PER
L’ARIETE, A TAVOLA
GENUINITA’
E OPULENZA
Segna la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera,
e la natura rinasce con impeto irrefrenabile, un risveglio che non sempre tiene
conto delle condizioni atmosferiche. E’ la forza vitale, il desiderio
irresistibile di creare e rinnovare a spingere la natura a far sbocciare i
primi germogli, a far crescere i fili d’erba dall’asfalto delle strade, a far
nascere alberi in luoghi impensabili e ostili. La sfida della vita alle
avversità e l’ottimismo della forza vitale che comunque la natura, nelle sue
espressioni più varie, vince sempre.
Per gli antichi l’uomo era strettamente legato
all’universo e alle sue leggi cosmiche, convinti che ogni cosa su questa terra
avesse la sua corrispondente nella volta celeste. Per questo, ai nati in questo
periodo, attribuirono le caratteristiche di un focoso, impetuoso e battagliero
Marte, pianeta signore del segno dell’Ariete, sorretto dall’ottimismo del Sole
e dalla capacità di rinascita di Plutone (secondo Signore del segno).
Della primavera il segno
possieda freschezza, la semplicità di una mente molto motivata, la volontà di
perseguire i propri ideali (pochi ma chiari). La tradizione li vuole
appassionati, impulsivi, dinamici, ribelli alle convenzioni, testardi, ansiosi
e spericolati. Hanno il difetto di
essere talvolta un po’ presuntuosi e prepotenti e di imporre le proprie idee ai
“partner”. In effetti, i nativi dell’ariete non riescono a stare fermi e il
tempo libero è un incubo da riempire con mille attività: sport, escursioni,
associazioni, interessi artistici e letterali.
Di costituzione fisica robusta
e atletica, devono tenere d’occhio il tono muscolare che si mantenga elastico e
scattante. L’appesantimento potrebbe risultare deleterio alla loro immagine, ma
la loro dinamicità (a volte eccessiva) li aiuterà a restare giovanili e belli.
Certo è che tutto questo comporta un notevole dispendio energetico a che quindi
l’alimentazione deve tenere conto del forte consumo di aminoacidi, di glucidi,
per l’energia sempre disponibile ma soprattutto deve considerare i forti sapori
di questo segno. I nati in questo periodo sono soggetti iperattivi, con
accentuata attività ipertiroidea, che permette di bruciare alacremente le
calorie ingerite durante i pasti, consumati anche troppo velocemente a scapito
della masticazione, di qui le cefalee che li affliggono dovute a un
sovraccarico dello stomaco.
Di forte e gagliardo appetito,
gli Arieti si orientano preferibilmente verso la carne, ricca di proteine e
aminoacidi, e i primi piatti a base di carboidrati per fornirli di energie
spendibili.
Mangia in maniera disordinata,
seguendo più gli impulsi della fame che quelli dell’orario, inoltre è dotato di
un ottimo appetito. Mangiare è per lui
soddisfare un bisogno elementare, e non gli interessano molto gli addobbi o le
raffinatezze a tavola. La preferisce semplice ma ravvivata dai colori accessi
di accessori e piatti di portata, un’atmosfera informale ma simpatica e
spigliata. Amante della carne alla piastra, spiedini e grigliate miste,
accompagnate da vini schietti, decisi come un bel Sangiovese Riserva
(consigliamo quello di Umberto Cesari di Castel San Pietro, Bologna) dovrebbe
stare però attento agli acidi urici, con conseguenti doloretti a giunture ed
estremità. Sarebbe dunque consigliabile arricchire la gamma degli alimenti
introducendo zuppe, minestre di verdure, paste al forno ripiene forse di
verdure, pesce al forno o cotto in modo che comunque i forti gusti dell’Ariete
siano rispettati. Orientato verso la quantità, potrebbe, per esempio,
introdurre due verdure con il secondo: una fresca e una lessata, per aiutare lo
stomaco nella digestione.
Ma soprattutto dovrebbe
limitare cibi troppo elaborati e speziati, il peperoncino e le bevande
altamente alcoliche e lasciarsi tentare a volte dalla frutta, magari esotica,
dalle forme e dal sapore inconsueti e, se proprio desidera un superalcolico,
preferire una grappa genuina a un qualsiasi altro digestivo elaborato.
Daniela Mosena
ED ECCO UNA PROPOSTA
PER L’OSPITE ARIETINO
Capriolo in umido con
polenta.
Ingredienti: 800 grammi di
capriolo che avrete preventivamente macerato in un vino rosso (giovane ma di
corpo) tanto da coprire tutta la carne, per 24 ore; dei chiodi di garofano,
bacche di ginepro pestate, un cucchiaio di timo e maggiorana, alcune foglie di
salvia, una cipolla media, un gambo di sedano,
5 cucchiai di olio d’oliva extravergine, una noce di burro, un cucchiaio
di cannella in polvere, 50 grammi di pomodoro concentrato e un bicchiere di
brodo, sale e pepe.
Preparazione: alla carne di capriolo marinata togliete
l’eccesso di liquido; soffriggete in un tegame (preferibilmente di coccio) la
cipolla e l’intero gambo di sedano, finemente tritati nell’olio; insaporite con
la salvia, il timo, i chiodini garofano, le bacche di ginepro, la maggiorana,
la cannella. Lasciate evaporare; poi aggiungete la conserva di pomodoro,
allungata nel brodo, e continuate a cuocere per un’ora, a fuoco molto basso. Il
capriolo sarà pronto quando la carne sarà tenera e il sughino giustamente
addensato. Servite l’umido
accompagnandolo con la polenta e con un buon vino rosso
d’annata come un buon amarone della Valpolicella (consigliamo un Villa Girardi
di San Pietro in Cariano)
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