Capodanno in zona arancione? L'ipotesi del Governo che fa tremare bar e ristoranti
Per il momento è solo un'ipotesi, ma si studia una zona arancione su tutta l'Italia. Così i pubblici esercizi, chiusi alle 18, perderebbero il fatturato del Cenone. Ma il vero rischio sono gli assembramenti in casa. Nel frattempo, il ministro Garavaglia tranquillizza i turisti invernali: «Andate a sciare, anche in zona arancione. Gli operatori del settore possono garantire la vostra sicurezza»
La stretta di fine anno si deciderà domani, 23 dicembre, quando sono state convocati cabina di regia e Consiglio dei ministri. Sul tavolo diversi temi: dalla riduzione della durata del green pass all’estensione dell’obbligo vaccinale, dalla necessità di sottoporsi al tampone anche per i vaccinati (soprattutto quelli che si avvicinano alla scadenza dei sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale) all’utilizzo della mascherina. Tutto per «difendere la normalità raggiunta», come ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la conferenza stampa di fine anno. Un fine che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe richiedere anche mezzi drastici come una zona arancione su tutta l’Italia limitatamente ai giorni di Capodanno.
Tutta l'Italia in zona arancione a Capodanno? Per ora solo un'ipotesi
Al momento è solo un’ipotesi, ma al di là dell’andamento dei contagi l’idea allo studio è quella di una sorta di mini-lockdown secondo i criteri della zona arancione. Detto diversamente, per un paio di giorni a cavallo fra il 2021 e il 2022, ristoranti e bar chiuderebbero alle 18.00. Stessa cosa per gli altri pubblici esercizi come le discoteche e i locali da ballo. Stop anche alle feste pubbliche in piazza (eventi che peraltro sono via via in fase di rimodulazione se non di cancellazione).
Ristoranti beffati e rischio assembramenti in casa e per strada
Il rischio è che un provvedimento simile se da un lato risponda a una logica di massima cautela, dall'altro finisca con il creare più complessità. In prima battuta, c’è la questione del fatturato. Dopo un inverno 2020 di stop, bar e ristoranti rischierebbero di non cogliere l’opportunità di fare cassa con i cenoni di Capodanno. Stessa cosa per gli altri pubblici esercizi (pensiamo alle discoteche, aperte lo scorso 16 ottobre dopo oltre un anno e mezzo di sostanziale chiusura).
In secondo luogo, il rischio è quello di spingere le persone a festeggiare in strada (andando a formare assembramenti non monitorati viste le varie ordinanze che vietano gli eventi di piazza) oppure a rinchiudersi nelle case private dove il controllo sarebbe pressoché assente.
Contestualmente, dopo tutta la querelle sui tamponi obbligatori per chi entra in Italia dall'estero, a pagare un prezzo altissimo sarebbe il turismo che, di fatto, per Capodanno si ritroverebbe nelle stesse situazioni del 2020: tutto bloccato nel mezzo del picco della stagione invernale; stavolta con clienti già nelle camere per le classiche settimane bianche.
Il ministro al Turismo Garavaglia
tranquillizza: «Andate a sciare
sulle nostre montagne
anche in zona arancione»
Il turismo è un settore che vale 10 miliardi miliardi del nostro Pil. «Non deve essere messo di nuovo in ginocchio della pandemia. In queste vacanze natalizie andate a sciare tranquillamente sulle nostre montagne - ha detto oggi il ministro del Turismo Massimo Garavaglia - anche in zona arancione. Gli operatori del settore sono in grado di garantire tutte le misure sanitarie di sicurezza e di tutela della salute».
È l'ennesimo appello a sostegno di un settore che a causa della variante Omicron è osservato speciale da parte delle autorità sanitarie. Per ora non vi è nessuna particolare prescrizione a parte quelle note riguardanti l'uso delle mascherine, il distanziamento, la prenotazione online degli skipass e il green pass obbligatorio. «Di recente - ha rimarcato ancora con forza il ministro - sono stato in missione in Spagna. Il discorso che mi hanno fatto tutti gli operatori stranieri è stato molto semplice: basta parlar male dell'Italia. Abbiate fiducia, tornate alla normalità».iat
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