venerdì 31 dicembre 2021

#apertimavuoti: il Capodanno terribile dei ristoratori che chiedono aiuti al Governo

 

#apertimavuoti: 

il Capodanno terribile 

dei ristoratori 

che chiedono aiuti 

al Governo

A differenza dello scorso anno, quando l’Italia era in zona rossa, le attività sono aperte. 1 su 5 ha però scelto di rinunciare al tradizionale Cenone. Il motivo? Pochissime prenotazioni e la carenza di cuochi e camerieri.


s iamo a Capodanno , ma le uniche file sono quelle fuori dalle farmacie per i tamponi. Chi si aspettava una fine di 2021 diversa da quella dell’anno scorso è rimasto, suo malgrado, deluso e in molti hanno deciso di chiudere. Oltre all’assenza di prenotazioni, l’arrivo della nuova ondata e della temuta variante ha reso quasi impossibile trovare personale. «Una situazione drammatica: sono più i camerieri e i cuochi in quarantena che quelli che lavorano», ha sottolineato Raffaele Madeo, presidente di Tni (Tutela nazionale imprese).

Il grido d’allarme: “Non ci resta che chiudere”

Nel 2020 l’Italia arrivò a festeggiare il nuovo anno in zona rossa. Quest’anno lo scenario, almeno sulla carta è diverso, ma nei fatti gli operatori si trovano a dover affrontare le stesse problematiche del passato. «Ristoranti e bar sono aperti, ma non è cambiato nulla – ha proseguito Madeo – Un’attività su cinque ha già scelto di rinunciare al Cenone. È come se fossimo ancora in lockdown». Così Tni ha deciso di lanciare sui social un hashtag, #apertimavuoti, per raccontare il Capodanno terribile dei ristoratori. Un settore che da solo vale il 18% del Pil nazionale, 46 miliardi di euro di valore aggiunto, e che dà lavoro a oltre un milione di persone. «Tra pochi giorni saremo noi a fermare le nostre attività per protesta», ha concluso.

Le tredici proposte per ripartire

Tni è stata convocata al tavolo ministeriale per il settore turistico. Il presidente Madeo ha illustrato al ministro del Turismo Massimo Garavaglia e al sottosegretario al Lavoro Tiziana Nisini tredici proposte per salvare il settore ricettivo  e della ristorazione. Diversi gli aspetti toccati, dal personale alle tassazioni. Eccole nel dettaglio:

- Prolungamento credito d’imposta sulle locazioni commerciali, si ricorda che l’ultimo credito d’imposta affitti concesso risale a maggio 2021. Si chiede inoltre che il proprietario immobiliare sia obbligato ad acquisire il credito in caso di cessione

- Prolungamento credito d’imposta sanificazione e dpi

- Nuovo fondo perduto a ristorare la perdita di fatturato dell’anno 2022, rispetto al 2019

- Nuovo fondo perduto filiera Made in Italy per la ristorazione

- Proroghe norme salva bilanci anche per il 2021-2022

- Esenzione pagamento di tutti i tributi/contributi: Tari, Suap, Cimp e Siae relativi all’attività per il periodo di pandemia

- Esonero del pagamento della rate INPS artigiani e commercianti per almeno i primi 3 mesi del 2022

- Allungamento dei piani di ammortamento dei finanziamenti garantiti con il Fondo di garanzia

- Proroga per tutto il Settore ricettivo-turistico e per il comparto somministrazione di tutte le forme di integrazione al salario (CIGO, CIGS, FIS, ecc.) fino alla fine del periodo emergenziale, minimo fino ad aprile 2022

- Abbattimento strutturale del costo del lavoro: riduzione del cuneo fiscale, non solo per nuovi assunti ma a tutela e mantenimento della forza lavoro esistente per tutto il Settore del Turismo e della Somministrazione onde evitare l’aumento della platea dei disoccupati

- Promuovere accordi quadro in favore della calmierazione dei prezzi riguardanti le utenze oltre alla dilazione automatica del pagamento delle bollette almeno durante i periodi emergenziali, oltre a combattere con forza il caro bollette

- Estensione dell’agevolazione “80 facile” per l’attività di somministrazione

- Proroga concessioni scadute fino alla fine del periodo emergenziale IAT

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