Alla base dell’offerta di Glory Pop ci sono due impasti ben distinti, entrambi leggeri e digeribili, figli di una visione gastronomica che punta alla qualità senza rinunciare al divertimento. C’è la “180 gr di croccantezza”, sottile e decisa, ispirata alla tradizione romana e pensata per chi cerca fragranza e leggerezza; e poi c’è la “Pop”, più morbida e avvolgente, con un cornicione napoletano che gioca con la croccantezza e si prende tutto il tempo per cuocere alla perfezione.
Il cliente può scegliere quale impasto abbinare a ogni pizza in carta, e questo rende l’esperienza ancora più personale, quasi su misura. Come spiega Salvatore Venuto, fondatore e socio di maggioranza del progetto: «Ogni combinazione di ingredienti cambia in base all’impasto scelto. È come una scoperta a ogni boccone, dove la pizza non è mai la stessa, ma sempre sorprendente».
Il menu di Glory Pop
Nel menu c’è spazio per i grandi classici - come la Margherita stracciata - ma anche per proposte più audaci, come la pizza con spianata calabra e gorgonzola, oppure quella con salame Milano e friarielli. Non mancano opzioni vegane e senza lattosio, per una carta inclusiva e adatta a tutte le esigenze alimentari.
Tra gli antipasti, brilla la Frisella con stracciatella, capocollo e carciofini grigliati, nata dopo un viaggio a Polignano del fondatore Venuto. Il comfort food non si fa attendere: le polpette di manzo al sugo e la parmigiana di zucchine sono lì per scaldare anima e palato. E per finire, dolci fatti in casa come la cheesecake Lotus Biscoff o il salame di cioccolato.
A pranzo, la formula business lunch propone una scelta tra la Mezzaluna Pop (panino con impasto pizza), un primo o un’insalata, con dolce, acqua e caffè inclusi. Un’idea semplice ma vincente, per una pausa gustosa e ben pensata.
Sostenibilità, tecnologia e zero sprechi da Glory Pop
Glory Pop non è solo vintage nell’estetica, ma profondamente contemporaneo nella gestione. Il menu cambia ogni sei mesi per seguire la stagionalità, ridurre gli sprechi e garantire la freschezza degli ingredienti. Un software proprietario tiene sotto controllo il food cost e ottimizza la gestione delle materie prime.
Anche l’eccedenza ha il suo destino: l’impasto in più diventa pane fresco, regalato ai clienti o ai passanti il giorno dopo. La scelta del forno elettrico con doppia camera - una per impasto - è una decisione precisa e responsabile: cottura sicura, zero rischi legati alla combustione della legna, massima resa.
Un locale che fa della nostalgia una festa
Con 58 coperti interni e 30 nel dehors, Glory POP è un vero viaggio nella memoria pop italiana. Colori accesi, jukebox originale, vinili, poster vintage e un grande neon che dichiara con onestà tutta milanese: “My head says insalata but my heart says pizza”. L’atmosfera è quella di una serata tra amici in una sala giochi anni ‘90, con in sottofondo la voce di Umberto Tozzi che canta Gloria.
Non è un caso, infatti, che proprio “Glory” sia un omaggio a quella canzone simbolo dell’italianità spensierata, mentre “Pop” sta per “Place of Pizza”, ma è anche un manifesto: qui la pizza è gioia, espressione, cultura. È uno stile di vita.
Chi c’è dietro Glory POP
Dietro questo progetto ci sono tre giovani imprenditori con background diversi ma una visione comune. Salvatore Venuto, calabrese classe 1992, è la mente organizzativa e il cuore del format; Gianmarco Michieletto, nato a Mirano nel 1994, è il pizza executive: con la sua tecnica affinata in anni di eventi e sperimentazioni porta solidità e creatività al menu. Samuele Cantisani, lucano del 1997, è invece il pizza chef, con una carriera costruita nelle migliori pizzerie d’Europa e una sensibilità tutta sua nella gestione dell’impasto.
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