Giovanni Santarpia,
Pizzaiolo dell'anno
«La pizza unisce
e non divide!»
Con 22.293 preferenze il pizzaiolo, oggi consulente a Firenze, Giovanni Santarpia si guadagna il primo posto sul podio nel sondaggio Personaggio dell'anno . La gioia del pizzaiolo non sta tanto nella vittoria, ma anche solo nell'aver partecipato alla competizione online.
Con circa 2.500 punti di distacco ha superato il celebre Gino Sorbillo dell'omonima pizzeria di Napoli (e non solo). Terzo classificato invece Renato Pancini della Pizzeria Al Fogher di Arezzo.C’è chi forse ricorda un cult movie degli anni ’80. “Ricomincio da tre”, diretto e interpretato dal compianto Massimo Troisi. Costui, meglio diremmo il suo personaggio Gaetano, decide di lasciare Napoli e andare a Firenze. E allora lo stereotipo è la domanda: “emigrato?”. Gaetano dice: “Mo, un normale viaggio, come lo fanno in tanti”.
Ecco, ci sia consentita questa digressione. Essa sovviene quando si parla di Giovanni Santarpia, fresco vincitore del Premio Personaggio dell’anno 2018 di Italia a Tavola categoria Pizzaioli.
Giovanni nasce nel pieno degli anni Settanta in quella città termale, animata e culturalmente vivace che è Stabia. La toponomastica ufficiale impone si dica Castellammare di Stabia: porta settentrionale della Penisola Sorrentina, ventre del Golfo di Napoli.
Stabiese verace, individua, agevolato dalla tradizione familiare, l’arte bianca come sua professione di vita. Giovanni Santarpia è pizzaiolo. I casi sono due: si diventa pizzaioli e si esercita il mestiere, oppure si è pizzaioli e si vive in simbiosi con la propria arte. Emigra da Stabia a Firenze? No, non emigra. Si trasferisce in Toscana perché la ravvisa come sua terra di elezione. Ed è nella sua bella casa di Tavarnelle Val di Pesa, borgo collinare a un passo dalla sua amatissima Firenze, che Giovanni Santarpia ci accoglie. Puntuale, arriva il caffè.
Nell’ambito della tua attività di pizzaiolo, appartieni a qualche associazione?
Sì, un’associazione di cui sono stato uno dei fondatori: Pizza & Peace. L’abbiamo fondata due anni fa. Con me, tre amici pizzaioli, Massimo Giovannini, Graziano Monogrammi e Paolo Pannacci, oltre a un’amante dell’arte bianca, Beatrice Menichetti. Come focus statutario, sebbene non burocraticamente formalizzato, poniamo i valori della creatività, della condivisione, della diversità e dello studio.
E qual è l’operatività di Pizza & Peace?
Diffondiamo la cultura dei lievitati di qualità, la promozione della pizza nella più ampia delle sue accezioni. La pizza unisce e non divide. Sta anche in questa sua capacità aggregativa, dell’includere e non dell’escludere, la sua gioiosa sacralità.
Se è vero che per un pittore il suo quadro più bello è sempre la tela bianca pronta a divenire il suo prossimo quadro, mi dici tu, artista della pizza, qual è la tua pizza più bella?
Anche io parto da una tela bianca. Ed è una tela fatta di farina! Ti svelo la mia prossima pizza: una Montanarina. La faccio con burrata affumicata, marmellata di mandarino e un ottimo culatello. E la bevanda che suggeriamo in abbinamento è un cocktail fatto dal barman Andrea Fiore, ottenuto da un cordiale di cipolla rossa tropeana e Parmigiano Reggiano, un Gin ridistillato con erbe mediterranee quali basilico, rosmarino, timo e salvia, ed olive. Insomma non soltanto inusuale ed originale la mia Montanarina, ma anche l’abbinamento!
Il tratto principale del tuo carattere?
Sono un ragazzo ambizioso, ho voglia di creare e di imparare sempre di più. La conoscenza che non cresce di giorno in giorno, decresce di giorno in giorno. Di questo sono convinto e agisco di conseguenza. E ci sto bene, ed è questa sensazione che mi porta ad autodefinirmi ancora ragazzo. Un ragazzo ultraquarantenne, ma sempre ragazzo.
Il tuo difetto maggiore?
Sono troppo puntiglioso sul mio lavoro; ma a dirla tutta, non lo so se poi è davvero un difetto.
Il tuo pregio a cui tieni di più?
La mia affabilità
Il vino che preferisci?
Come potrei io, toscano di elezione, non avere un ottimo Chianti Classico come vino prediletto?
Il piatto che preferisci?
La Parmigiana di melanzane; però aspetta, si fa presto a dire parmigiana di melanzana. Le fette di melanzane vanno fritte, poi rifritte e poi infornate. Mica uno scherzo!
Il tuo colore preferito?
Il verde
Il tuo hobby?
La fotografia
Il tuo sport?
Purtroppo, ma diciamo anche che è una scelta, non ho tempo per praticare sport. Sono uno dei tanti sportivi in poltrona. Mi piace guardare le partite di calcio.
Se tu non vivessi a Tavarnelle Val di Pesa, dove ti piacerebbe vivere?
Mi piacerebbe vivere a Montepertuso, frazioncina collinare di Positano, in una casa dal cui terrazzo vedrei il mare d’incanto della Costiera Amalfitana.
Lo scrittore che preferisci?
Luciano De Crescenzo. Sono cresciuto con i suoi libri e ancora, a turno, stazionano sul mio comodino per una lettura serale.
Il regista che preferisci?
Per come sa raccontare la magia del Mediterraneo, senza dubbio Giuseppe Tornatore.
Hashtag: #premioiat
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