Di fronte a questi scenari di guerra, di crisi di modelli produttivi e industriali, di imperialismo commerciale, penso sia necessario definire prodotti a forte identità e servizi in grado di rispondere a una competizione sempre più aggressiva dove pubblico e privato dovranno necessariamente rispondere insieme alle nuove sfide che arriveranno.
Il nostro stile di vita, la nostra stessa cultura, sono simbolo della nostra accoglienza: attenti al territorio, ai suoi prodotti, alla sua componente umana, che identifica il fatto di essere italiani. Forse abbiamo rincorso troppo un’economia malata e questo ci dovrebbe accompagnare a comprendere che correre senza una meta significa bruciare energie e perdere l’orientamento.
Arte, ospitalità e identità italiana
Arte e ospitalità sono punti cardine della cultura italiana. Sono legate a una nostra visione della vita, ai sentimenti delle persone. È l’interpretazione di un popolo e dei suoi valori. Ecco perché non bisogna rincorrere modelli che nulla hanno a che fare con la nostra storia. Dazi, guerre commerciali, tentativi di mettere in discussione i nostri prodotti e il nostro modo di vivere e di stare insieme: è di fronte a queste criticità che è necessario saper rispondere.
Cosa sarebbero le nostre città senza il commercio? Senza i pubblici esercizi, che sono la casa fuori casa degli italiani. Cosa sarebbero le nostre coste senza i balneari? E la nostra campagna senza i contadini? Non esisterebbe nulla di tutto ciò di cui abbiamo parlato. Invece questo modello di vissuto, di scambio e offerta di beni e servizi ha creato stile di vita italiano, legato all’identità dei luoghi, rendendoli unici e mettendo al centro sogni e creatività delle persone.
L'umanesimo come risposta alla globalizzazione
Cosa sarebbe la Venere senza il Botticelli? Cosa sarebbe il David senza Michelangelo? E la cupola senza il Brunelleschi? L'umanesimo ha sempre caratterizzato la nostra storia e la nostra cultura. E chi viene nel nostro Paese, lo fa per contemplare la grandezza dell’uomo che ha lasciato questi simboli e per vivere come noi. Occorre, allora, rafforzare la centralità dell’uomo rispetto alle cose. Occorre reagire di fronte al tentativo di globalizzare tutto e tutti. Ritengo che la ristorazione, in questo senso, sia un simbolo di quel legame che rende unico un luogo. Uno stile di vita che continua a essere il più desiderato al mondo. Un modello millenario dove la ricerca della bellezza, del piacere, della felicità, hanno reso il nostro Paese un luogo ideale dove trovare tutto questo.
Il nostro asso nella manica è la grande bellezza. Il turismo come veicolo di pace e di condivisione culturale. Serve essere consapevoli che il nostro Paese deve rispondere con quell’umanesimo che è l’unico linguaggio da anteporre a quello della guerra e della violenza.
Nessun commento:
Posta un commento