Elio Santosuosso
conquista il titolo
di Pizza chef
emergente 2015
Elio Santosuosso, della Pizzeria La Gatta Mangiona di Roma, ha conquistato
il titolo di miglior Pizza chef emergente 2015, dopo una avvincente sfida con i finalisti Fabio Cozzolino Luca Maggioni Pier Daniele Seu. Anguilla affumicata, menta, San Marzano, datterini e pecorino di fossa, sono gli ingredienti della pizza vincente
il titolo di miglior Pizza chef emergente 2015, dopo una avvincente sfida con i finalisti Fabio Cozzolino Luca Maggioni Pier Daniele Seu. Anguilla affumicata, menta, San Marzano, datterini e pecorino di fossa, sono gli ingredienti della pizza vincente
Briosa la conduzione, sempre accorta e ben preparata la manifestazione che si svolge alle Officine Farneto, in Roma. È la finale di Pizza chef emergente. Gareggiano Fabio Cozzolino della Pizzeria 50 Kalò di Napoli, Luca Maggionidell'Enosteria Lipen di Triuggio (Mb), Elio Santosuosso della Pizzeria La Gatta Mangiona di Roma, Pier Daniele Seu della Pizzeria Gazometro 38 di Roma.
Nella foto, da sinistra: Luca Maggioni, Elio Santosuosso e Fabio Cozzolino
Due romani. Roma caput... pizza? Soddisfacenti le competenze tecniche di questi giovani pizzaioli, a suggello, oramai evidentissimo, del fatto che essere oggi consapevolmente "pizzaioli" vuole significare essere dei professionisti nel settore della ristorazione. Manipolare i semplci elementi basilari: acqua, farina, lievito sale e saper poi discernere sulla composizione del topping e della farcia è fatto conseguente a metabolizzata acquisizione di necessario bagaglio teorico, oltre ad una sana ed indispensabile pratica quotidiana svolta in ambiente idoneo dove la qualità alberga e dove il tendere al miglioramento continuo è prassi. Tema libero e calzone, queste le due prove per ciascun finalista.
Non vi sono state esecuzioni di pizze classiche, una margherita che sia una, insomma, dal forno a legna non è stata esitata! Ha vinto il bravissimo Elio Santosuosso, irpino di nascita, cilentano di Agropoli per formazione e da anni a La Gatta Mangiona, dove tanto ha saputo apprendere dall'inarrivabile patron Giancarlo Casa, nel frangente amorevole e garbato tutor. L'interpretazione del tema libero ha dato ottimo esito con sontuosa pizza: anguilla affumicata e menta, a giocarsi un riuscito contrappunto di sapori decisi quanto gradevoli, ancillari ma più che opportune le presenze di pomodoro San Marzano e datterini, con tanta gradevole intensità di sapore fornita da pecorino di fossa; giro d'olio a chiudere.
Ben precisa la connotazione creativa di Giancarlo Casa anche nel calzone la cui saporita e ghiotta farcia è costituita, semplicemente e magistralmente, da un ben fatto sugo di carbonara. Insomma, calzone sostitutivo di pasta, sorta di edibile recipiente di uno dei piatti cult della cucina romana.Molto bravi anche gli altri pizzaioli. A fattor comune, qui lo si vuole ribadire, una consolante padronanza delle tecniche, una maestria che può solo crescere, una passione che si spera mai si indebolisca. Una pizza che oramai da molto tempo non è più limitata a Napoli e dintorni, una pizza che, riflettiamo insieme, non è più soltanto testimonianza del passato quando lo street food era cagionato da stato di necessità, bensì è embalema forte del futuro della poliedrica ristorazione italiana.
ITALIAATAVOLA
Nella foto, da sinistra: Luca Maggioni, Elio Santosuosso e Fabio Cozzolino
Due romani. Roma caput... pizza? Soddisfacenti le competenze tecniche di questi giovani pizzaioli, a suggello, oramai evidentissimo, del fatto che essere oggi consapevolmente "pizzaioli" vuole significare essere dei professionisti nel settore della ristorazione. Manipolare i semplci elementi basilari: acqua, farina, lievito sale e saper poi discernere sulla composizione del topping e della farcia è fatto conseguente a metabolizzata acquisizione di necessario bagaglio teorico, oltre ad una sana ed indispensabile pratica quotidiana svolta in ambiente idoneo dove la qualità alberga e dove il tendere al miglioramento continuo è prassi. Tema libero e calzone, queste le due prove per ciascun finalista.
Non vi sono state esecuzioni di pizze classiche, una margherita che sia una, insomma, dal forno a legna non è stata esitata! Ha vinto il bravissimo Elio Santosuosso, irpino di nascita, cilentano di Agropoli per formazione e da anni a La Gatta Mangiona, dove tanto ha saputo apprendere dall'inarrivabile patron Giancarlo Casa, nel frangente amorevole e garbato tutor. L'interpretazione del tema libero ha dato ottimo esito con sontuosa pizza: anguilla affumicata e menta, a giocarsi un riuscito contrappunto di sapori decisi quanto gradevoli, ancillari ma più che opportune le presenze di pomodoro San Marzano e datterini, con tanta gradevole intensità di sapore fornita da pecorino di fossa; giro d'olio a chiudere.
Ben precisa la connotazione creativa di Giancarlo Casa anche nel calzone la cui saporita e ghiotta farcia è costituita, semplicemente e magistralmente, da un ben fatto sugo di carbonara. Insomma, calzone sostitutivo di pasta, sorta di edibile recipiente di uno dei piatti cult della cucina romana.Molto bravi anche gli altri pizzaioli. A fattor comune, qui lo si vuole ribadire, una consolante padronanza delle tecniche, una maestria che può solo crescere, una passione che si spera mai si indebolisca. Una pizza che oramai da molto tempo non è più limitata a Napoli e dintorni, una pizza che, riflettiamo insieme, non è più soltanto testimonianza del passato quando lo street food era cagionato da stato di necessità, bensì è embalema forte del futuro della poliedrica ristorazione italiana.
ITALIAATAVOLA
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