venerdì 30 settembre 2022

Giro del mondo in 400 distillati

 

Giro del mondo 

in 400 distillati: a Roma 

è tempo di ShowRum

Domenica 2 e lunedì 3 ottobre al Centro Congressi dell'A.Roma Lifestyle Hotel torna il più importante evento in Italia dedicato a rum e cachaça dei migliori produttori mondiali

di Beatrice Tomasini

«Il rum è folklore, cultura. E l’aspetto più interessante di questa fiera è proprio il fatto che è possibile fare il giro del mondo e approfondire culture diverse bevendo questo distillato». Parola di Leonardo Pinto, uno dei maggiori esperti internazionali di rum, oltre che fondatore e direttore di ShowRUM - Italian Rum Festival.

Dopo due anni di stop per via della pandemia l’evento, il più importante in Italia interamente dedicato a rum e cachaça, torna al Centro Congressi dell'A.Roma Lifestyle Hotel nel quartiere Gianicolense per due giorni di degustazioni, incontri e masterclass gratuite (domenica e lunedì). 

A Italia a Tavola l’organizzatore (nonché creatore del portale Isla de Rum, blog e shop online con l’obiettivo di valorizzare la cultura del rum nel nostro paese) racconta: «Attraverso un distillato si può conoscere di più di una popolazione locale, soprattutto le usanze. Ci sono popoli che ne fanno uso nella vita quotidiana, ad esempio in Giamaica ho conosciuto un ragazzo a cui la mamma, quando aveva l’asma da piccolo, gli faceva bere un goccio di rum. E poi non dimentichiamo che in alcune zone tropicali, come Cuba, si versa fuori dalle case per tenere lontano gli spiriti maligni». 

A Roma torna ShowRum  Giro del mondo in 400 distillati: a Roma è tempo di ShowRum

A Roma torna ShowRum

Torna ShowRum a Roma 

Durante la kermesse, aperta al pubblico domenica 2 ottobre dalle ore 14:00 alle ore 21:00 e agli operatori di settore lunedì 3 ottobre dalle ore 11:00 alle ore 19:00, sarà possibile degustare circa 400 etichette dei migliori produttori della scena mondiale (una settantina di brand) e partecipare alle dieci masterclass gratuite.

Tra le aziende coinvolte anche Compagnia dei Caraibi, attiva nell'importazione e distribuzione di rum e cachaça che sarà presente con una selezione di 16 referenze provenienti da tutto il globo: 1710, Barrilito, Canerock, Demon’s Share, Dillon, Diplomatico, Distillerie Severin, El Dorado, Kleren, Koloa, Magnifica, Plantation, Quorhum, Rhum Unhiq XO, Santissima Trinidad, Vulcao Grogue.

Nella due giorni sono previste anche un’area miscelazione curata da Paolo Sanna, in collaborazione con il Singita Miracle Beach, e la ShowRUM Tasting Competition: sfida ricorrente allo ShowRUM e prima competition al mondo in cui i prodotti vengono divisi per tipologia di alambicco, invecchiamento e materia prima.

Degustazione allo ShowRum  Giro del mondo in 400 distillati: a Roma è tempo di ShowRum

Degustazione allo ShowRum

Le chicche da non perdere 

«El Dorado di Demerara Distillers (nata dalla fusione di tante piccole distillerie e aziende agricole della zona) è un brand storico che utilizza ancora oggi alambicchi ottocenteschi, davvero uno dei primi rum che ha insegnato al mondo a bere. Viene prodotto in Guyana sulle sue rive del Rio Demerara dove si coltiva uno dei migliori tipi di canna da zucchero al mondo - ci racconta Pinto - In occasione di ShowRUM si possono poi assaggiare prodotti di nicchia come il rum hawaiano (Koloa Rum Company di Kuai Reserve, prima distilleria di tutto l’arcipelago nata vent’anni fa sull’isola di Kauai) oppure saperne di più sulla venezuelana Diplomatico, risalente al 1959 e oggi a conduzione familiare. Oppure volare in Giamaica con Canerock Spiced Rum della Clarendon Distillery e assaporare un infuso di baccelli di vaniglia, cocco, zenzero e altre spezie con affinamento in botti di sherry. E ancora scoprire l’unica distilleria di tutta la Sicilia che produce rum 100% italiano, Avola Rum». 

 Non solo, aggiunge Pinto: «Per chi non se lo aspettasse c’è anche il rum vietnamita, Sampan, della Distillerie d'Indochine. Il punto è che questo distillato si produce in tutta la fascia tropicale del mondo ma nel corso della Storia ci sono state regioni che per vari motivi sono state più brave a commercializzarlo. Tutto è legato al passato coloniale di questi paesi: gli olandesi prima hanno piantato la canna da zucchero, poi portato gli alambicchi in tutto il mondo. Successivamente gli inglesi sono stati bravi a produrre e vendere questo prodotto». 

 

 

Da qui la ragione per cui nel nostro Paese la cultura del rum è legata solo a un passato più recente: «In Italia è nata da poco, finora il rum è stato sempre usato più come ingrediente che apprezzato come distillato in sé». 

Altri prodotti particolari in esposizione, una selezione di Shochu (il più antico distillato giapponese di canna da zucchero), oppure di Batavia Arrack, rum indonesiano (il cui nome deriva dal nome di Giava in Olandese) e di Grogue capoverdino. italiaatavola

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