre (che da solo vale il 10% del fatturato)
Capodanno si avvicina, la pandemia accelera, le persone affollano le farmacie per il tampone e disdicono le prenotazioni per i cenoni. Questa, in sintesi, la tendenza che sta emergendo nelle ultime ore e sta mettendo in difficoltà la ristorazione. Dopo le chiusure imposte per legge lo scorso anno, anche la fine del 2021 non sarà senza difficoltà. Le aspettative per una serata a lungo attesa e capace di rimpolpare, almeno in parte, le casse dei 70mila locali che rimarranno aperti per celebrare l'arrivo del 2022 sembra svanire sotto l'effetto delle cancellazioni: il 25-30% di media, secondo i calcoli della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).
In pochi giorni si è passati dalla voglia di ristorante alle disdette
Un «quadro inaspettato fino a pochi giorni fa» lo definisce la Federazione, che sebbene si aspettasse di non raggiungere (ancora) i livelli del 2019 vista la situazione attuale e le diverse restrizioni anti-contagio (al ristorante si entra solo con il super green pass che si ottiene con la guarigione o il completamento del ciclo vaccinale), cullava l'idea di non chiudere l'anno a mani vuote come è successo nel 2020. Eppure «ci sono locali che in tre giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni, senza riuscire a rimpiazzarle», sottolinea la Fipe in una nota. Questo significa che il mese di dicembre, il più importante dell'anno che fra festeggiamenti vari vale da solo il 10% del fatturato dei ristoranti, è compromesso. Da qui cresce il grido d'aiuto della categoria: «Non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione. Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio», scrive la Fipe.
Che la situazione sia quanto mai inattesa e frutto dell'evoluzione della pandemia negli ultimi giorni (con il picco di 78.313 nuovi contagi nelle scorso 24 ore che rappresenta un record da inizio pandemia) lo sottolinea la stessa Fipe. Subito prima di Natale, infatti, i dati raccolti dall'Ufficio studi della Federazione afferente a Confcommercio erano di tutt'altro avviso: 4 milioni di italiani erano pronti a festeggiare il Capodanno nei ristoranti. Per favorire questa ripresa, i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto a due anni fa: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo era più evidente, 90 euro contro 105. In virtù di questi numeri la spesa totale prevista si sarebbe attestata intorno ai 325 milioni di euro, a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa. Con il dilagare della nuova variante Omicron a questi numeri oggi andrebbe fatta un’ulteriore tara tra il 25 e 30%.
Ad Asti e Albenga i ristoranti vanno verso la chiusura per mancanza di clienti
A testimoniarlo in prima persona sono i ristoratori. «A Capodanno dovremmo restare aperti, ma dove sono finire le prenotazioni? Al momento ho solo due coperti sicuri rispetto a una sala che può ospitare fino a 100 posti. Di fatto parliamo di un -98%. Molte persone telefonano, si informano, abbozzano una prenotazione ma poi ci ripensano. E Capodanno è venerdì sera, ormai il tempo è poco. Dubito di grandi ripensamenti dell'ultimo minuto», afferma Maria Zucchero, titolare del ristorante La Grotta di Asti. Se Capodanno si prospetta una delusione, non è che a dicembre le cose siano andate meglio: «La pandemia ha messo tutti in ginocchio. Il mese in corso è stato deludente, Natale compreso. Con l'introduzione del super green pass la clientela si è ulteriormente irretita e fatta meno disponibile a concedersi qualche uscita», aggiunge Zucchero. In ogni caso, il menu per fine anno è già pronto: classici della tradizione piemontese. «Ma per gustarlo i clienti devono prenotare, altrimenti salta anche quest'anno l'appuntamento. Alla fine l'ultimo vero Capodanno festeggiato ormai è un ricordo», conclude Zucchero.
Situazione simile anche nella vicina Albenga (Sv), dove il ristorante Il Pernambucco, 35-40 posti e specialità pesce, si prepara a festeggiare sottotono: «Rimarremo aperti, ma offriremo solo una proposta alla carta, niente cenone con menu dedicato. Il motivo? Poche prenotazioni. Finora neanche il 20%. E sì che negli scorsi anni siamo sempre stati al completo. È chiaro che la differenza la fa il virus: la paura di contagiarsi o contagiare qualcuno ha allontanato le persone», fa sapere lo staff del locale.
Le cancellazioni? Un fenomeno già registrato a Natale
Per chi, invece, è riuscito a raccogliere le prenotazioni il problema principale è il rischio disdetta. «Il fenomeno lo abbiamo già registrato a Natale quando, fra una disdetta e l'altra, abbiamo concluso la giornata con soli 650 euro di incasso. E abbiamo pure dovuto buttare via 9 kg di daino fresco già preparati e pronti per essere serviti», racconta Matteo Gavini, titolare del ristorante Il Mercante di Pisa. Qui le prenotazioni per Capodanno sono state aperte il 9 dicembre e nel giro di un paio di giorni si sono riempite. Peccato che nei due giorni successivi siano piovute altrettante disdette. «Il problema principale è questa corsa ai tamponi di massa che fa emergere positivi, spesso asintomatici, un po' dappertutto. A questo, poi, si aggiunge l'assenza del turismo. Non essendoci la possibilità di partecipare a qualche evento pubblico i visitatori non si muovono da casa e non prenotano al ristorante», afferma Gavini. In ogni caso, il menu di Capodanno è pronto: 9 portate con abbinamento di altrettanti calici di vino, il tutto per un costo di circa 85 euro. «Speriamo sia una proposta che può fare piacere alle coppie, solo loro possono risollevarci con prenotazioni dell'ultimo minuto», conclude Gavini.
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