martedì 20 settembre 2022

COME SI VALUTA UNA SCHEDA DI ASSAGGIO?

COME SI VALUTA 

UNA SCHEDA DI ASSAGGIO? 

Non solo strumento per la misura della percezione e guida per l’assaggio, la scheda in molti casi è l’emblema del metodo di analisi sensoriale e persino elemento distintivo di una categoria di assaggiatori. 

Ma quali sono i criteri che consentono di valutare la sua efficacia? Qualcuno dice che la scrittura impoverì l’umanità riducendo la necessità dell’impiego della memoria. Non vogliamo entrare nel merito della questione, ma un po’ è vero anche per quanto riguarda l’analisi sensoriale: consegnare a un supporto la sintesi della percezione che abbiamo avuto di un evento significa mantenerne imperituro il ricordo. Così possiamo pensare che all’inizio la scheda sia stata un qualsiasi mezzo atto a lasciarsi scrivere. Pensiamo anche che chi si cimentò nella descrizione di un vino o di altro non si sia posto il problema di seguire uno schema, lo faceva liberamente in base agli stimoli che riceveva dai sensi. Ma nel 1312, quindi 710 anni fa, ci fu un evento che di certo incise sulla nascita delle schede di assaggio. Non sappiamo in quanto tempo possa avere attivato il processo, né in quale modo, ma ci piace pensare che tutto sia partito da quell’anno e da quella Parigi che vedeva Filippo IV detto “il bello” (guardando i ritratti non si direbbe, ma si sa che i canoni estetici erano differenti) sul trono di Francia. Questo re istituisce l’organizzazione dei Sensali-Buongustai-Degustatori di vini. Per quanto le cronache non lo riportano è logico pensare che gli aderenti abbiano dovuto accordarsi su un metodo, quindi su uno schema: ed ecco la necessità di una scheda condivisa. Noi qui tratteremo solamente delle schede strutturate che riguardano i metodi descrittivi quantitativi, in pratica le più diffuse, lasciando da parte, per ora, altri strumenti, per quanto di non secondario interesse. 

A CHE COSA SERVE UNA SCHEDA 

Per individuare i criteri che ci consentano di valutare l’efficacia di una scheda dobbiamo prima comprendere a che cosa serve andando oltre al valore simbolico che può rappresentare per chi la crea e chi la usa. Per prima cosa è la guida che consente al gruppo di uniformare le operazioni di valutazione sensoriale e il mezzo per la registrazione della percezione in una forma tale che possa essere comparabile tra i diversi giudici sensoriali. Ma ha – o può avere - anche altre importanti funzioni, quali fungere da suggeritore per l’individuazione degli stimoli e persino diventare lo strumento che consente di trasformare il giudizio in valore creando di conseguenza delle gerarchie tra prodotti. 

da l'ASSAGGIO

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