mercoledì 1 aprile 2015

Davide Botta all'Artigliere di Isola della Scala

 A pochi cilometri da Verona
 Un vecchio giovane 
dei Jeunes Restaurateurs D'Europe
 Il riso come foglio da disegno

A dirvi la verità non conosciamo personalmente
Davide Botta, classe 1967, ma l'ufficio stampa , CM, che si occupa di curare l'aspetto comunicativo della sua attività, ad oggi, ha sempre dimostrato sempre di essere degno di nota per cui non abbiamo difficoltà nel replicare quanto ci scrivono a proposito di questo chef tutto talento e sensibilità con un desiderio preciso : arrivare dritto al centro della cucina, e quindi alla verità degli ingredienti. Un percorso , oltre che un desiderio, che lo ha portato negli anni al coronamento del suo sogno di un progetto culinario gourmet all’interno di un contesto accogliente, completo, fatto di paesaggi campestri e servizio impeccabile. L'Artigliere Ristorante con Locanda è il nome del suo ristorante, situato in un antico mulino da riso seicentesco, a Isola della Scala, nel complesso di Villa Boschi a pochi chilometri da Verona. La locanda è una dimora elegante e calorosa, che ospita al suo interno cinque confortevoli camere affacciate sulla suggestiva campagna veronese.

Un vecchio giovane dei Jeunes Restaurateurs D'Europe
Un vecchio giovane dei Jeunes Restaurateurs…
Dopo i tempi che lo hanno visto accanto a importanti cuochi come Pietro Tomasoni a La Stretta di Brescia, sua città di origine e Sergio Mei all’Hotel Excelsior San Marco di Bergamo, la sua cucina è andata via via concretizzandosi negli anni, coniugando sperimentazioni moderne ai sapori e gli odori di una volta. Il risultato è una proposta di ristorazione in continua evoluzione, altamente incentrata sulla qualità e la stagionalità degli ingredienti, protagonisti indiscussi ed essenza stessa delle sue creazioni. Dal 1997 fa parte della nota Associazione Jeunes Restaurateurs D'Europe, e i suoi numerosi successi premiano l’impegno costante e la fedeltà di una clientela in costante crescita. Trovandosi L’Artigliere in un antico mulino del 1612, ristrutturato con sapienza dalla Famiglia Dal Colle, il riso è una materia prima fortemente presente nei menu di Davide che, ad esempio, firma un superbo Risotto affumicato con gambero rosso crudo, limone candito, caviale e germoglio di porro il quale dimostra carattere ed eleganza negli abbinamenti, l’innovativo Risotto con le rape, lumache al bacon e ricotta affumicata o il più classico Timballo di riso con foie gras, animelle e tartufo nero.

Il riso come foglio da disegno
“Il riso – afferma lo chef - per me è come un foglio di carta bianco dove ci posso disegnare quel che voglio. Fa parte della mia cultura, è ingrediente indispensabile nei miei menu ed è proprio con il riso che ho affinato, giorno per giorno, la mia professione”. Lo chef Davide Botta utilizza nella sua cucina esclusivamente riso coltivato e lavorato direttamente dallo chef in collaborazione con la famiglia Dal Colle, nelle risaie a pochi chilometri dal ristorante. Questo riso viene confezionato con il marchio La Pila di Villa Boschi ed è possibile anche acquistarlo presso l’Artigliere.Il percorso professionale dello chef Botta è tutt’ora in forte evoluzione, alternando piatti tipici e nuove sperimentazioni, senza mai tralasciare la qualità del servizio offerto al cliente.

E’ una piacevole abitudine, infatti, sorprendere Davide nel suo ristorante, intento a conversare in sala con i suoi ospiti. Nel menu, gli originali suggerimenti alternano zuppe, paste, risotti, a crudi di carne e pesce, senza tralasciare i secondi che parlano del territorio sublimandolo attraverso inedite rivisitazioni. Pietanze che rivelano una perfetta convergenza tra creatività e tradizione, capaci di far risaltare il lato più intimo degli ingredienti. “La verità è dentro e ben nascosta, ma la cucina, che è uno dei mezzi per tentare di farla venire alla luce, è semplice. Per me la cucina è tradizione seppur esplorando tecniche e sapori internazionali. Nella mia filosofia, lo chef deve poter estrapolare anche solo un ingrediente o una singola tecnica. In questo modo si vogliono tramandare le emozioni di un tempo in un piatto contemporaneo e attuale”.

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