venerdì 13 agosto 2021

A chi spettano i controlli sul green pass? La circolare del Viminale fa chiarezza

 

A chi spettano i controlli 

sul green pass? 

La circolare 

del Viminale 

fa chiarezza

Il ministero dell'Interno ha chiarito che il gestore o titolare di un'attività ricettiva o ristorativa potrà chiedere il documento d'identità al cliente solo quando appaia la manifesta incongruenza con i dati anagrafici

di Nicola Grolla

Dopo 48 ore di grande confusione e a 5 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di esibire il green pass per accedere ad alcune attività e servizi, arriva la circolare tanto attesa del ministero degli Interni sulla gestione dei controlli della certificazione verde. A chi spettano? Chi può richiedere la carta d’identità oltre al green pass? Ecco le risposte; fermo restando che verranno intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine. 

La circolare del Viminale: il ristoratore può controllare i documenti solo in presenza di «manifesta incongurenza» con i dati anagrafici contenuti nel green pass

Nella serata del 10 agosto, il capo di gabinetto della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il prefetto Bruno Frattasi, ha diramato una circolare che fa chiarezza sui controlli dopo che nel Dpcm firmato il 17 giugno dal presidente del Consiglio Mario Draghi inseriva i titolari di strutture ricettive e pubblici esercizi fra i soggetti deputati a svolgere i controlli delle certificazioni verdi e, di conseguenza, delle generalità dell’intestatario. Un passaggio che aveva alzato un polverone da parte dei professionisti dell’Horeca al grido di “non siamo poliziotti”. Con le nuove indicazioni da parte del Viminale le cose assumono maggiore chiarezza: al ristoratore, per esempio, è reso obbligatorio, a partire dal 6 agosto, la verifica tramite l’app gratuita VerificaC19 o simili del possesso della certificazione verde per i clienti che intendono consumare all’interno dei locali. L’ulteriore verifica della corrispondenza fra le informazioni riportate dal green pass e la reale identità del possessore è discrezionale. Ma diventa «necessaria quando appaia la manifesta incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella stessa certificazione».

La circolare del ministero si allinea così a quanto indicato dal Garante della privacy il 10 agosto: «Le figure autorizzate alla verifica dell’identità personale sono indicate nell’articolo 13 del Dpcm del 17 giugno 2021 e quindi anche i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi». Ma questo senza che sia previsto l’obbligo. IaT

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