Boom di pensionati
nel privato
Ma l'assegno
è più povero
Nel 2020, rispetto al 2019, i pensionati del privato sono cresciuti dell'86%. In generale, ne sono state erogate 55mila in più, ma meno ricche: da 1.299 euro a 1.240.
Il tema pensioni è sempre molto caldo tra riforme, modalità per accedervi, aumenti e diminuzioni e prospettive per i giovani che vedono questo traguardo sfumare sempre di più. I numeri - resi noti dal report dell’Inps - aiutano a scattare una fotografia di quello che sta accadendo in Italia: nel 2020 sono state erogate 795.730 pensioni con un importo medio di 1.240 euro.
Sul volume c’è stato un aumento non indifferente rispetto al 2019 quando ne erano state erogate 740.486. Cala però il gruzzolo medio per ognuna delle pensioni erogate dal momento che nel 2019 era pari a 1.299 euro. Un altro segno “+” lo si trova nei nuovi pensionati nel settore privato che è quasi raddoppiato: +86%.
Crescono le pensioni di vecchiaia
Crescono nel frattempo anche le cosiddette pensioni di vecchiaia: le nuove sono passate da 156.995 a 255.813 con l’importo medio che ha raggiunto gli 893 euro. In calo invece le nuove pensioni anticipate di circa 20mila unità, ma l’importo medio è di 2.001 euro.
Il report dell’Istituto nazionale è servito anche per fare un aggiornamento di quelli che sono i requisiti per accedere alle varie pensioni in vigore negli ultimi due anni. «Riguardo i requisiti delle pensioni di vecchiaia - si legge nel rapporto - si sottolinea che nel 2019 e nel 2020 l’età minima di accesso alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, per entrambi i sessi e i settori lavorativi dipendenti privati e autonomi».
«Circa i requisiti della pensione anticipata - prosegue il report - nel 2019 e nel 2020 sono 41 anni e 1 mesi di anzianità contributiva per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età. Esistono una serie di ulteriori possibilità di uscita anticipata dal lavoro, come la Quota 100 introdotta sperimentalmente per gli anni 2019-2021 dal dl 4/2019 e confermata il 2020 dalla legge 160/2019; l’Opzione donna prorogata per tutto il 2020 dalla legge di Bilancio 2020 e ancora i canali di uscita più favorevoli per i lavoratori precoci e per gli addetti a mansioni “gravose” e a lavori usuranti ai sensi del dlgs 67/2011».
Quattro variabili per comprende il movimento
L’Inps ha evidenziato in particolare quattro elementi cruciali del nuovo report. Il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia - il quale aveva visto un aumento massiccio nel 2019 rispetto al 2018 sia dovuto all’aumento dell’età legale e per l’introduzione della Quota 100 - ritorna nel 2020 a livelli più bassi arrivando a quasi parità tra pensioni liquidate di anzianità e di vecchiaia. Poi, il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia dell’anno 2020 che «si presenta più che dimezzato rispetto a quello dell’anno 2019; la diminuzione è da ricondurre al numero maggiore di pensioni di vecchiaia erogate nel 2020 congiuntalmente al numero decresce che le pensioni di invalidità presentano negli ultimi anni».
In terzo luogo le differenze di genere: «La percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta, rispetto a quando rilevato nel 2019, un valore superiore di 18 punti passando da 104 a 122 con incrementi importanti delle pensioni femminili su quelle maschili soprattutto nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, nella gestione dipendenti pubblici e nella gestione dei commercianti. C’è poi una questione territoriali: “Il peso percentuale delle pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia resta sostanzialmente lo stesso nei due anni considerati (47% nel 2019 e 49% nel 2020)». italiaatavola
Sul volume c’è stato un aumento non indifferente rispetto al 2019 quando ne erano state erogate 740.486. Cala però il gruzzolo medio per ognuna delle pensioni erogate dal momento che nel 2019 era pari a 1.299 euro. Un altro segno “+” lo si trova nei nuovi pensionati nel settore privato che è quasi raddoppiato: +86%.
Crescono le pensioni di vecchiaia
Crescono nel frattempo anche le cosiddette pensioni di vecchiaia: le nuove sono passate da 156.995 a 255.813 con l’importo medio che ha raggiunto gli 893 euro. In calo invece le nuove pensioni anticipate di circa 20mila unità, ma l’importo medio è di 2.001 euro.
Il report dell’Istituto nazionale è servito anche per fare un aggiornamento di quelli che sono i requisiti per accedere alle varie pensioni in vigore negli ultimi due anni. «Riguardo i requisiti delle pensioni di vecchiaia - si legge nel rapporto - si sottolinea che nel 2019 e nel 2020 l’età minima di accesso alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, per entrambi i sessi e i settori lavorativi dipendenti privati e autonomi».
«Circa i requisiti della pensione anticipata - prosegue il report - nel 2019 e nel 2020 sono 41 anni e 1 mesi di anzianità contributiva per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età. Esistono una serie di ulteriori possibilità di uscita anticipata dal lavoro, come la Quota 100 introdotta sperimentalmente per gli anni 2019-2021 dal dl 4/2019 e confermata il 2020 dalla legge 160/2019; l’Opzione donna prorogata per tutto il 2020 dalla legge di Bilancio 2020 e ancora i canali di uscita più favorevoli per i lavoratori precoci e per gli addetti a mansioni “gravose” e a lavori usuranti ai sensi del dlgs 67/2011».
Quattro variabili per comprende il movimento
L’Inps ha evidenziato in particolare quattro elementi cruciali del nuovo report. Il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia - il quale aveva visto un aumento massiccio nel 2019 rispetto al 2018 sia dovuto all’aumento dell’età legale e per l’introduzione della Quota 100 - ritorna nel 2020 a livelli più bassi arrivando a quasi parità tra pensioni liquidate di anzianità e di vecchiaia. Poi, il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia dell’anno 2020 che «si presenta più che dimezzato rispetto a quello dell’anno 2019; la diminuzione è da ricondurre al numero maggiore di pensioni di vecchiaia erogate nel 2020 congiuntalmente al numero decresce che le pensioni di invalidità presentano negli ultimi anni».
In terzo luogo le differenze di genere: «La percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta, rispetto a quando rilevato nel 2019, un valore superiore di 18 punti passando da 104 a 122 con incrementi importanti delle pensioni femminili su quelle maschili soprattutto nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, nella gestione dipendenti pubblici e nella gestione dei commercianti. C’è poi una questione territoriali: “Il peso percentuale delle pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia resta sostanzialmente lo stesso nei due anni considerati (47% nel 2019 e 49% nel 2020)». italiaatavola
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