mercoledì 28 agosto 2024

Addio al turismo di lusso?

 

Addio al turismo 

di lusso? Cosa si rischia con la tassa 

della ministra 

Il governo italiano sta valutando una riforma della tassa di soggiorno, con aumenti significativi per gli hotel di lusso che salirebbe a 25 euro a camera e che rischia di danneggiare gravemente il turismo italiano. Questa misura potrebbe allontanare i visitatori e avere un impatto negativo sull'economia del Paese. Ricordiamo il flop della tassa sugli yacht in Sardegna?



Ma il ministero del Turismo da che parte sta? La domanda sorge spontanea ora più che mai con l’arrivo di settembre quando potrebbe farsi più concreta la proposta della ministra Daniela Santanché sulla tassa di soggiorno in Italia. E proprio mentre il turismo italiano cerca di riprendersi tra caos balneari, maltempo, costi alle stelle e compagnia bella, il governo potrebbe sferrare un colpo basso, colpendo in particolare il turismo di lusso, che diciamolo chiaramente, sta diventando a tutti gli effetti il traino del comparto in Italia (come testimoniano le nuove aperture di grandi hotel a Roma piuttosto che l'affluenza sul lago di Como e Venezia, sempre sulla cresta dell’onda). La ministra del Turismo ha, infatti, proposto un aumento drastico della tassa di soggiorno, con un tetto massimo che potrebbe raggiungere i 25 euro a notte a camera per gli alberghi più esclusivi. Una decisione discutibile che rischia di avere conseguenze disastrose per l'economia del nostro Paese.

Tassa di soggiorno per gli hotel di lusso: 

una stangata inutile?

Con questa misura, il governo manderebbe un chiaro segnale: l'Italia non è più un Paese accogliente per i turisti facoltosi. Un aumento così significativo della tassa di soggiorno scoraggerà i viaggiatori più esigenti a scegliere le nostre destinazioni, preferendo altre località dove possono godere di servizi di alta qualità senza essere vessati da tasse eccessive.

Ma le conseguenze negative non si limitano solo al turismo di lusso. Un calo degli arrivi dei turisti più abbienti avrà un effetto a catena su tutta l'economia locale: meno ricavi per gli alberghi, i ristoranti, le attività commerciali e i servizi di trasporto. Inoltre, un clima di incertezza scoraggerà gli investimenti nel settore alberghiero, rallentando l'innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Un precedente pericoloso: il flop 

della tassa sugli yacht

La decisione di aumentare la tassa di soggiorno per gli alberghi di lusso ricorda quanto accaduto in Sardegna alcuni anni fa, quando l'introduzione di una tassa sugli yacht provocò un esodo di imbarcazioni di lusso dall'isola.

La tassa sulle imbarcazioni introdotta dal governo Monti si era, infatti, rivelata un boomerang per l'economia sarda. I dati ufficiali furono impietosi: invece dei previsti 155 milioni di euro, l'erario incassò appena 24 milioni. Ma il danno più grave fu un altro: la fuga dei superyacht dai nostri porti.

Addio al turismo di lusso? Cosa si rischia con la tassa della ministra Santanchè

La tassa sulle imbarcazioni introdotta dal governo Monti si era, infatti, rivelata un boomerang per l'economia sarda. Fonte: shutterstock

L'incertezza iniziale sulla natura della tassa, l'aumento del costo del carburante e le misure di controllo più stringenti spinsero molti armatori a trasferire le loro imbarcazioni all'estero, soprattutto in Croazia e in Francia. La Sardegna, un tempo meta privilegiata per i superyacht, vide drasticamente calare gli arrivi, con un impatto negativo sull'intero settore turistico. E a "ridere" di quel disastro all’italiana annunciato fu la Costa Azzurra che godette dei frutti di questa fuga.

E ora, grazie alla ministra Santanché, la storia si potrebbe ripete, ma questa volta su scala nazionale…

Tassa di soggiorno: aumenti mirati 

per gli hotel di lusso

La ministra Santanchè, in un incontro con i rappresentanti dei Comuni a inizio settembre, delineerà, infatti, i contorni della nuova imposta, che lei vorrebbe far diventare una leva per lo sviluppo del turismo. Ma sarà veramente così? I dubbi (e le paure) sono tante e giustificate.

Come detto, le novità più significative riguarderebbero l'importo e l'utilizzo della tassa. Si prevede un aumento significativo, soprattutto per gli alberghi di lusso, con una soglia massima che potrebbe raggiungere i 25 euro a camera. L'obiettivo è trasformare la tassa in una vera e propria tassa di scopo, destinando i proventi a interventi specifici per la promozione e lo sviluppo del turismo.

Addio al turismo di lusso? Cosa si rischia con la tassa della ministra Santanchè

Il Governo pensa a una tassa di soggiorno più cara per gli hotel di lusso. Foto: shutterstock

Il governo giustifica questa misura con la necessità di raccogliere maggiori risorse per investire nel turismo. Ma questa spiegazione non sembra convicnere appieno. Sarebbe come dire che per aumentare le vendite di un prodotto si deve alzare il prezzo. In realtà, è più probabile che un aumento eccessivo della tassa di soggiorno scoraggi i consumatori e riduca le entrate dello Stato.

Non convince la tassa di soggiorno 

per gli alberghi di lusso

E anche gli operatori del settore esprimono preoccupazioni. Un aumento eccessivo della tassa, soprattutto per gli alberghi di lusso, potrebbe scoraggiare i viaggiatori e innescare una reazione a catena con conseguenze negative sull'intera filiera turistica.

«Un calo degli arrivi - sottolinea Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet Confcommercio - metterebbe a rischio posti di lavoro e la sopravvivenza stessa di molte attività».

Federalberghi e Confindustria Alberghi chiede al governo di «imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali», invece di aumentare il carico fiscale sulle strutture ricettive. In particolare, esprimono preoccupazione per la possibile destinazione dei fondi a servizi diversi dal turismo, come la raccolta dei rifiuti, contravvenendo allo spirito originario della norma. Le associazioni di categoria temono anche che un aumento eccessivo della tassa possa avere un effetto boomerang. L'Italia, già alle prese con una forte concorrenza da parte di altre destinazioni, potrebbe diventare meno attraente per i turisti, soprattutto quelli di fascia alta. Inoltre, l'aumento dei costi per le strutture ricettive potrebbe comportare un aumento dei prezzi per i consumatori finali, rendendo le vacanze in Italia meno accessibili. Gli operatori del turismo chiedono al governo di procedere con cautela e di coinvolgere le associazioni di categoria nel processo decisionale. È necessario trovare un equilibrio tra la necessità di aumentare le risorse per il turismo e la volontà di non penalizzare il settore.

«Sorprende che dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto si proceda, invece, improvvisamente all'approvazione di un testo dove sembrerebbero venir meno alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione - aveva commentato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. Tra tutti il vincolo di destinazione del gettito - nato per il sostegno delle attività turistiche, la promozione e commercializzazione del turismo - che invece di rafforzarsi sembrerebbe venir meno con l'esplicita previsione di poterlo utilizzare per coprire i costi del servizio rifiuti. Cosi come l'aumento complessivo dell'imposta che oltre al maggior costo andrebbe anche ad applicarsi a destinazioni meno turistiche, contraddicendo gli sforzi di questi anni di operatori e amministrazioni locali, per una migliore distribuzione e destagionalizzazione dei flussi nelle aree interne. Il comparto sta dando un contributo importante per l'economia del Paese, in particolare con la crescita di viaggiatori internazionali, dopo gli anni difficili del Covid. Ma la concorrenza estera è forte e agguerrita, abbiamo bisogno di politiche attente che non compromettano la competitività delle nostre imprese e delle nostre destinazioni. Non possiamo essere un mero bancomat per i comuni». Federalberghi avea aggiunto: «sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto».

Il futuro del turismo italiano dipenderà, dunque, in gran parte dalle decisioni che verranno prese in merito alla tassa di soggiorno. Un aumento eccessivo della tassa potrebbe avere conseguenze negative, e fare tutto il contrario delle speranze della Santanché di diventare una leva per lo sviluppo del settore e per migliorare l'esperienza dei visitatori…

Ci sono alternativa alla tassa di soggiorno?

Noi, intanto, qualche suggerimento per aiutare il turismo italiano, oltre a pensare alla tassa di soggiorno, lo lasciamo qui. È urgente che il governo si concentri su misure che favoriscano lo sviluppo del turismo di qualità, come ad esempio:

  • Semplificare le procedure burocratiche: Ridurre il carico amministrativo che grava sulle imprese del settore.
  • Investire in infrastrutture: Migliorare la viabilità, i trasporti pubblici e le connessioni digitali.
  • Promuovere il turismo sostenibile: Sostenere iniziative che valorizzino il patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese.
  • Collaborare con il settore privato: Coinvolgere le imprese turistiche nella definizione delle politiche del settore.

Aspettiamo con ansia le mosse della Santanchè che non è riuscita a trasformare in realtà le belle parole spese al Forum internazionale sul turismo, a Baveno, sulle rive del lago Maggiore, a novembre 2023, forse presa dalle sue questioni con Visibilia, sperando che non faccia scacco matto al turismo italiano… ancora una volta.

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