Velenosi, i grandi vini marchigiani abbinati
alle immortali
auto d'epoca
Passerina Brut Velenosi |
Una rossa Duesenberg SJ Speedster “Fishtail” del 1933, auto americana frizzante e sportiva, soprannominata “Fishtail” per la forma della coda e caratterizzata dalla netta separazione tra la carrozzeria e i parafanghi. Raggiungeva i 200 km orari. Frizzante, come una buona Passerina Brut metodo.
Charmat, con il suo perlage e il colore giallo luminoso. Le note di frutta bianca al naso e quella sapida freschezza al palato. Persistente e gradevole, ottima in svariate situazioni dall’aperitivo al fine serata.
Una Bugatti Royale. Costruita in soli 7 esemplari dal 1927 al 1933, fu chiamata la vettura dei re e lanciata sul mercato come vettura superlusso ad un prezzo iperbolico per i tempi. Era garantita a vita al suo proprietario che poteva avere le riparazioni gratis in tutto il mondo. Garantita, come una bottiglia di Offida Docg Pecorino. Mi è sempre piaciuto come vino, con quel suo colore giallo paglierino brillante, la sua elegante struttura impreziosita dai profumi della frutta e della vaniglia. Un sapore persistente, armonioso e suadente. Degno di un intrigante momento di squisito piacere.
Una Delahaye 135 m vettura Chapron del 1938. Un’auto dalla carrozzeria più che graziosa disegnata da Henri Chapron. Risultò ai suoi tempi come una delle più seducenti e veloci vetture francesi del 1938. Seducente come un buon bianco. Il Pecorino, ad esempio, con la sua capacità di essere versatile, elegante sì ma anche decisamente fresco in alcune sue declinazioni. Un vino che non deve mancare in cantina.
Che strano modo di abbinare i vini, che giochi affascinanti regala la mente. Se con la auto si viaggia per il mondo con le bottiglie ci si concentra su una terra ben delineata. Enologicamente parlando, questi confronti rimandano tutti alla viticoltura marchigiana, una regione che merita di essere scoperta perché offre tutto al turista. Storia, arte, cultura, montagne e colline, mare e fiumi, piatti e vini unici.
E poi, in verità, il connubio "auto di un tempo - vini di oggi" esiste, ed è profondo. Sta nella tecnologia avanzata e ricercata, dai costruttori meccanici di allora a quella dei produttori di vino di oggi, senza mai trascurare l’artigianalità e la voglia di offrire prodotti di grande qualità.
Prodotti di qualità proprio come i vini marchigiani di una grande azienda nata nel 1984 che ha saputo negli anni evolversi, crescere ed essere oggi un pregiato biglietto da visita del vino marchigiano e italiano. È Velenosi Vini con le sue espressioni di cantina. Vini che rappresentano un territorio in oltre 50 Paesi del mondo raccontando una regione e una storia di vita, una passione e un’arte capace di fare sognare.
Proprio pensando a Velenosi Vini, propongo un altro abbinamento: una Duesenrbrg “SJ” torpedo phaeton del 1934 dotata di un motore a 8 cilindri in
linea poco al di sotto dei 7 litri, quattro valvole per ciascun cilindro mosse da un doppio albero a camme in testa azionato da catene. Preziosa, elegante, importante come un Rosso Piceno Doc Superiore. Che bel vino! Il rosso rubino del suo colore, il profumo intenso dalla giusta complessità con quelle note di tabacco e liquirizia. In bocca ben strutturato e decisamente armonico, ideale compagno per piatti importanti. Da abbinarci anche una splendida Bugatti Royale mod. 41 1926/1928 Coupè dotata di motore a 8 cilindri in linea da 14.726 cc. 300 CV a 1700 giri, un peso di circa 2mila kg e veloce da raggiungere i 180 km orari. Un auto che merita un grande vino rosso.
I vigneti della Velenosi Vini sono dislocati su più punti del sud delle Marche con una parentesi produttiva che sconfina in Abruzzo: quel centro Italia da scoprire e godere. Molte sono le etichette prodotte e svariati i vini. Pecorino, Passerina, Rosso Piceno, Verdicchio, Cerasuolo d’Abruzzo, Falerio, Chardonnay, Trebbiano, Moscato Bianco, Lacrima Nera, Montepulciano d’Abruzzo e altri ancora. L’azienda ha un mercato che si suddivide tra Italia ed estero, 30% nazionale e 70% internazionale.
Negli abbinamenti, non poteva mancare come termine di paragone anche un ottimo Cerasuolo d’Abruzzo. Quale auto poteva essere adatta? Semplice, una Bugatti. Sapete perché? Perché la Bugatti nacque a Milano da una famiglia di artisti e - credo siate d’accordo - fare vino è un arte. Cerasuolo dunque e una meravigliosa Bugatti 5000 cc modello “t 50” del 1932, un modello che fu tra le auto sportive e di gran lusso che riscontrò maggior successo. La casa automobilistica Bugatti produsse tra il 1909 e il 1930 circa 10mila vetture.
Difficile permettersi vetture di quegli anni, ma possibile gioire dei grandi vini di una importante cantina, vini veri, buoni e sinceri. Una gioia vera, che può rendere felici grazie alla consapevolezza che ci sono persone che sanno abbinare al proprio lavoro l’amore per la propria terra.
Charmat, con il suo perlage e il colore giallo luminoso. Le note di frutta bianca al naso e quella sapida freschezza al palato. Persistente e gradevole, ottima in svariate situazioni dall’aperitivo al fine serata.
Offida Docg Pecorino Velenosi
Una Bugatti Royale. Costruita in soli 7 esemplari dal 1927 al 1933, fu chiamata la vettura dei re e lanciata sul mercato come vettura superlusso ad un prezzo iperbolico per i tempi. Era garantita a vita al suo proprietario che poteva avere le riparazioni gratis in tutto il mondo. Garantita, come una bottiglia di Offida Docg Pecorino. Mi è sempre piaciuto come vino, con quel suo colore giallo paglierino brillante, la sua elegante struttura impreziosita dai profumi della frutta e della vaniglia. Un sapore persistente, armonioso e suadente. Degno di un intrigante momento di squisito piacere.
Una Delahaye 135 m vettura Chapron del 1938. Un’auto dalla carrozzeria più che graziosa disegnata da Henri Chapron. Risultò ai suoi tempi come una delle più seducenti e veloci vetture francesi del 1938. Seducente come un buon bianco. Il Pecorino, ad esempio, con la sua capacità di essere versatile, elegante sì ma anche decisamente fresco in alcune sue declinazioni. Un vino che non deve mancare in cantina.
Che strano modo di abbinare i vini, che giochi affascinanti regala la mente. Se con la auto si viaggia per il mondo con le bottiglie ci si concentra su una terra ben delineata. Enologicamente parlando, questi confronti rimandano tutti alla viticoltura marchigiana, una regione che merita di essere scoperta perché offre tutto al turista. Storia, arte, cultura, montagne e colline, mare e fiumi, piatti e vini unici.
Offida Docg Pecorino Velenosi
E poi, in verità, il connubio "auto di un tempo - vini di oggi" esiste, ed è profondo. Sta nella tecnologia avanzata e ricercata, dai costruttori meccanici di allora a quella dei produttori di vino di oggi, senza mai trascurare l’artigianalità e la voglia di offrire prodotti di grande qualità.
Prodotti di qualità proprio come i vini marchigiani di una grande azienda nata nel 1984 che ha saputo negli anni evolversi, crescere ed essere oggi un pregiato biglietto da visita del vino marchigiano e italiano. È Velenosi Vini con le sue espressioni di cantina. Vini che rappresentano un territorio in oltre 50 Paesi del mondo raccontando una regione e una storia di vita, una passione e un’arte capace di fare sognare.
Proprio pensando a Velenosi Vini, propongo un altro abbinamento: una Duesenrbrg “SJ” torpedo phaeton del 1934 dotata di un motore a 8 cilindri in
linea poco al di sotto dei 7 litri, quattro valvole per ciascun cilindro mosse da un doppio albero a camme in testa azionato da catene. Preziosa, elegante, importante come un Rosso Piceno Doc Superiore. Che bel vino! Il rosso rubino del suo colore, il profumo intenso dalla giusta complessità con quelle note di tabacco e liquirizia. In bocca ben strutturato e decisamente armonico, ideale compagno per piatti importanti. Da abbinarci anche una splendida Bugatti Royale mod. 41 1926/1928 Coupè dotata di motore a 8 cilindri in linea da 14.726 cc. 300 CV a 1700 giri, un peso di circa 2mila kg e veloce da raggiungere i 180 km orari. Un auto che merita un grande vino rosso.
I vigneti della Velenosi Vini sono dislocati su più punti del sud delle Marche con una parentesi produttiva che sconfina in Abruzzo: quel centro Italia da scoprire e godere. Molte sono le etichette prodotte e svariati i vini. Pecorino, Passerina, Rosso Piceno, Verdicchio, Cerasuolo d’Abruzzo, Falerio, Chardonnay, Trebbiano, Moscato Bianco, Lacrima Nera, Montepulciano d’Abruzzo e altri ancora. L’azienda ha un mercato che si suddivide tra Italia ed estero, 30% nazionale e 70% internazionale.
Negli abbinamenti, non poteva mancare come termine di paragone anche un ottimo Cerasuolo d’Abruzzo. Quale auto poteva essere adatta? Semplice, una Bugatti. Sapete perché? Perché la Bugatti nacque a Milano da una famiglia di artisti e - credo siate d’accordo - fare vino è un arte. Cerasuolo dunque e una meravigliosa Bugatti 5000 cc modello “t 50” del 1932, un modello che fu tra le auto sportive e di gran lusso che riscontrò maggior successo. La casa automobilistica Bugatti produsse tra il 1909 e il 1930 circa 10mila vetture.
Prope Cerasuolo d'Abruzzo Velenosi
Difficile permettersi vetture di quegli anni, ma possibile gioire dei grandi vini di una importante cantina, vini veri, buoni e sinceri. Una gioia vera, che può rendere felici grazie alla consapevolezza che ci sono persone che sanno abbinare al proprio lavoro l’amore per la propria terra.
di Fabrizio Salce
Per informazioni: www.velenosivini.com
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