Consumi: alberghi
in ripresa, bar
e ristoranti
ancora in affanno
Nel primo trimestre 2025 i consumi complessivi sono in calo del -1% e l’Italia mostra segnali contrastanti: mentre il settore alberghiero cresce oltre i livelli pre-Covid, i consumi alimentari restano in calo: il settore della ristorazione e dei pubblici esercizi mostra difficoltà, con un calo dei consumi del -1,2%. secondo quanto emerge dai dati diffusi da Confcommercio
Nel primo trimestre del 2025, il quadro dei consumi appare eterogeneo, con un andamento negativo complessivo pari al -1,0% su base annua, risultato di un calo marcato registrato a febbraio (-2,3%) e di una flessione più contenuta a marzo (-0,7%). Rispetto al 2019, la distanza dai livelli pre-pandemia resta significativa, con una variazione negativa del -2,9%. Sebbene la ristorazione e i pubblici esercizi stiano ancora affrontando una fase di difficoltà, il settore alberghiero sta vivendo una ripresa significativa, sostenuta dalla crescita del turismo. La distanza dai livelli pre-pandemia per i pubblici esercizi rimane ampiamente negativa, ma gli alberghi sembrano aver trovato una solida base di recupero. È questo il quadro che emerge dai dati diffusi da Confcommercio.
Consumi, bar e ristoranti non decollano
Il comparto alimentare continua a mostrare segnali di debolezza. I consumi di alimentari e bevande registrano nel primo trimestre una variazione tendenziale pari a -1,6%, con riduzioni accentuate nel mese di febbraio (-2,6%) e marzo (-3,0%). Questi dati si inseriscono in un contesto già negativo, testimoniato dai risultati degli anni precedenti: -3,6% nel 2023 e -0,8% nel 2024. Anche nel confronto con il 2019, il settore mostra una contrazione evidente, con una variazione pari a -4,2%. Al contrario, il sotto-comparto dei tabacchi presenta un andamento più stabile, con una lieve flessione nel trimestre (-0,3%), ma mantiene una crescita del +6,8% rispetto ai livelli pre-pandemici.
Non migliore la situazione per i pubblici esercizi, che registrano un calo del -1,2% nel trimestre, con una flessione significativa a febbraio (-3,5%) e una lieve contrazione a marzo (-0,3%). Soprattutto, però, bar e ristoranti (e più in generale i pubblici esercizi) rimangono ancora nettamente al di sotto dei livelli pre-pandemici, con una riduzione del -17,5%.
Consumi: alberghi boom post pandemia
Per quanto riguarda il settore alberghiero, i dati segnalano una dinamica più articolata. Nel primo trimestre 2025 si osserva una flessione complessiva del comparto "alberghi, pasti e consumazioni fuori casa" pari a -0,7% su base annua.
Questa tendenza è influenzata da un calo più marcato a febbraio (-2,7%) e da un andamento quasi stabile a marzo (-0,1%). Tuttavia, il sotto-comparto degli alberghi evidenzia una crescita tendenziale dell’1,1%, con una progressione positiva sia a febbraio che a marzo, rispettivamente +0,4% e +0,8%. Inoltre, gli alberghi continuano a mostrare una tendenza positiva anche in termini di livelli pre-pandemia: il settore ha ormai superato abbondantemente i valori del 2019, segnando un +18,7%
Consumi, prevale l’incertezza
Nel proseguimento del 2025, il contesto economico continua a essere caratterizzato da un’elevata incertezza, che non accenna a diminuire. L’ultima fonte di instabilità è rappresentata dalla questione dei dazi commerciali, che ha ulteriormente complicato il quadro delle aspettative degli operatori economici. Non è possibile, al momento, prevedere con un sufficiente grado di fiducia l’evoluzione della situazione. Gli effetti dell’incertezza si riflettono più sulla fiducia di imprese e famiglie, che a marzo risulta in calo, e sulle fluttuazioni dei mercati finanziari, piuttosto che su alcuni indicatori ad alta frequenza che continuano a mostrare segnali positivi, come l’occupazione e il turismo.
In Italia, secondo gli indicatori congiunturali ufficiali, gennaio ha registrato risultati migliori delle attese, mentre i mesi di febbraio e marzo sono stati meno favorevoli. Su questi mesi hanno influito anche fattori tecnici, come la diversa distribuzione dei giorni lavorativi e la collocazione della Pasqua, con effetti evidenti su alcuni consumi. Secondo le stime dell’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC), i consumi sono diminuiti nei dati grezzi del -2,3% a febbraio e del -0,7% a marzo. Tuttavia, i dati destagionalizzati mostrano a marzo una crescita dello 0,4%, che interessa sia i beni che i servizi. Si tratta, comunque, di segnali ancora contenuti, che non suggeriscono un cambiamento strutturale nella dinamica dei consumi. La difficoltà delle famiglie nel trasformare l’aumento del reddito reale in maggiori spese rimane evidente, ed è un elemento che continua a limitare le prospettive di crescita. I consumi si orientano ancora verso la spesa per il tempo libero, la cultura e la ricreazione, mentre si confermano in riduzione le spese per alimentari, abbigliamento, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici.
Consumi, l'inflazione non preoccupa
L’inflazione è in moderato aumento ma non desta preoccupazioni particolari. Per il mese di aprile, si stima un incremento dello 0,3% mensile dell’indice dei prezzi al consumo, che porta la variazione annua al 2,2%. Questo valore, in leggera crescita rispetto a marzo, potrebbe rappresentare un picco momentaneo, anche alla luce della stabilizzazione dell’inflazione di fondo e del calo delle tensioni sui prezzi energetici.
Redditi reali in aumento, elevata occupazione, inflazione sotto controllo e politica monetaria accomodante costituiscono elementi favorevoli a una ripresa dei consumi. Tuttavia, la persistenza dell’incertezza e la debolezza della fiducia potrebbero limitarne l’efficacia. Il primo trimestre del 2025 mostra una crescita del PIL destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario pari a +0,3%, che corrisponde a una crescita tendenziale del +0,5%. Considerando una stima di crescita tendenziale dello 0,8% per aprile (+0,1% congiunturale), si può ipotizzare, in uno scenario favorevole, una crescita complessiva del PIL nel 2025 pari a +0,8%.
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