Trenta milioni di italiani fanno la spesa direttamente dal produttore, tagliando del 60 % gli sprechi rispetto alla distribuzione tradizionale, e trasformano i mercati contadini nel biglietto da visita più convincente della gastronomia sostenibile nazionale. È il dato che Coldiretti e Campagna Amica - su rilevazione Noto Sondaggi - portano alla Giornata mondiale della gastronomia sostenibile dell'Onu (18 giugno), nel 2025 incentrata sul motto “Local Seeds, Local Eats”, un invito esplicito a chef e ristoratori a pescare nel paniere del territorio.
Scorrendo il dossier, scopriamo che quasi un cuoco su due, calcola Coldiretti su dati Censis, ha ormai “adottato” l'agricoltore come primo fornitore. C'è poi chi la filiera l'ha accorciata al massimo: sono i cuochi contadini, nuova figura nata dalla multifunzionalità rurale, metà coltivatore e metà ambasciatore del proprio raccolto, che cucina nei propri agriturismi. La Fondazione Campagna Amica ne ha già “laureati” oltre mille, numero destinato a salire. Grazie a mercati, agriturismi e spacci aziendali, l'Italia vanta la rete organizzata di vendita diretta più capillare d'Europa: circa ventimila punti fra fattorie, ristoranti rurali e perfino orti urbani, tutti basati su stagionalità, trasparenza e origine garantita. Un modello che ha varcato i confini nazionali con la nascita della World Farmers Markets Coalition, oggi presente in tutti i continenti - dagli Stati Uniti all'Australia, dal Ghana alla Norvegia - e forte del coinvolgimento di 250 mila famiglie agricole impegnate nella filiera corta e nell'emancipazione di donne e giovani.
Sul terreno ambientale l'agricoltura italiana continua a guidare la classifica europea: 328 specialità Dop/Igp/Stg, 529 vini a denominazione, 5.547 prodotti alimentari tradizionali, 84mila aziende biologiche e appena lo 0,7 % di campioni con residui chimici irregolari, otto volte in meno del 5,6 % registrato sui prodotti importati (elaborazioni Coldiretti su dati Efsa). Non stupisce, quindi, che la ricorrenza Onu diventi anche un megafono per una richiesta di “reciprocità” in sede europea, a tutela di consumatori e agricoltori. «La sostenibilità, ovvero il rispetto delle regole in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di diritto dei lavoratori, deve diventare un patrimonio comune, facendo in modo che ogni prodotto che entra in Italia rispetti le stesse regole che valgono per le nostre aziende» ricorda Dominga Cotarella, presidente di Fondazione Campagna Amica.
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