Con un articolato progetto a lungo termine Orvieto, antica cittadella umbra arroccata su un altopiano tufaceo al centro della Valle del Paga, torna ad aprirsi al turismo dopo quasi due anni di pandemia, puntando alla bellezza di un territorio ricco di arte e di storia e a un'offerta enogastronomica di eccellenza. “Orvieto città del gusto e dell'arte” è un evento realizzato insieme a tutte le realtà locali che si svolgerà dal 27 settembre al 3 ottobre e che è stato presentato nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo. Il cartellone prevede un ruolo primario per la ristorazione sul tema della contaminazione della cucina orvietana con quella stellata italiana e ha come testimonial Alessandro Pipero, chef e titolare dell'omonimo ristorante romano. Ma soprattutto c'è l'impegno forte di comunicare e rafforzare il mercato del vino di quest'area ritenuta il più antico territorio enoico dell'Umbria.
Fils rouge artistico per una programmazione che arriva fino al 2026
"Oro liquido" lo definì Paolo Mantegazza, celebre per aver allietato mense illustri di Papi, principi e porporati. La sua fama era tale che pittori come Pinturicchio e Signorelli chiesero un contributo in vino per i lavori svolti all'interno del Duomo, il capolavoro gotico della città. Ed è proprio dall'arte che prende spunto questa prima iniziativa all’interno di una programmazione che va fino al 2026 e che anticipa le celebrazioni, nel 2023, dei 500 anni dalla scomparsa di due grandi artisti del Rinascimento umbro: Luca Signorelli e Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino.
Dopo "Orvieto con gusto" del 1997, una seconda occasione per la promozione enogastronomica
Alla presentazione del progetto ha portato un messaggio il vice presidente Slow Food, Silvio Barbero, che ha sottolineato come legare l’arte alla cultura, al paesaggio e al buon cibo per dare dignità ai prodotti e ai luoghi sia una formula vincente per rispondere alle nuove richieste di un nuovo turismo più esigente e responsabile. Fu proprio qui, come ha ricordato Barbero, che nel 1997 venne organizzato il format "Orvieto con gusto", destinato a segnare una svolta nella promozione turistica attraverso quella delle eccellenze del territorio, raccontando la città attraverso itinerari di degustazione alla riscoperta della tradizione alimentare .
«La città tuttavia - ha detto il sindaco di Orvieto Roberta Tardani - ha perso nel tempo questo importante appuntamento degli anni '90 ma ora, grazie ad alcuni imprenditori illuminati, è possibile far ripartire questo meccanismo, comunicare la nostra cultura e promuovere il territorio e le sue risorse. In questi due anni difficili segnati dalla pandemia Orvieto ha fatto grandi passi mettendo a segno un progetto di marketing territoriale e una programmazione a lungo termine per far ripartire la città ed è proprio dall’enogastronomia che vogliamo ripartire. Orvieto città dell’arte e del gusto accorpa tutto ciò che ha di bello la nostra città».
La manifestazione vede in prima linea la Famiglia Cotarella insieme a un nutrito cartello di realtà e istituzioni, tra cui Consorzio Orvieto Way of Life, il Gal Trasimeno Orvietano, il Comune, la Regione Umbria, Coldiretti e la Fondazione Campagna Amica, l'Unione regionale cuochi umbri, l'Università dei Sapori e la Confcommercio.
Agroalimentare del territorio protagonista
Oltre a far scoprire ai visitatori le meraviglie artistiche come il il quartiere medievale, il Duomo o il Pozzo di San Patrizio, “Orvieto città del gusto e dell'arte” contribuirà a valorizzare le piccole imprese locali ed i prodotti dell'agroalimentare. «Questo è il vero motore su cui l'Italia potrà puntare nei prossimi anni - ha detto il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini - anche se oggi ci si sofferma poco sulle straordinarie potenzialità di un Paese come l’Italia. Attraverso Campagna Amica abbiamo cercato di far comprendere cosa c’è dietro un prodotto e, se agli inizi eravamo quasi derisi, ora questa rete è diventata un sostegno fondamentale per molte aziende. Inoltre, questo è un progetto virtuoso perché mette al centro l’agroalimentare. Quello italiano è unico: nessun altro Paese può vantare la nostra biodiversità come ben 500 vitigni autoctoni e qui, grazie alla particolarità del nostro suolo, anche un vitigno internazionale può dare emozioni diverse. Dobbiamo anche accompagnare le nostre aziende nel mondo, a prescindere dalle loro dimensioni e lavorare insieme per esprimere le nostre migliori potenzialità».
Ristoranti e cantini insieme per un calendario di abbinamenti e contaminazioni
Saranno 24 i ristoranti orvietani impegnati a offrire il meglio della ristorazione con menu speciali abbinati ai vini dei Consorzi di Tutela Vini di Orvieto e della Doc Trasimeno. «Questo progetto ha un traguardo lontano - ha detto Dominga Cotarella, ai vertici con le cucine-sorelle Marta ed Enrica dell'omonimo brand vinicolo e ideatrice di Intrecci, accademia di eccellenza sul servizio di sala - e auspichiamo il coinvolgimento di altri comuni umbri come quelli del Trasimeno. Ogni mese, da qui al 2023, promuoveremo un evento, sul tema della contaminazione, con grandi realtà stellate perché la ristorazione va tutelata come una forma d’arte. Il mio mondo, inoltre, è quello del vino e ringrazio il presidente del Consorzio di Tutela vini di Orvieto Vincenzo Cecci per il suo impegno che ha portato all'adesione di 27 cantine su 30. Tuttavia, data l’inclusività del nostro progetto, dobbiamo puntare a ottenere il risultato di 30 su 30». Il presidente del Consorzio di Tutela vini di Orvieto Vincenzo Cecci ha spiegato i motivi della sua adesione come parte attiva: «La qualità dei nostri vini oggi è medio-alta ma va comunicata e sono proprio eventi come questo che servono a veicolare le nostre eccellenze, fortemente connaturate al territorio».
Sulla necessità di creare legami tra le di verse entità territoriali si è soffermato anche il presidente del Gal Trasimeno-Orvietano Gianni Moscetti che ha ricordato come questo sia il compito specifico dei Gruppi di Azione Locale. «Oltre a questo evento - ha detto Moscetti - ce ne saranno altri legati ai Distretti del Cibo con le aziende del territorio. Solo pochi giorni fa è stato sottoscritto a Città della Pieve da vari comuni un protocollo in previsione delle ricorrenze che legano il Signorelli al Perugino». Sull'importanza delle celebrazioni dei due artisti si è soffermato il senatore Luca Briziarelli: «Abbiamo unito due figure del Rinascimento che rappresentò nell'arte una ripartenza dopo i secoli bui e ora, in questo momento così particolare post pandemia stiamo riscoprendo la consapevolezza della nostra cultura per poter guardare al futuro». italiaatavola
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