Sarà un'estate caldissima per Chiara Ferragni, e questa volta il gossip non c'entra. Tra udienze, cause civili e soci in rivolta, il “Pandoro Gate” (con Balocco) continua a generare grane pesanti per l'influencer cremonese. Dopo il rinvio a giudizio per truffa aggravata e continuata, con la prima udienza fissata per il 23 settembre davanti alla terza sezione penale del tribunale di Milano, arriva ora un nuovo colpo: una richiesta di risarcimento da 5,9 milioni di euro presentata dal gruppo Safilo contro la Fenice Srl, società di cui la Ferragni è titolare.
Lo scontro tra Safilo e Fenice Srl (di Chiara Ferragni)
dopo il “Pandoro Gate”
Lo scontro tra le due realtà, ricordiamo, affonda le radici nel dicembre 2023, quando scoppiò il caso legato al “Pandoro Pink Christmas”, sollevato da un'inchiesta di Selvaggia Lucarelli. Da lì partì l'intervento dell'Antitrust e, a catena, la fuga di diversi brand che collaboravano con l'imprenditrice, tra cui Coca-Cola e proprio Safilo, che produceva in licenza gli occhiali del brand Ferragni. A quel punto, il gruppo comunicò “il recesso unilaterale da entrambi gli accordi a seguito dell'intervento dell'Autorità garante della concorrenza sul caso Pandoro (al tempo in una nota parlò di «violazione di impegni contrattuali' da parte dell'influencer»).
La novità è emersa solo di recente grazie a Radiocor de Il Sole 24 Ore, che ha svelato come a maggio 2024 Safilo abbia presentato al tribunale civile di Milano una causa di risarcimento danni per 5,9 milioni di euro. Una cifra pesante, che la Ferragni ha deciso di contrastare con una contromossa: prima ha chiesto la risoluzione del contratto per “inadempimento” e poi ha depositato una richiesta di risarcimento da 3,65 milioni di euro nei confronti di Safilo, motivata da “mancato incasso di royalties e danno d'immagine, per importi dovuti”. Saranno quindi i giudici a decidere chi ha ragione.
Ma la causa intentata da Safilo non è l'unico problema sul tavolo. Sempre Il Sole 24 Ore ha ricostruito l'elenco delle controversie legali in corso, grazie alle carte presentate dal socio Pasquale Morgese, che ha impugnato le delibere assembleari di Fenice Srl relative ai conti e alla ricapitalizzazione. Morgese, che detiene lo 0,2% della società (il restante 99,8% è ora nelle mani della Ferragni, che ha versato 6,4 milioni di euro per ricapitalizzare), ha contestato l'entità del fondo rischi, definendolo eccessivo rispetto alla reale esposizione dell'azienda.
Chiara Ferragni e i problemi (anche) con Swinger International
Durante l'ultima assemblea dei soci, venne presentato un elenco dei contenziosi ancora aperti a febbraio 2024. Oltre alla causa Safilo, la società è coinvolta in una mediazione con Swinger International, licenziataria della linea di abbigliamento, che ha chiesto un risarcimento per «asseriti danni di immagine e di fatturato». A questo si è aggiunto il recesso da parte della casa farmaceutica Angelini dal contratto per la linea di profumi e quello - prima rinegoziato, poi comunque risolto - con Monnalisa Spa, partner della linea bambino, che ha chiesto anche un rimborso.
Intanto, Morgese ha anche impugnato il bilancio 2023 approvato in assemblea, chiedendo al tribunale di invalidare tutto. E mentre la Ferragni tenta di salvare l'immagine delle sue società ricapitalizzando e assumendo il pieno controllo della Fenice, le scadenze giudiziarie e i conti aperti rendono chiaro che quella in arrivo non sarà un'estate serena. E che l'autunno rischia di essere ancora più difficile.
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