Crociere, settore
ancora in difficoltà.
Ma reggono
le proposte invernali
Quello delle crociere è un segmento importante per l’economia e il turismo italiani. Il 2021 ha segnato una piccola ma significativa ripartenza, anche se si può considerare un anno di assestamento dopo l’arrivo del Covid. Tra nuovi progetti, nuove rotte e nuovi protocolli di sicurezza, Costa e Msc fanno un bilancio e guardano al futuro
Quello delle crociere è un mondo che sta “reggendo il colpo”. Sta provando a restare in piedi nonostante le mille difficoltà che la pandemia sta creando giorno dopo giorno. Alla fine del 2019, nel salone dell’Italian Cruise Day che si è tenuto a Cagliari, si parlava di numeri da capogiro: più di 13 milioni di passeggeri movimentati nel 2020 e +6,2% sulle stime già positive dell’anno che si stava chiudendo. Poi sono arrivati il Covid-19, i contagi, le restrizioni, le paure che una pandemia porta naturalmente con sé. E tutto è cambiato.
Se il 2020 è stato l’anno “maledetto”, quello delle aspettative non rispettate e delle navi rimaste per la maggior parte dei mesi ferme nei depositi, il 2021 ha segnato una piccola ma significativa ripartenza. Che non significa che la situazione oggi sia positiva. «Nonostante la netta ripresa - ha spiegato Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti, associazione dei porti italiani - le crociere sono lontane dai numeri pre-pandemia. Tuttavia, la ripartenza sta avvenendo grazie all’Italia, e il 2022 sarà l’anno in cui si dovrebbero vedere dati di crescita più significativi. Al contrario, il 2021 si può considerare per il settore passeggeri ancora un anno di assestamento».
I dati dell’Autorità di Sistema Portuale, elaborati da Assoporti, dicono che quest’anno complessivamente i passeggeri sono cresciuti del 21,5% (+277,05% le crociere e +13,4% i traghetti). «I segnali di ripresa - aggiunge Giampieri - dovranno essere accompagnati e rafforzati da tutti gli investimenti necessari per garantire la competitività dei porti, come previsto dal Pnrr e dal fondo complementare, che pongono obiettivi ambiziosi e fortemente stimolanti anche per la transizione ecologica e digitale del comparto. Diverso il tema dei passeggeri legato direttamente alla situazione sanitaria in corso e alla sua evoluzione».
Msc Crociere: «Ora è tornata l’apprensione»
«Nelle ultime settimane sembra essere diminuita la possibilità di spesa degli italiani - analizza Leonardo Massa, managing director Italia di Msc Crociere - e la preoccupazione per i contagi in aumento ha rallentato la ripresa del turismo. Peccato, perché fino a ottobre sembrava che tutto stesse andando nella direzione giusta, poi abbiamo fatto solo passi indietro». Msc Crociere è stata la prima azienda a rimettere le navi in mare nell’agosto del 2020, dopo il lockdown duro della prima metà dell’anno: «Da allora abbiamo trasportato in giro per il mondo oltre un milione di ospiti - spiega Massa - che rappresentano circa 7 milioni di notti alberghiere e oltre 21 milioni di pasti nel ristorante. Ma ora è tornata l’apprensione da parte dei clienti».
Reggono le crociere invernali
A lasciare uno spiraglio di ottimismo c’è il buon andamento - nonostante i contagi in rialzo e la preoccupazione di chi vorrebbe prenotare - delle crociere invernali. Da ottobre 2021 a marzo 2022 Costa Crociere fa sapere che potrà contare su cinque navi in servizio: Costa Fascinosa e Costa Diadema in Sud America, Costa Deliziosa nei Caraibi, Costa Firenze nel Golfo Arabico, a Dubai, e Costa Luminosa nel Mediterraneo occidentale. Considerata la situazione, il Gruppo Costa fa sapere che «il 2021 è andato bene per la nostra azienda». La compagnia fatto registrare oltre 1,5 milioni di passeggeri movimentati, sebbene lo scenario non fosse di sicuro quello ottimale. Grazie ai protocolli di sicurezza e a una nuova programmazione di itinerari, la compagnia è ripartita nell’estate del 2021 focalizzandosi sul Mediterraneo con itinerari di prossimità, che hanno garantito comodità di imbarco agli ospiti e hanno permesso di riscoprire in particolare l’Italia, dando così un contributo importante alla ripartenza del turismo del Belpaese.
Msc Crociere punta sul Nord Europa
In casa Msc Crociere si punta molto sull’Europa. Sul Nord, in particolare: «Il continente resta il nostro mercato di riferimento - spiega Massa - e, non a caso, rappresenta la proposta più apprezzata dai nostri passeggeri. Non mancano comunque i viaggi sul Mediterraneo, sempre validi anche in inverno, e le rotte in altri angoli nel mondo: per questo inverno abbiamo in programma Stati Uniti e Antille, Brasile, Arabia Saudita».
Protocolli anti-Covid rigorosi e inflessibili
«La nostra azienda - sottolinea ancora Massa di Msc - ha dimostrato di saper gestire come poche altre la situazione pandemica. Il nostro protocollo, che si evolve e si aggiorna a braccetto con la pandemia, ha permesso a milioni di persone di poter vivere una vacanza in totale sicurezza. Del resto, le nostre navi sono una vera e propria “bolla”: chiunque vi sale è per forza di cose vaccinato e ha fatto un tampone, che è risultato negativo, nelle ultime 72 ore; un altro tampone viene fatto poi prima della partenza. Anche a bordo c’è un costante monitoraggio della situazione pandemica. Abbiamo dimostrato che la nostra è la vacanza più sicura. Questo non significa che il Covid non esista o che sia stato messo alle spalle».
Sulle navi Costa viene utilizzato il Safety Protocol, il protocollo sanitario sviluppato dalla compagnia in collaborazione con esperti indipendenti e di concerto con le autorità sanitarie italiane, che contiene procedure operative adeguate alle esigenze di risposta alla pandemia da Covid-19, relative a ogni aspetto dell’esperienza in crociera sia a bordo sia a terra. «Inoltre - fa sapere l’azienda - l’assistenza medica è garantita 24 ore su 24 per tutti gli ospiti e l’equipaggio».
Un comparto fondamentale per il turismo
Quello delle crociere - invernali o estive che siano - rappresenta un settore importante per l’economia e il turismo italiani. Basti pensare che, prima del 2020, il Gruppo Costa generava un indotto economico annuo di 12,6 miliardi di euro in Europa, creando oltre 63mila posti di lavoro. In particolare, l’Italia poteva contare su un fatturato pari a 3,5 miliardi di euro, con circa 17mila posti di lavoro. Significativo è anche il numero dei fornitori e dei partner italiani con cui il Gruppo collabora: circa 5mila. IAT
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