L'inflazione accelera
meno delle attese,
ma incide sul carrello
della spesa
L'ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell'inflazione è ancora una volta dovuta in larga parte ai prezzi dei beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7% di novembre) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15,0% a +24,3%).
«A novembre, l'inflazione accelera nuovamente, portandosi a un livello che non si registrava da settembre 2008 e continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dei beni energetici. Le tensioni inflazionistiche, seppur in misura contenuta, si diffondono anche ad altri comparti merceologici, in particolare i beni alimentari e i servizi relativi ai trasporti», è il commento dell'Istat.
Non a caso i prezzi del cosiddetto "carrello della spesa", che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona, registrano a novembre un'accelerazione tendenziale da +1% a +1,2%. Più sostenuta l'accelerazione dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +3,1% a +3,7%). La precedente stima dei prezzi del "carrello della spesa" era di +1,4% mentre per i prodotti ad alta frequenza di acquisto era di +3,8%.
A pagare il prezzo più alto di questa fiammata inflazionistica che sta investendo l'Italia a partire dalla fine dell'estate sono i produttori agroalimentari. «Il rincaro dell’energia si abbatte sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi», ha sottolineato Coldiretti.
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