venerdì 15 aprile 2016

Nell'area Expo si riaprono i ristoranti?

Nell'area Expo 

si riaprono i ristoranti? 
Fipe: no a nuova 

concorrenza sleale

Il sindacato dei ristoratori della Confcommercio contesta
duramente il progetto della giunta regionale della Lombardia. Lino Stoppani ricorda i danni causati ai locali milanesi che nel semestre dell'Expo si sono svuotati e pone uno stop al progetto di ripetere operazioni di cannibalismo commerciale: nei sei mesi della manifestazione ristoranti e bar di Milano si erano svuotati, perdendo clienti e fatturato. La Regione intende sostenere chi aveva già usufruito di agevolazioni poco chiare



I ristoratori milanesi sono pronti a scendere in piazza contro Regione e Comune se trovasse conferma il progetto di riaprire ristoranti e comunque attività di esercizi pubblici nel sito dell’Expo, affidandone la gestione a quei pochi soggetti che già sono stati agevolati dalla politica durante i sei mesi della manifestazione. A porre un deciso no all’idea della Regione Lombardia è Lino Stoppani (nella foto in basso), il presidente dell’Epam, la federazione territoriale della Fipe-Confcommercio, che presa carta e penna il 30 marzo scorso ha contestato senza mezzi termini la delibera della giunta regionale del 21 marzo che ha varato il Progetto “Fast Post Expo”. E del resto come dare torto al presidente del sindacato dei ristoratori italiani se si pensa che nel documento della Regione si legge esplicitamente della volontà “politica” di agevolare le imprese hanno già operato in Expo, spesso in assenza di bandi di concorso regolari. 

«L’offerta di cibo e bevande sarà variegata - si legge nel documento della giunta regionale che sembra essersi trasformata in una società di gestione di esercizi pubblici -  e all’altezza della memoria di Expo, provando a coinvolgere attori che già hanno dato prova di sé durante il semestre». L’idea corre subito a Identità Golose, ad Eataly o a varie cooperative e a chef stellati che hanno avuto spazi a disposizione a costi irrisori con l’effetto di svuotare molti locali milanese durante il semestre di Expo.

Lino Stoppani
Lino Stoppani

Lino Stoppani, parla esplicitamente di “cannibalismo commerciale” che pensava di poter considerare archiviato con la chiusura di Expo. Se la categoria che rappresenta ha “responsabilmente accettato” i sacrifici imposti dalle scelte sbagliate di Expo, che aveva generato forti cali di fatturato deviando forti flussi (“considerando  Expo una priorità e un investimento per la città e per il Paese”), ora però non è disposta a farsi da parte o a segnare la morte di tante aziende. Per ora l’Epam si limita ad anticipare una contrarietà netta, erigendo però un muro rispetto alle agevolazioni e alle “condizioni privilegiate con le quali si è sviluppata la concorrenza durante la manifestazione”.

Tenendo conto che il recupero dell’area per insediamenti di ricerca porterà con sé la necessitò di avere in loco bar e ristornati, l’Epam avanza la disponibilità a concorrere eventualmente nella gestione di questo progetto, pur lasciando trasparire fra le righe che i politici dovranno fare un passo indietro e che i gruppi già beneficiati durante l’Expo non dovranno avere alcun trattamento privilegiato. In caso contrario sarà davvero guerra. E considerando l’imminenza delle elezioni al Comune di Milano sarà inevitabile che questo tema diventa un argomento di grande discussione.
Italiaatavola

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