Dopo mesi di aumenti a doppia cifra, il mercato delle uova italiane mostra i primi segnali di rallentamento. Allo stesso tempo, continuano a salire i prezzi delle nocciole turche, spinti da incertezze produttive e condizioni climatiche estreme. Lo segnala Areté, società leader in Italia nell'analisi dei mercati agrifood, che ogni settimana fornisce un aggiornamento puntuale sugli andamenti delle principali commodity del settore.
Per quanto riguarda le uova, il dato più rilevante arriva dalla Commissione unica nazionale: dopo una settimana di non quotato, le uova di categoria M da allevamento in gabbia hanno registrato un calo superiore al 9%, rompendo così una lunga fase rialzista iniziata ad agosto 2024. Il dato, aggiornato a fine aprile, segna un'inversione rispetto a mesi in cui i prezzi erano saliti di oltre il 60%. Nonostante il ribasso, i livelli rimangono comunque alti: in media, il prezzo delle uova ad aprile 2025 risulta ancora superiore del 39% rispetto allo stesso mese del 2024. Areté spiega come, in un contesto di picco produttivo, l'inversione del trend inflattivo sia soprattutto riconducibile alla finestra di calo stagionale della domanda, ma anche al rallentamento della diffusione dell'aviaria in Ue. A influenzare il ribasso dei prezzi contribuisce anche il rallentamento dei costi degli input produttivi, a partire da gas e mangimi, due voci che incidono in modo significativo sulla spesa degli allevatori.
Passando alle nocciole, invece, il quadro è ben diverso. Areté segnala infatti nuovi spunti rialzisti per i prezzi delle nocciole turche, che già nel corso del 2024 si sono mantenuti su livelli storicamente elevati: +23% il prezzo medio annuo della nocciola sgusciata 11/13 rispetto al 2023. A pesare sull'offerta è stata una produzione qualitativamente deludente, che non ha soddisfatto le aspettative, e a complicare ulteriormente lo scenario ci pensa ora l'incertezza legata al prossimo raccolto, previsto a partire da settembre 2025. A metà aprile, alcune delle principali aree di coltivazione sono state colpite da gelate eccezionali, con temperature che hanno toccato punte di -15°C, soprattutto nelle zone collinari di Ordu, Samsun e Sakarya. Le valutazioni dei danni sono ancora in corso, ma le prime stime parlano già di perdite pari ad almeno il 20% del raccolto previsto per l'anno prossimo. Secondo gli analisti, è questo uno dei principali fattori che sta continuando a sostenere i prezzi.
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