Con l’arrivo in Gazzetta Ufficiale della domanda di protezione della menzione tradizionale croata Prosek, che metterebbe a rischio il mercato del Prosecco (non fosse altro che un motivo di assonanza), scattano i due mesi di tempo concesso a tutte le parti interessate per presentare un'obiezione motivata alla Commissione Europea che verrà valutata prima di prendere una decisione finale.
Task force al ministero delle Politiche agricole
Per presentare le obiezioni, il ministero delle Politiche agricole ha già messo in campo una task force ad hoc guidata dal sottosegretario Gianmarco Centinaio. Mentre tutti gli attori della filiera del prosecco si sono già mossi per fare squadra. Obiettivo: tutelare una delle migliori eccellenze enogastronomiche Made in Italy, capace di mettere a segno un +35% di export nei primi sei mesi del 2021 e che a fine anno dovrebbe arrivare a immettere sul mercato globale, Italia inclusa, qualcosa come 700 milioni di bottiglie. Il tutto per un giro d'affari di quasi due miliardi di euro.
La sentenza delle Corte di giustizia che fa ben sperare l'Italia
A favore delle aziende italiane impegnate nella produzione e commercializzazione del Prosecco, una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea che ha dichiarato illegittimo l'utilizzo di nomi truffa che evochino in modo strumentale e ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall'Unione Europea. «Occorre fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi», ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. Iat
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