“Non disturbare”
via dagli hotel Usa
La novità per timore
di attentati
Icollezionisti rinunceranno a un must dell'hotellerie, spariranno infatti a breve i cartellini “Non disturbare”. La versione ufficiale è il servizio, in realtà è una questione di sicurezza. Diverso il caso dell'Italia: i professionisti Ezio Indiani e Alessandro D'Andrea spiegano come la professionalità sussista oltre il cartellino.
Negli Stati Uniti un pazzo rinchiuso in camera, Stephen Paddock, lo scorso ottobre uccise 58 persone sparando dalla sua stanza del Mandala Bay di Las Vegas, protetto dalla dicitura "Do not disturb".Dopo tale episodio e per ragioni di sicurezza i resort della Disney in Florida hanno sostituito i cartoncini "Do not disturb" con "Room occupied" (stanza occupata). Un cambiamento utile, scrive il sito TravelMole che ha diffuso la notizia. Questo consentirà al personale alberghiero di accedere alle stanze ogni 24 ore, per controllare che tutto sia a posto. La Disney dichiara i motivi: sicurezza, manutenzione o altre ragioni. Il legame con la strage non è esplicito, ma è immaginabile.
Anche nella mitica Las Vegas, le cui stanze d'albergo ne hanno viste di tutti i colori e ispirato la cinematografia di Hollywood, la catena Boyd Gaming ha introdotto il "controllo benessere" che scatta dopo due giorni consecutivi. Michael Weawer, manager del gruppo, parla alla Cnn di ragioni di incolumità degli ospiti. Ma il vero motivo è sempre il medesimo: evitare attentati. «Gli alberghi hanno tutto il diritto di far entrare il personale» aggiunge Rosanna Maietta, portavoce dell’American Hotel & Lodging Association, parlando al New York Times. Sui social network diversi clienti si lamentano di questa nuova regola, già vedendo svanire l'occasione di sfrenati "After party".
E in Italia? Non è prevista la sostituzione o l'abolizione del cartellino, anche perché già esistono sistemi per accertarsi che i bisogni del cliente siano soddisfatti e quest'ultimo si trovi "al sicuro". Ne abbiamo parlato con i presidenti delle associazioni.
Alessandro D'Andrea
Alessandro D'Andrea, direttore del Senato Hotel, cinque stelle milanese e presidente dell'Associazione direttori d'albergo (Ada), candidato al sondaggio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola (CLICCA QUI PER VOTARE) ci spiega: «Negli Stati Uniti il livello di sicurezza è senz'altro maggiore che nel resto del mondo, quindi non mi stupisce questa modalità. In Italia l'attenzione esiste in modo forse diverso ma efficace. Noi dopo un certo lasso di tempo chiamiamo in camera e chiediamo se ci sono problemi o lo fa il ricevimento in serata. Non vogliamo un eccessivo distacco dalla presenza dell'ospite, se si entra in camera è per controllare che sia tutto a posto, ovviamente sincerandosi che il cliente non sia presente».
«Per la mia esperienza - continua D'Andrea - è difficile possano presentarsi casi estremi. Noi siamo attenti alle esigenze dell'ospite, principalmente per sincerarci che non si senta male e abbia bisogno di aiuto. Il cartellino "Non disturbare" è un sistema per consentire maggiore privacy e non solleva gli addetti dall'applicare la propria professionalità. Quindi non lo abolirei, perché l'attenzione c'è comunque, ma va data la possibilità di dormire fino al pomeriggio per chi lo desidera, è legittimo chiederlo».
Ezio Indiani
Anche Ezio Indiani, direttore del cinque stelle lusso Principe di Savoia, Dorchester Collection e presidente di Ehma Italia (European Hotel Managers Association) e candidato anch'egli (tra le prime posizioni) al sondaggio Personaggio dell'anno di Italia a Tavola nella categoria Maitre, Sommelier e Manager d'Hotel (CLICCA QUI PER VOTARE) afferma: «Non basta certo un cartellino Non disturbare per impedire a qualcuno di compiere un attentato. Al di là delle situazioni estreme, mi sembra una buona cosa entrare passate le dodici ore di silenzio da parte dell'ospite, noi già ci comportiamo così. Il capo ricevimento chiama per assicurarsi che tutto sia a posto e se ci viene risposto che il cliente vuole rimanere solo siamo rispettosi. Se non c'è risposta entriamo per sincerarci che non ci siano problemi. Entrano solitamente due persone per discrezione e trasparenza. Se la stanza è vuota escono e lasciano tutto come trovato, ma un controllo serve. È successo, sette o otto anni fa, che un cliente si sia sentito male e sia stato soccorso proprio entrando nonostante il cartellino. Ritengo dunque sia una cosa saggia, previa telefonata e sempre informando il cliente».
italiaatavola
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