Overtourism e sostenibilità:
il turismo enogastronomico
è l'antidoto?
Il turismo enogastronomico si presenta come un'alternativa sostenibile all'overtourism. Valorizzando i prodotti locali e le tradizioni culinarie, questo tipo di turismo disperde i flussi turistici, sostiene le economie locali e riduce l'impatto ambientale. Tuttavia, per garantire la sua sostenibilità a lungo termine, è necessario investire in qualità e personale
Redattore
Il turismo enogastronomico rappresenta un'opportunità unica per ripensare il modo di viaggiare e di relazionarsi con i territori, ma anche per evadere dalle mete più inflazionate, spesso colpite anche dal fenomeno dell'overtourism. Valorizzando le eccellenze locali, promuovendo la sostenibilità e coinvolgendo le comunità, si può contribuire a costruire un futuro più sostenibile per il turismo.
Perché il turismo enogastronomico combatte l'overtourism
Città d'arte sovraffollate, spiagge inquinate e comunità locali sotto pressione rappresentano una sfida urgente per il settore turistico. In questo contesto, il turismo enogastronomico emerge come un'alternativa capace di coniugare piacere del gusto, scoperta di territori e rispetto per l'ambiente. Il turismo enogastronomico, infatti, invita a rallentare i ritmi, a immergersi nelle tradizioni culinarie di un luogo, a entrare in contatto diretto con i produttori locali. Questa esperienza più autentica e coinvolgente offre numerosi vantaggi. Valorizzando territori meno noti e promuovendo itinerari enogastronomici, si alleviano le pressioni sulle destinazioni più popolari.
II turismo enogastronomico emerge come un‘alternativa capace di coniugare piacere del gusto, scoperta di territori e rispetto per l‘ambiente (Shutterstock)Il turismo enogastronomico genera un indotto significativo per piccole imprese agricole, ristoranti, agriturismi e botteghe artigianali. Incentivando la produzione di cibo a chilometro zero e pratiche agricole sostenibili, si contribuisce a ridurre l'impronta ecologica del turismo.La scoperta delle tradizioni culinarie è un modo per entrare in contatto con la storia, le usanze e l'identità di un territorio, valorizzandone il patrimonio culturale.
La (in)sostenibilità dell'overtourism
Nelle città prese d'assato dai turisti, uno dei problemi più evidente è il consumo energetico. Hotel, ristoranti, negozi e sistemi di illuminazione richiedono enormi quantità di energia per funzionare. Questa domanda crescente, soprattutto nei mesi di punta, mette sotto pressione le reti elettriche locali, costringendo a ricorrere a fonti fossili inquinanti come il gas e il carbone.
Il fenomeno dell'overtourism colpisce sempre più città (Shutterstock)Ma non è solo l'energia elettrica a pesare. Il trasporto aereo e marittimo, che portano milioni di turisti ogni anno, contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra. Le navi da crociera, vere e proprie città galleggianti, sono tra i maggiori inquinatori del pianeta.
Overtourism, alcune strategie verso la sostenibilità
Di fronte a questa emergenza, alcune città stanno adottando misure innovative. Venezia, ad esempio, sta sperimentando l'uso di "semafori per i selfie" e sensori di flusso per monitorare il numero di turisti nelle zone più delicate. L'obiettivo è quello di evitare il sovraffollamento e di distribuire i visitatori in modo più equilibrato.
Anche le strutture ricettive stanno facendo la loro parte. Molti hotel e resort stanno investendo in tecnologie sostenibili come pannelli solari, impianti geotermici e sistemi di illuminazione a led. Inoltre, stanno promuovendo comportamenti virtuosi tra gli ospiti, incoraggiandoli a risparmiare acqua ed energia.
Overtourism, la risposta nei viaggi enogastronomici
Il turismo di massa deve necessariamente evolversi verso modelli più sostenibili. Ciò significa ridurre l'impatto ambientale, valorizzare le risorse locali e coinvolgere le comunità ospitanti. Le città d'arte, da parte loro, devono trovare un equilibrio tra la necessità di preservare il loro patrimonio culturale e quella di garantire un futuro sostenibile. È anche vero che, secondo Giacomo Pini, esperto di marketing della ristorazione, «il fenomeno dell'overturism può costituire per i ristoratori una grande opportunità di innovazione e di promozione della cucina locale, stando però sempre attenti a proporre un servizio di qualità».Iat
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