Basta usare gli alberghi come bancomat per finanziare il turismo. È questa la richiesta di Federalberghi, ribadita per l'ennesima volta nel corso dell'Assemblea nazionale a Viareggio, che dice stop all'aumento della tassa di soggiorno e che propone l'introduzione di una "City tax" a modello di quanto già avviene a New York, con l'obiettivo di distribuire il peso del finanziamento del turismo in maniera più equa su tutti i settori che ne beneficiano (tra cui anche bar e ristoranti).
Federalberghi ripropone la city tax al posto dell'aumento della tassa di soggiorno
«Sarebbe più corretto finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall'imposta di soggiorno, ad esempio mediante la compartecipazione degli stessi enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall'economia turistica o l'istituzione di una city tax - ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Gli studi hanno dimostrato che sulla spesa del turista l'albergo non incide mai più del 27%. Quindi se c'è da pagare un contributo a nostro giudizio non deve essere pagato solamente dall'albergo o dal turista che soggiorna nell'albergo ma deve essere pagato da tutte le attività economiche che beneficiano del turismo. Il concetto è pagare tutti per pagare meno».
Santanchè: «Sulla tassa di soggiorno
c'è una riflessione in corso»
Sulla questione, poi, è intervenuta anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che, intervistata da Radio Rai 1, ha dichiarato come ci sia «una riflessione in corso sulla tassa di soggiorno. Non tutti i Comuni ce l'hanno. Bisogna fare una riflessione perché l'Italia sta diventando tutta turistica. Credo a una proporzionalità, perché è ovvio che chi paga un albergo mille euro a notte può pagare di più di chi lo paga 50 euro. Credo che la proporzionalità debba essere sul prezzo. Sulle stelle è più complicata perché non c'è una uniformità, mentre sarebbe bene che fosse uguale in tutta Italia. Ho già aperto tavolo con la categoria e ci stiamo confrontando».
Poi, ha aggiunto la Santanchè, «credo che dobbiamo arrivare a ripensare questa tassa anche per come si spendono i soldi. Deve essere una vera tassa di scopo perché i soldi devono essere spesi per tutto ciò che riguarda il turismo».
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