venerdì 15 aprile 2016

TU CHE FACEVI SOLO CROSTATINE

TU CHE FACEVI 
SOLO CROSTATINE

E’ stata la vincitrice della quinta edizione di MasterChef Italia 2016,

e ora anche scrittrice. Erica Liverani, nel suo A piccoli passi (Baldini&Castoldi, € 20,00), riassume le tappe della sua favolosa

esperienza nel fortunato talent show di SkyUno: dalla serata in un capanno da pesca sul Lamone (Ravenna) quando, a sua insaputa, gli amici Giovanni e Manuel la iscrissero a MasterChef,  al

primo provino a Milano (scelta tra oltre 16mila concorrenti), fino all’ultimo step vincente di Cremona il 3 marzo scorso, prima tra i 20 finalisti. La trentunenne ravvennate, mamma single e   fisioterapista di professione, con la carica adrenalinica della vittoria ancora in corpo stupisce ogni volta gli astanti alla presentazione del suo libro.

Così l’altra sera, per la terza volta nella capitale, assieme all’inseparabile figlioletta Emma, finalmente sicura di sé e orgogliosa della sue performances culinarie, ci ha riempito il cuore non

solo di energia positiva ma anche di profumi e sapori. L’entusiasmo nel pubblico destato da questa ragazza, che fino all’ultimo non voleva credere d’avercela fatta (proprio lei, brava “solo a fare 
crostatine” per gli amici che la prendevano in giro), si è fatto sentire anche nella sala dei congressi di Eataly Ostiense. Ai numerosi presenti, soprattutto giovani famiglie con bimbi al seguito, Erica ha regalato uno show-cooking con piglio da abile conduttrice televisiva oltre che da super chef.

Seguendo i suoi preziosi insegnamenti, piccoli cuochi si sono sfidati a preparare all’istante

merendine golose fatte di ingredienti semplici: farina, burro, uova, panna, zucchero, sale e il

segreto per farle buone svelato da Erica: impasto, tempi della composizione, pausa in frigorifero,

giusta cottura, impiattamento…
  Erica Liverani con la figlia Emma                          Dolcetti da conservare in contenitori ermetici o in scatole di latta per qualche settimana e che non fanno male.
E si, Erica lo ha stigmatizzato anche nel suo libro: “se la mattina prima di andare a scuola metto in mano a mio figlio una bella merendina, sterile e ben confezionata così non sporca la cartella, poco importa se è piena di olio di palma, nitriti e nitrati, bromato di potassio, Propyl Parabene o altre schifezze dannosissime. L’importante è avere risparmiato tempo. Ma ai danni che gli sto procurando, nel breve e lungo termine, non ci penso?”

Riappropriarsi di una cultura del cibo è infatti lo scopo del suo A piccoli passi, che non a caso Erica ha sottotitolato “la mia cucina stagionale”. Un testo che è anche la storia fin qui della giovane  Erica, quasi uno storytelling delle sue esperienze, non solo in cucina, legate all’amore per le  campagne intorno a Ravenna, che non ha mai preferito alla vita comoda di città.

Con alle spalle una vita vissuta nelle fertili terre di Conventello, tra i fiumi  Senio e Lamone,

coltivate dall’azienda agricola a conduzione familiare iniziata dal nonno Mario, Erica ci sommerge

di suggestioni con la passione con cui descrivere gli aspetti cruciali della vita contadina e con essa

della sua cultura alimentare. Quando uomini e donne e più ancora i bambini “iniziarono a collegare

la preparazione e il consumo di questo o quell’alimento a una determinata ricorrenza del

calendario: il Natale aveva i suoi piatti e così la Pasqua; Carnevale non era Quaresima e l’estate

non era inverno”.

Ecco perché le sue 120 ricette hanno il sapore della cucina popolare che fu, ma che, se solo lo

volessimo potremmo fare rivivere. E’ un ricettario legato molto alla terra d’origine di Erica, alla  piena campagna ravennate. Non mancano perciò la piadina, i panini alla menta o alle noci e  uvetta, lo gnocco fritto, la focaccia con i fiocchi, i cappelletti in tutti modi possibili, le creme di zucca, ma anche le ricette apprese a MasterChef, come il “capriolo al cacao amaro” o il “rovescio e diritto” (gnocchi alla crema di gorgonzola con radicchio caramellato al miele di peperoncino).

Ogni piatto proposto è sempre pensato nel rispetto della stagionalità dei cibi di cui via via ci si dovrebbe rifornire: “non è  - scrive Erica – solo un fatto salutista ma un modo per mangiare cibi più

saporiti e profumati perché una fragola che ha passato giorni e giorni in una cella frigorifera, in un camion o al supermercato, non sarà mai la stessa fragola appena raccolta”.

Non mancano nel libro le ricette base, oltre le stagioni. Apprenderne la corretta preparazione è come possedere una  cassetta degli attrezzi per le infinite possibilità di utilizzo creativo che se ne può fare, raccomanda l’autrice.

C’è una valenza psicologica in ciò che investiamo della nostra energia cucinando? Per Erica Liverani cucinare aiuta a placare l’ansia. “Io accendo il forno – dice. Quando litigo con qualcuno, ho i pensieri, mi va male al lavoro, io accendo il forno. C’è chi va in palestra, chi ne parla con  qualcuno, chi segue i consigli della psicologia patinata, io accendo il forno”.

Paola Navetta

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